Una delegazione di venti giovani con disabilità del Comitato Giovani dell’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, e del progetto Ascend Citi, ha partecipato nei giorni scorsi all’EYE, l’Evento Europeo dei Giovani, ospitato dal Parlamento Europeo a Strasburgo, che ha riunito oltre diecimila giovani provenienti da tutta Europa.
Sostenuto dalla Fondazione Citi, il progetto Ascend Citi ha finanziato e pianificato la partecipazione di quattordici giovani e dei loro assistenti personali provenienti da Paesi dell’Europa centro-orientale.
I giovani con disabilità hanno partecipato a incontri, dibattiti e momenti di formazione su temi quali il cambiamento climatico, la partecipazione politica, l’accesso all’istruzione, i diritti umani, lo stato di diritto e la democrazia, l’esclusione sociale, la migrazione, la ripresa e la resilienza. Dal canto suo, l’EDF, in collaborazione con il Parlamento Europeo, ha organizzato in occasione dell’evento, un seminario e una tavola rotonda.
Nel dettaglio, il seminario si è focalizzato sul tema I tuoi diritti nell’Unione Europea, alla presenza di Loredana Dicsi, coordinatrice del Comitato Giovani dell’EDF e di Lydia Vlagsma, altra componente del Comitato. L’incontro ha puntato sostanzialmente a insegnare a riconoscere i diritti delle persone con disabilità anche attraverso casi-studio, nonché ad informare sulle organizzazioni da contattare per denunciare ogni eventuale discriminazione.
La tavola rotonda, invece (Lavorare in Europa. Accessibile a tutti?), è stata tutta centrata sulla situazione occupazionale delle persone con disabilità in Europa e a moderarla è stato Ben Rowsome, altro membro del Comitato Giovani dell’EDF.
Dopo l’introduzione di Elias Tebibel, presidente del Comitato Giovani dell’EDF, Loredana Dicsi ha esposto i dati sull’occupazione tratti dal recente rapporto sul tema pubblicato dal Forum, di cui abbiamo già riferito a suo tempo in altra parte del nostro giornale. Dicsi ha sottolineato che i giovani con disabilità in Europa affrontano senza alcun dubbio maggiori ostacoli all’occupazione rispetto a quelli senza disabilità. A tal proposito ha citato i dati più recenti prodotti dalla Commissione Europea, relativi al 2019, secondo i quali era occupato il 47,4% delle persone con disabilità di età compresa tra 20 e 29 anni, rispetto al 57,8% di quelle senza disabilità.
Guler Kosha e Aria Tang dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro hanno ricordato che in Europa i giovani con disabilità hanno una probabilità cinque volte maggiore di non essere assunti. Hanno inoltre sottolineato che le difficoltà di completare il percorso di istruzione e di ottenere qualifiche, oltre all’inaccessibilità dei processi di reclutamento e la mancanza di “accomodamenti ragionevoli” sono tra i principali ostacoli individuati per l’accesso al mercato del lavoro.
Durante l’incontro, sono state riferite anche le esperienze personali di due giovani con disabilità, a partire da quella di Tamara Byrne del Comitato Giovani dell’EDF, che ha parlato delle tante barriere da superare quando cerca lavoro: dagli annunci di lavoro inaccessibili alle persone con disabilità intellettive fino alla negazione di “accomodamenti ragionevoli” sul posto di lavoro. Ha quindi chiesto che venga una volta per tutte rispettato l’articolo 27 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, su Lavoro e occupazione, ove viene riconosciuto il diritto delle persone con disabilità a lavorare su base di uguaglianza con gli altri.
Successivamente Michal Homola, partecipante al progetto Ascend Citi e occupato per Amazon in Slovacchia, ha sintetizzato su tre diversi livelli ciò che le Istituzioni europee potrebbero e dovrebbero fare per sostenere e migliorare l’occupabilità delle persone con disabilità: sul piano dell’istruzione, innanzitutto, sostenere i giovani con disabilità per ottenere qualifiche che consentano loro di accedere al lavoro, disponendo delle giuste basi; sensibilizzare, quindi, i datori di lavoro a lavorare per rimuovere la stigmatizzazione dei lavoratori con disabilità; e da ultimo, ma non ultimo, in riferimento a una sistemazione ragionevole e all’accessibilità sul posto di lavoro, dovrebbero essere rimosse non solo le barriere fisiche, ma anche gli ostacoli digitali che impediscono alle persone con disabilità di svolgere i propri compiti, partendo da una base di uguaglianza con gli altri.
L’intervento conclusivo è stato quello dell’eurodeputato Dragoş Pîslaru, che ha presentato il lavoro in corso da parte del Parlamento Europeo per migliorare l’occupabilità delle persone con disabilità, evidenziando come il supporto economico, la digitalizzazione e la collaborazione con le parti interessate siano tre importanti fattori per migliorare la situazione in questo settore. (S.B.)
Per ulteriori informazioni: André Felix (Ufficio Comunicazione EDF), andre.felix@edf-feph.org.
Articoli Correlati
- Donne e minori con disabilità: cosa dovrebbe esserci nel Terzo Programma d'Azione Nell’ampio e importante approfondimento che presentiamo oggi, Giampiero Griffo dettaglia una serie di specifiche linee di azioni che dovrebbero essere inserite nel nuovo Programma d’Azione dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle…
- Ascoltate, a Ginevra, le voci delle donne e delle ragazze con disabilità Per la prima volta in una Convenzione generalista, ovvero la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna (CEDAW), dedicata quindi a tutte le donne, le Osservazioni Conclusive hanno…
- Progetto di Vita: anatomia di un Decreto Il recente Decreto Legislativo 62/24, applicativo della Legge Delega 227/21 in materia di disabilità, è stato giudicato da più parti come una vera e propria riforma radicale sul concetto stesso…