Situazioni processuali in cui si parte da condizioni economiche ben differenti

«Esprimiamo forti perplessità, da un punto di vista etico, che una famiglia di una persona con disabilità, già fortemente provata dalle esigenze di cura e dalle preoccupazioni per il futuro del figlio, debba privarsi e privare il figlio di 300.000 euro di spese processuali»: lo affermano i sottoscrittori del presente contributo (FISH Lazio, FIDA, Forum Terzo Settore Lazio, Istituto Luca Coscioni, Laura Andrao), sulla vicenda di Elena e del figlio Mario, chiedendo poi «alla Politica di disciplinare situazioni processuali dove le parti hanno una condizione economica di partenza molto differente»

Elena e Mario

Elena e Mario

Da diversi giorni Elena, madre di Mario, un giovane con gravissima disabilità, ha reso pubblica la sentenza definitiva arrivata dopo ben 27 anni di un procedimento giudiziario intentato contro la struttura sanitaria dove era nato Mario, che la condanna a pagare le spese processuali per una somma di circa 300.000 euro.
La causa riguardava eventuali responsabilità sanitarie durante il parto, che avrebbero provocato danni, generando la condizione di disabilità ad altissima necessità assistenziale di Mario.

Esprimiamo forti perplessità, da un punto di vista etico, che una famiglia di una persona con disabilità, già fortemente provata dalle esigenze di cura e dalle preoccupazioni sul futuro di Mario quando non ci sarà più il suo supporto, debba privarsi e privare Mario di una somma così ingente, che sarebbe fondamentale per le sue necessità e la sua assistenza, oggi e per il suo domani.

Da diversi anni Elena, fondatrice e presidente dell’Associazione Oltre lo Sguardo, ha avviato con risorse proprie un’esperienza di avvicinamento al “Dopo di Noi”, mettendo a disposizione delle soluzioni abitative per diverse persone con gravi disabilità, proprio per garantire un futuro dignitoso a Mario e ad altri ragazzi e ragazze.
Questa sentenza mette certamente a rischio il benessere attuale di Mario, guadagnato con estrema fatica, e il suo futuro, con conseguenti danni sulla qualità della sua vita.
Crediamo sia necessario individuare una soluzione che tenga maggiormente conto delle conseguenze che questa condanna potrà produrre. Invitiamo quindi le controparti a rinunciare alle spese che rendono soccombenti Mario e la sua famiglia.
Chiediamo inoltre alla Politica di disciplinare quanto prima situazioni processuali dove le parti hanno una condizione economica di partenza molto differente, affinché tutti possano veder tutelati in sede giudiziaria i propri diritti, senza dovervi rinunciare.

Il presente testo è sottoscritto da Daniele Stavolo (FISH Lazio-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), Cristiana Mazzoni (FIDA-Forum Italiano Diritti Autismo), Francesca Danese (Forum Terzo Settore Lazio), Maria Antonietta Farina (Istituto Luca Coscioni) e Laura Andrao (avvocata impegnata per i diritti delle persone con disabilità).

Sulla questione di cui si parla nel presente testo è in programma per il 18 luglio (ore 11.30), un incontro alla Camera con il deputato Marco Simiani, mentre un gruppo di associazioni e caregiver manifesteranno il loro sostegno in Piazza del Parlamento 24 a Roma, con l’hashtag #unAbbraccioaElenaeMario. È stata infine lanciata anche una petizione su Change.org (raggiungibile a questo link).

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