Ciao caro Andrea, non so in quale mondo tu possa essere in questo momento… Mi piacerebbe però raccontarti quello che è accaduto lo scorso 27 maggio per le vie del centro storico di Bologna*.
Nel tuo libro Le logiche del confine e del sentiero. Una pedagogia dell’inclusione (per tutti, disabili inclusi) (Erickson, 2006) possiamo leggere queste tue parole, cariche di valore: «Il sentiero è un percorso per andare da qualcuno». E noi del Centro Documentazione Handicap di Bologna, ma anche amici di vecchia data, colleghi, esperti di pedagogia (e non) e conoscenti, abbiamo ripercorso questo “sentiero” in varie tappe, proprio per sentirci più vicini a te, per ricordarti, condividendo con tutta la cittadinanza alcuni brani dei tuoi libri, numerose testimonianze e aneddoti in quattro luoghi rappresentativi della tua esistenza, ovvero la sede universitaria del Dipartimento di Scienze dell’Educazione in Via Zamboni, 34, Piazza San Martino, il cortile di Palazzo d’Accursio e, infine, il giardino di Corte Roncati.
E a proposito del momento commemorativo che ha avuto luogo nella prima tappa, mi hanno profondamente colpito le parole del professor Angelo Errani, che nel lontano 1988 era un semplice maestro di scuola primaria, e si affacciava per la prima volta alla porta del Dipartimento di Via Zamboni, 34 per un progetto di ricerca.
Lì ci sei stato tu ad accoglierlo con un sorriso e delle parole rassicuranti: «Se vuoi siediti qui con noi».
Così, quella porta è diventata significativa per il percorso esperienziale e professionale di Angelo, ma lo è stata anche per l’operato di tanti altri.
Infatti, ha affermato Errani nel suo intervento: «Quella porta era aperta per fare entrare la realtà, al tempo stesso era aperta alle conoscenze che gli altri ci portano […], quella porta sempre aperta testimoniava anche il grande senso delle Istituzioni di Andrea. Un ruolo istituzionale non dovrebbe mai essere un ruolo di potere, ma di servizio».
Una porta dove i problemi e le lotte di uno/a sono di tutti/e dove il sapere e le opportunità non sono privilegio di pochi addetti/e, ma condivisibili e al servizio della comunità.
Quella porta aperta – come dice Angelo – ci manca! Tuttavia, dobbiamo imparare a non vivere solamente il dolore di una perdita, ma «costruire un altro tipo di presenza che vada oltre la scomparsa».
Io, Andrea, come ho spiegato durante il mio intervento presso il cortile di Palazzo D’Accursio, insieme al mio amico e collega storico Roberto Ghezzo, porto con me la tua presenza nel “mio zaino”, attraverso tre parole che ti hanno sempre contraddistinto: Orizzonti, Imprevisto e Scandalo.
“Orizzonti”: come quelli culturali, politici e sociali che hai delineato con gesti concreti. Ne è un esempio emblematico il tuo grande contributo alla nascita e alla realizzazione del Centro Documentazione Handicap, Associazione che da ormai quarant’anni opera attivamente nel mondo dell’inclusione e della diversità. La tua carta vincente è stata quella di guardare negli occhi la disabilità, mettendoti allo stesso livello dell’altro.
“Imprevisto”: come possibilità d’innovazione. Così, il giorno della mia laurea honoris causa hai definito la disabilità: un imprevisto che arricchisce, apre a nuove relazioni, riduce le paure e crea una nuova cultura.
“Scandalo”: hai citato anche questa parola in quell’occasione. La disabilità può essere uno scandalo, ma paradossalmente è indispensabile e preziosa poiché senza di essa (senza uno scandalo, appunto) non possiamo “inciampare”, fermarci a riflettere, osservare, conoscere, creare contesti di fiducia e spazi di opportunità.
Io, Andrea, ri-costruisco e sento viva la tua presenza in questo modo.
Grazie per la tua “presenza nell’assenza”.
Scrivete a claudio@accaparlante.it oppure sulle mie pagine Facebook e Instagram.
*All’evento del 27 maggio a Bologna, dedicato ad Andrea Canevaro (1939-2022), abbiamo dedicato a suo tempo un’ampia presentazione, a firma di Valeria Alpi (a questo link).
Pensiero Imprudente
Dal mese di dicembre dello scorso anno Claudio Imprudente è divenuto una “firma” costante del nostro giornale, con questa sua rubrica che abbiamo concordato assieme di chiamare Pensiero Imprudente, grazie alla quale ha già incominciato a impreziosire le nostre pagine, condividendo con Lettori e Lettrici il proprio sguardo sull’attualità.
Persona già assai nota a chi si occupa di disabilità e di tutto quanto ruota attorno a tale tema, Claudio Imprudente è giornalista, scrittore ed educatore, presidente onorario del CDH di Bologna (Centro Documentazione Handicap) e tra i fondatori della Comunità di Famiglie per l’Accoglienza Maranà-tha. All’interno del CDH ha ideato, insieme a un’équipe di educatori e formatori specializzati, il Progetto Calamaio, che da tantissimi anni propone percorsi formativi sulla diversità e l’handicap al mondo della scuola e del lavoro. Attraverso di esso ha realizzato, dal 1986 a oggi, più di diecimila incontri con gli studenti e le studentesse delle scuole italiane. In qualità di formatore, poi, è stato invitato a numerosi convegni e ha partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche.
Già direttore di una testata “storica” come «Hp-Accaparlante», ha pubblicato libri per adulti e ragazzi, dalle fiabe ai saggi, tra cui Una vita imprudente. Percorsi di un diversabile in un contesto di fiducia e il più recente Da geranio a educatore. Frammenti di un percorso possibile, entrambi editi da Erickson. Ha collaborato e collabora con varie riviste e testate, come il «Messaggero di Sant’Antonio», per cui cura da anni la rubrica “DiversaMente”. Il 18 Maggio 2011 è stato insignito della laurea ad honorem dall’Università di Bologna, in Formazione e Cooperazione.
Nella colonnina qui a fianco (Articoli correlati), i contributi che abbiamo finora pubblicato, nell’àmbito di Pensiero Imprudente.
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