Com’era già stato sottolineato lo scorso anno in occasione della giornata di studio denominata Immigrazione e disabilità: conoscenze, politiche e (buone) pratiche. A che punto siamo? (se ne legga ampiamente anche sulle nostre pagine), organizzata dalla LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), insieme alla Fondazione ISMU (Iniziative e Studi sulla Multietnicità) e alla Rete Espanet Italia, i temi dell’immigrazione, così come quelli legati alla disabilità, sono ormai da molti anni al centro dell’attenzione di numerosi studiosi, decisori politici e professionisti. Meno attenzione, invece, è stata data all’intreccio tra i due temi e in particolare ai rischi di discriminazione cui vanno incontro le persone con disabilità e con un retroterra migratorio o appartenenti a minoranze etniche svantaggiate. Così come, per converso, alle risorse e alle opportunità specifiche di questo gruppo sociale.
A poco più di un anno di distanza da quel seminario del giugno 2022, ancora la LEDHA, la Fondazione ISMU e la Rete Espanet Italia propongono per l’11 luglio (ore 11) un nuovo momento di confronto online, in corrispondenza della presentazione degli atti di quel precedente convegno, all’interno della nuova collana “Quaderni CeDoc” di ISMU, il tutto con l’obiettivo di arricchire ulteriormente la discussione su questo tema e incoraggiare un dialogo, per un verso tra operatori ed esperti di immigrazione ed operatori ed esperti di disabilità e, per l’altro verso, tra il mondo della ricerca accademica e quello dei servizi territoriali.
«Questa categoria “interstiziale” – riflette Laura Zanfrini, responsabile scientifica della Fondazione ISMU – rischia di restare ai margini di un sistema di servizi territoriali anche molto ricco, ma che spesso, nonostante gli appelli al lavoro di rete, rischia di funzionare per compartimenti stagni. Se intercettiamo i bisogni e le potenzialità dei gruppi più fragili allora avremo migliorato la capacità inclusiva del nostro sistema di welfare».
«Secondo le stime contenute nell’ultimo rapporto dell’ISMU – spiegano dalla LEDHA -, le persone di origine straniera in Lombardia sono circa un milione e 400.000, ma non esistono dati ufficiali che permettano di fotografare, almeno dal punto di vista numerico, questa intersezione con la disabilità. Unica eccezione, i minori: in base infatti ai dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito, sappiamo che sono poco meno di 8.000 gli alunni stranieri con disabilità che frequentano le scuole di ogni ordine e grado in Lombardia».
«Appartenere a un gruppo etnico minoritario – aggiunge Zanfrini –, comporta maggiori rischi di svantaggio sociale, ma anche la potenzialità di esprimere competenze e risorse inattese. Nel background di persone che hanno compiuto un percorso migratorio ci sono infatti competenze che spesso noi non riusciamo a leggere e che è importante riuscire a valorizzare».
Ad aprire i lavori dell’11 luglio saranno la stessa Laura Zanfrini e Alessandro Manfredi, presidente della LEDHA. Interverranno quindi Salvatore Nocera, presidente del Comitato dei Garanti della FISH; Giampiero Griffo, condirettore del Center for Governamentality and Disability Studies Robert Castel (CeRC) dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli; Laura Turotti dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Milano; Marco Rasconi, presidente nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare); Maali Atila Sarih del Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane; Marta D’Agosto dell’UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati).
L’incontro sarà moderato da Laura Abet, avvocato e responsabile del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi della LEDHA, mentre le conclusioni saranno affidate a Emmanuele Pavolini della Rete Espanet Italia. (S.B.)
Per partecipare all’incontro online dell’11 luglio (piattaforma Zoom), è necessario iscriversi tramite questo link. Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@ledha.it.