Mettiamo ingredienti umani nei germi delle “intelligenze” che stiamo generando

«Ottima e utilissima – scrive Antonio Giuseppe Malafarina – l’applicazione per Alexa “Libro in voce”, che legge vagoni di libri gratis, con Alexa che è il supporto e “Libro in voce” il tramite, a cura di Amazon e dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti). Ottima perché rappresenta un facilitatore e riduce la disabilità. Attenzione, però, a parlare di “intelligenze”, perché al momento siamo agli albori e se non mettiamo ora gli ingredienti giusti, umani, nei germi delle intelligenze in divenire che stiamo generando, rischiamo una catastrofe!»

Intelligenze artificialiChe cos’è un assistente vocale? Un altoparlante ignorante che pesca risposte in uno sconfinato bacino che non conosce. Parlo perché li conosco e la mia non è antipatia. Non sono per niente intelligenti e sono utilissimi. Fanno un mucchio di cose, anche se non sempre bene. Ne ho alcuni e qui racconto dell’utilissima applicazione per Alexa Libro in voce [se ne legga già sulle nostre pagine, N.d.R.]. È una skill, nel loro mondo le app si chiamano così, che legge vagoni di libri gratis. Alexa è il supporto e Libro in voce è il tramite, a cura di Amazon e dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti). Con che vantaggi e limiti?
In verità Alexa è anche scaricabile sul proprio smartphone e qui se lo smartphone non è accessibile addio Alexa. Una piccola digressione. Per me il telefonino non era utilizzabile fino a qualche anno fa, quando la tecnologia di riconoscimento vocale che adopero da più di trent’anni è sbarcata sulla telefonia mobile. I miei sono impedimenti motori, quelli degli utenti per cui è stata creata Libro in voce sono relativi all’uso di uno strumento dalla superficie perfettamente liscia. Che, quindi, non offre riferimenti tattili su cui la persona che non vede possa orientarsi. Ma che, anche in questo caso da pochi anni, è diventato fungibile. Merito della buona volontà dei costruttori. E della convenienza, perché le persone con disabilità fanno mercato.

La skill Libro in voce non dovrebbe avere bisogno di smartphone per funzionare sul proprio dispositivo Echo (cioè la linea di apparecchi fra cui scegliere per usare Alexa), ma a condizione che questo sia dotato di schermo. Un plauso ad Amazon, che ha reso questi apparecchi funzionali per le persone che non vedono. Sugli Echo con lo schermo c’è una funzione che legge il monitor. Per cambiare o attivare un’opzione del dispositivo si ascolta quello che la voce legge e si interagisce con le proprie parole. Non ho provato il sistema, ma mi fido di Amazon e UICI.

Libro in voce mette a disposizione gratuitamente un archivio di titoli enorme e per questo è disponibile solo per uso solidale. Possono accedervi solo le persone iscritte al Servizio Nazionale del Libro Parlato, dove si può aderire tramite questo link e dove l’iscrizione è subordinata alla non autosufficienza alla lettura del richiedente.
Per cercare un libro basta dire «Alexa apri un libro in voce» e parte la possibilità di scegliere, per titolo oppure per autore. Entrati nel libro si può sfogliarlo mandando avanti o indietro la riproduzione audio di un tot di secondi o tracce. Si può mettere in pausa o inserire segnalibri per sospendere la lettura oppure chiedere a che punto si è arrivati.

La skill si presenta utilissima e da Amazon promettono ulteriore attenzione. Si parla di rendere i dispositivi ancora più intelligenti e io ricordo le parole di Luciano Floridi, uno dei massimi esperti di filosofia ed etica dell’informazione. In una delle sue interviste lo avevo sentito parlare di “intelligenza zero”, che è un concetto che riduce le intelligenze artificiali a meri attuatori di comandi. Ovvero, con parole mie, strumenti che eseguono senza elaborare. In funzione delle istruzioni impartite con i famigerati algoritmi, prodotti da esseri umani, che sono bravissimi a eseguire, ma attualmente sono privi di senso critico.

Concludo: ottima l’applicazione Libro in voce perché rappresenta un facilitatore, cioè un elemento dell’ambiente che favorisce la partecipazione delle persone all’ambiente medesimo. In questo modo la disabilità si riduce. Però attenzione a parlare di “intelligenze”, perché al momento siamo agli albori. È un periodo delicatissimo perché quello che metteremo in queste intelligenze, che stiamo creando noi oggi, definirà la vera intelligenza artificiale di domani. Un po’ come quando si è creata la vita umana e grazie a una felice combinazione di elementi giusti è emerso l’uomo. Che, naturalmente, si è poi sviluppato nel tempo.
Se quegli elementi fossero stati, diciamo così, “sbagliati” avremmo avuto dell’altro. Forse migliore, probabilmente mostruoso. Forse non avremmo avuto niente. Se non mettiamo ora gli ingredienti giusti, umani, nei germi delle intelligenze in divenire che stiamo generando, rischiamo una catastrofe!

Direttore responsabile di «Superando.it». Il presente contributo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it» (con il titolo “Libri in voce è la nuova skill di Alexa di libri per non autosufficienti alla lettura, attenti al futuro”) e viene qui ripreso, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

Please follow and like us:
Pin Share
Stampa questo articolo