«È tempo di vacanze, e con la chiusura delle scuole per le famiglie arriva il momento di organizzarsi con la gestione dei figli mentre i genitori continuano a lavorare. Ecco dunque che, accanto allo smart working e al sostegno di nonni e famiglia, entrano in gioco strumenti quali le summer school, i campi studio e – soprattutto per i più piccoli – i centri estivi. L’utilizzo di questi ultimi in particolare è diventato negli ultimi anni una delle soluzioni più gettonate, ma cosa dire per le famiglie di bambini/e con disabilità? Facciamo un po’ di ordine cercando di capire cosa ci dice la normativa e come poterci tutelare»: viene introdotto così un ampio e utile approfondimento prodotto dal Centro Studi Giuridici HandyLex della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) di cui suggeriamo senz’altro la consultazione (a questo link).
Dopo una parte generale in cui si spiega cosa siano esattamente i centri estivi, chi li gestisca e quali siano le linee guida di tali strutture in tema di disabilità, vengono elencate nell’approfondimento tutte le possibili criticità, dall’esclusione di bambini/bambine e ragazzi/ragazze con disabilità, alla richiesta di pagamento di costi superiori, dalla frequenza ridotta alla richiesta di pagare l’educatore/assistente in più per il figlio/figlia, fornendo poi alcune indicazioni su come tutelarsi.
Da segnalare anche il paragrafo conclusivo, sul tema Bonus centri estivi 2023, ove si scrive: «Non è escluso che gli Enti locali, Comuni e Regioni abbiano messo a disposizione delle famiglie dei contributi appositamente per la frequenza dei centri estivi, di cui alcuni riservati a bambini e ragazzi con disabilità; consigliamo quindi di dare un’occhiata ai siti ufficiali del proprio Comune o Regione per saperne di più». (S.B.)
Ricordiamo ancora il link al quale è disponibile l’approfondimento del Centro Studi Giuridici HandyLex di cui si parla nella presente nota.
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