La sterilizzazione forzata delle persone con disabilità è una pratica vietata dai trattati internazionali, inclusa la Convenzione di Istanbul (Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, ratificata anche dall’Italia con la Legge 77/13), in quanto rappresenta una grave violazione dei loro diritti fondamentali, i diritti alla dignità, all’integrità fisica, alla privacy e al consenso libero e informato.
Sono ormai innumerevoli le occasioni nelle quali l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità è tornato su questo argomento. E tuttavia, nonostante ciò, tale pratica è ancora legale in diversi Paesi dell’Unione Europea e colpisce in larga prevalenza le donne con disabilità. Solo 9 Stati Membri, infatti, criminalizzano esplicitamente la pratica, mentre almeno 13 Paesi consentono ancora una qualche forma di sterilizzazione forzata nella loro legislazione (Austria, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Malta, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria). Tre di questi (Portogallo, Repubblica Ceca e Ungheria) ammettono questa pratica anche sui minori, mentre in altri Stati, pur non indicati pocanzi (Belgio e Francia), insieme all’Ungheria, è prassi inserirla come requisito per l’ammissione alle strutture residenziali (se ne legga già anche su queste pagine). E nemmeno l’Italia ha le carte troppo in regola in materia di trattamenti sanitari attuati senza il consenso della persona disabile interessata, come segnalato in questo approfondimento.
Per tali motivi il Forum Europeo sulla Disabilità sta promuovendo una petizione (disponibile a questo link anche in italiano) per vietare la sterilizzazione forzata e garantire che il diritto a una vita indipendente diventi una realtà in tutta l’Unione Europea.
Nel settembre 2022, inoltre, sempre l’EDF ha pubblicato un Rapporto sulla sterilizzazione forzata nell’Unione Europea, strumento a disposizione di chiunque voglia reperire ulteriori dati su questa grave violazione dei diritti umani.
Nei giorni scorsi anche «Euronews», testata di notizie internazionali, ha pubblicato una serie di servizi sugli orrori della sterilizzazione forzata e altre forme di coercizione riproduttiva attuate ai danni di persone con disabilità. Di seguito riportiamo i titoli (con i relativi link) dei servizi curati per «Euronews» da Laura Llach e Lucía Riera, che illustrano perché l’Unione Europea deve porre fine a questa pratica disumana: Doppia discriminazione per le madri disabili, le sole a cui non si perdona nulla, 9 giugno 2023; Perché la Svezia ha sterilizzato fino a 30.000 persone contro la loro volontà per la causa dell’eugenetica?, 8 giugno 2023; “La contraccezione forzata è la regola”: l’Ungheria non riesce a porre fine agli abusi contro le donne con disabilità, 7 giugno 2023; Il dilemma del consenso: la Francia sta lottando per porre fine alla sterilizzazione forzata, 6 giugno 2023; “Vedo la cicatrice e voglio morire”: perché l’UE consente la sterilizzazione delle donne con disabilità, 5 giugno 2023.
«Se non riesci a prenderti cura di te stessa, come potrai prenderti cura di qualcun’altro?», si legge in una delle testimonianze pubblicate da «Euronews»: Rosario, 53 anni, ha sempre sentito questa frase mentre cresceva. Con una diagnosi di disabilità intellettiva del 67%, i suoi genitori non riuscivano a immaginare che potesse essere indipendente, figuriamoci diventare madre. «La tua disabilità può essere trasmessa a tuo figlio attraverso i tuoi geni», le ripetevano spesso.
Quando ha compiuto 20 anni, Rosario si è innamorata di Antonio, uno dei suoi colleghi del centro occupazionale di Siviglia, nel sud della Spagna. Un giorno, parlando del loro futuro, entrambi hanno manifestato di voler avere figli, così hanno deciso di condividere la notizia con i genitori di Rosario. Ma l’idea che Rosario potesse diventare madre è stata uno shock per loro che, consigliati dal medico di famiglia, hanno deciso di farla sterilizzare.
La sterilizzazione forzata delle persone disabili era legale in Spagna fino a solo due anni fa. La Legge, che consentiva la sterilizzazione senza consenso “in casi eccezionali”, è stata abrogata a fine 2020 (se ne legga anche su queste pagine).
Costretta dunque dai genitori, Rosario ha dovuto sottoporsi a un’operazione per legare le sue tube di Falloppio quando aveva 20 anni. È stata portata all’Ospedale Vírgen del Rocío, a Siviglia, senza che le fosse detto quale tipo di operazione avrebbe dovuto subire. La madre ha minacciato di impedirle di rivedere Antonio e di metterla in istituto se si fosse rifiutata di andare in ospedale, quindi Rosario ha accettato.
Il giorno dopo vide la cicatrice sul suo corpo: «Mi sono chiesta: “Cosa hanno fatto della mia vita? Sono inutile? Tutte possono essere madri tranne me? Da allora, mi sento vuota ogni giorno della mia vita”», ha detto a «Euronews».
Il «poco affetto» che aveva per i suoi genitori è morto dopo la sua sterilizzazione. «Non ho una conversazione come padre e figlia. Non mi fido più di nessuno, né voglio farlo», aggiunge.
Tre anni fa, Rosario è riuscita a liberarsi dalla pronuncia di incapacità che ha permesso ai suoi genitori di decidere in modo assoluto su ogni aspetto della sua vita. Tuttavia, non è ancora completamente libera. Ora infatti nei giorni feriali deve prendersi cura del padre ottantenne, la stessa persona che pensava fosse incapace di prendersi cura di chiunque…
Carmen – nome di fantasia di un’altra donna la cui testimonianza è ospitata nello stesso servizio – aveva sempre sognato di diventare madre. Tuttavia, la madre aveva già deciso a riguardo: Carmen, quando avrebbe avuto 20 anni, sarebbe stata sottoposta a una legatura delle tube per impedirle di avere “molti figli”.
Carmen ha una disabilità intellettiva del 67%, e la madre l’ha portata in ospedale senza dirle dove stava andando. Non sapeva cosa sarebbe successo fino a quando il dottore non gliel’ha spiegato, ma ormai era troppo tardi, dato che era già in sala operatoria.
«Stavo piangendo e chiedendo loro per favore di non farmi addormentare. Dicevo per favore lasciatemi la possibilità di avere un figlio, solo uno. Ho cercato di non addormentarmi, ma sentivo l’anestesia diventare sempre più pesante», racconta ora che di anni ne ha 31.
«Quando ho firmato i documenti, la mia vista era offuscata perché ero già sotto anestesia. Ho firmato senza acconsentire, perché quando ho chiesto spiegazioni, mi hanno solo detto di firmare», aggiunge. Ma il suo rifiuto contava poco. Infatti poiché era sottoposta a tutela giuridica, la madre, che ne era la tutrice legale, aveva l’ultima parola. Da quel momento il loro rapporto è cambiato completamente.
«Provo risentimento verso mia madre, mi ha portato via una parte di me. È molto doloroso sentire che ciò che volevi di più in questo mondo ti è stato tolto, senza poter decidere», dice.
Carmen dice che dieci anni dopo l’accaduto sua madre giustifica ancora le sue decisioni dicendo che l’ha fatto per il suo bene. «Ma ogni volta che vedo la cicatrice, mi sento morire», conclude Carmen.
Cogliendo dunque l’occasione di questi ulteriori approfondimenti, il Forum Europeo sulla Disabilità ha chiesto ancora una volta a tutti e tutte di agire concretamente e di firmare la già citata petizione per Porre fine alla sterilizzazione forzata nell’UE ora!. (Simona Lancioni)
Per approfondire ulteriormente i temi trattati nel presente contributo (già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli, in provincia di Pisa e qui ripreso, con minimi riadattamenti dovuti al diverso contenitore, per gentile concessione), si può fare riferimento, sempre nel sito di Informare un’h, al repertorio Donne con disabilità: sterilizzazione forzata e altre forme di coercizione riproduttiva – 2023, nonché alle sezioni Donne con disabilità: diritti sessuali e riproduttivi, La violenza nei confronti delle donne con disabilità e più in generale Donne con disabilità.