Lombardia: conferme e novità nel nuovo Piano per la “Legge sul Dopo di Noi”

Tramite una recente Delibera, la Giunta Regionale della Lombardia ha approvato il nuovo Piano Operativo per l’implementazione della Legge 112/16 (“Legge sul Dopo di Noi” o “sul Durante e Dopo di Noi”), regolamentando anche l’utilizzo delle risorse rese disponibili. Il provvedimento garantisce continuità ai progetti attualmente in corso, ma contiene anche alcune importanti novità

Persona con disabilità intellettiva insieme al padre

Un giovane adulto con disabilità intellettiva insieme al padre

Con la Delibera XII/275 del 15 maggio scorso, la Giunta Regionale della Lombardia ha approvato il nuovo Piano Operativo per l’implementazione della Legge 112/16, che mette a disposizione complessivamente poco più di 13 milioni di euro per l’anno 2022. La Delibera, inoltre, regolamenta l’utilizzo di queste risorse.
Innanzitutto viene data garanzia di continuità ai progetti attualmente in corso. Se da una parte, infatti, la Legge 112/16 è nota come “Legge sul Dopo di Noi”, dall’altra il fine è quello di creare dei percorsi di vita al di fuori della famiglia, mettendo al primo posto la persona, i suoi desideri e le sue aspettative e significa quindi ascoltare (e tenere in considerazione) i desideri della persona con disabilità.
In attuazione delle finalità previste dalla Legge 112/16, sono fiorite esperienze di grande interesse e sono sempre in numero maggiore le persone con disabilità che – grazie alle risorse messe a disposizione dalla normativa – hanno avviato un percorso di vita autonoma rispetto alla famiglia d’origine.
Coloro che sono stati “presi in carico” dalla Legge nel 2022 sono stati in Lombardia 2.021, in aumento rispetto ai 1.862 del 2019. Complessivamente si contano oltre 120 esperienze che accolgono stabilmente quasi 400 co-residenti.

La Delibera approvata nel maggio scorso garantisce dunque la continuità ai progetti attualmente in corso, destinando a questo scopo risorse per 4,3 milioni di euro agli Ambiti Territoriali, mentre per i progetti di accompagnamento all’autonomia si dà indicazione agli Ambiti di utilizzare le risorse residue degli anni precedenti, ancora nella loro disponibilità. Infine, per i nuovi progetti, vengono destinati complessivamente più di 8,7 milioni ei euro.
Destinatari della misura sono le persone maggiorenni con disabilità grave (ai sensi della Legge 104/92), non determinata dal naturale invecchiamento o da patologie connesse alla senilità, prioritariamente prive del sostegno familiare perché mancanti di entrambi i genitori, perché questi non sono in grado di fornire adeguato sostegno familiare o perché se ne considera la prospettiva del venire meno. Possono accedervi anche persone con disabilità grave già inserite in strutture residenziali per le quali emerga una necessità di rivalutazione delle condizioni abitative (percorso di deistituzionalizzazione).
Gli interventi che possono essere finanziati sono di natura infrastrutturale (ad esempio i costi per la locazione e le spese condominiali, oltre alle spese di adeguamento per la fruibilità degli alloggi) e gestionale, ad esempio per sostenere programmi di accrescimento della consapevolezza e l’abilitazione e lo sviluppo di competenze per favorire l’autonomia, per sostenere la domiciliarità, per promuovere percorsi di accompagnamento per l’uscita dal nucleo familiare d’origine o per la deistituzionalizzazione.

La nuova Delibera contiene anche alcune novità. Sono state infatti ulteriormente ridotte le incompatibilità tra l’accesso ai fondi della Legge 112/16 e le altre misure regionali, sono stati rimodulati i tempi e i sostegni per i percorsi di accompagnamento all’autonomia, suddivisi ora in tre diverse fasi con tempistiche diverse e con disponibilità economiche crescenti, man mano che ci si avvicina all’obiettivo dell’emancipazione dalla famiglia di origine.
A supporto dei percorsi di autonomia viene prevista la figura del Support Manager della residenza dell’abitare in autonomia: una sorta di “garante” dell’attuazione quotidiana del progetto di vita delle persone e dell’utilizzo coerente del relativo budget di progetto. Egli viene indicato dalle stesse persone con disabilità ed è inserito nel singolo Progetto Individuale, previa verifica della sua idoneità.
In sostanza, il Support Manager è responsabile della pianificazione e del coordinamento delle attività del nucleo abitativo, avviando i diversi interventi in una logica di efficientamento della spesa e appropriatezza dei sostegni. Promuove altresì la “partecipazione attiva” e l’integrazione di tutti gli interlocutori già coinvolti e/o coinvolgibili sul territorio in favore della persona, nell’ottica di evitare la sovrapposizione e/o la duplicazione di interventi.

La LEDHA è la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

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