Dietro la lavagna l’Aeroporto di Francoforte

Negato l’imbarco a un ragazzo con disabilità, perché manca il servizio di assistenza e un farmaco salvavita “partito” con i bagagli in aereo: accade a una famiglia italiana a Francoforte, nel più grande aeroporto intercontinentale della Germania, sesto in Europa per numero di passeggeri. «Inqualificabile, inaccettabile», è il duro commento di Vincenzo Falabella, presidente della Federazione FISH, che oltre a denunciare l’accaduto alle varie autorità del settore, sottolinea come non sia la prima volta che il servizio di assistenza negli scali tedeschi si riveli carente
Famiglia Cesarini in Scozia, agosto 2023
La famiglia Cesarini sorridente durante la vacanza in scozia. Poi i pesanti disagi all’aeroporto di Francoforte (da «Corriere della Sera.it»)

A finire questa volta dietro la lavagna è niente di meno che il più grande aeroporto intercontinentale della Germania, quello di Francoforte, sesto in Europa e undicesimo nel mondo per numero di passeggeri. E succede dopo quanto denunciato da una famiglia italiana, reduce da una bella vacanza in Scozia, padre, madre e tre figli di 13, 8 e 4 anni, il primo dei quali con disabilità motoria e in carrozzina.
Dopo quindi avere perso la coincidenza delle 16.45 da Francoforte a Roma, come leggiamo in «Corriere della Sera.it», «ci avvisano – racconta Marco Cesarini – che saremmo ripartiti sul volo delle 21.30. Ci lasciano al ristorante e concordiamo anche di attendere lì il collega che ci scorterà all’aereo. I minuti però passano in solitudine e alle 20.30 la famiglia si reca al gate, per non perdere l’aereo.
«Arrivati lì – spiega la moglie Federica -, facciamo subito presente che nessuno è venuto a prenderci e che, come registrato sulle prenotazioni, avremmo bisogno dell’assistenza. In quelle due ore di attesa avevo ripetuto almeno tre volte agli addetti delle nostre necessità».
A un certo punto arriva un operatore della compagnia, parla con il desk e dichiara in tedesco: «No, loro partono domani», adducendo dapprima un errore da parte della famiglia, poi l’ammissione che non c’era più il personale addetto alle persone a ridotta mobilità. «Peccato – aggiunge Federica – che fossero trascorse quasi tre ore dal momento del nostro arrivo al gate ed era loro responsabilità organizzarsi. Ma forse è stato il tono la cosa peggiore. Brutali. Nessuna traccia di scuse, né di umanità». Unica opzione, dunque, un volo il giorno dopo a mezzogiorno, con la famiglia spedita in un albergo a trenta chilometri dall’aeroporto. E non basta: il farmaco anti-epilettico del figlio è rimasto nei bagagli imbarcati sul volo perso. «Inutili le richieste di riaverlo – dice Marco Cesarini -, un addetto ci porta pure al centro medico, ma quando vede che è chiuso, ci saluta. Per fortuna che nostro figlio non ha avuto crisi!».

Fin qui la vicenda. «Inqualificabile, inaccettabile, che ciò avvenga in uno degli scali più importanti d’Europa», commenta duramente Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) «Non è tuttavia la prima volta che riceviamo reclami da parte di passeggeri che lamentano disservizi e disagi negli aeroporti tedeschi, il che fa pensare che in Germania l’organizzazione del servizio di assistenza alle persone con ridotta mobilità sia ancora in generale particolarmente carente. E questo fa riflettere, anche pensando che su questi temi l’Italia, negli ultimi anni, ha fatto invece importanti passi in avanti, grazie anche alla collaborazione con organizzazioni di persone con disabilità come la nostra Federazione».

A questo punto la FISH non intende limitarsi a commentare duramente la vicenda, se è vero che l’accaduto è già stato segnalato a Mark De Laurentiis, dirigente dell’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), ove è referente per la Direzione Tutela dei Diritti dei Passeggeri, con una lettera in parallelo anche al NEB tedesco, l’organismo nazionale che controlla il rispetto dei diritti di tutti i passeggeri da parte degli operatori dei trasporti, in cui si chiede di fare piena chiarezza su quanto successo. «E lo faremo presente – aggiunge Falabella – anche alla prossima riunione dell’ENAC sul tema dei passeggeri a ridotta mobilità, in programma in settembre a Parigi. Chi poi avrà sbagliato, non soltanto dovrà scusarsi, ma anche risarcire il danno causato».

Amara la conclusione del Presidente della FISH: «Insieme ad altre – afferma – questa vicenda è dimostra che la strada per garantire pari opportunità e uguaglianza alle persone con disabilità e alle loro famiglie resta ancora lontana, anche durante l’estate, quando sono tante le persone con disabilità che vorrebbero vivere una vacanza normale e che invece sono spesso costrette a rinunciarvi». (S.B.)

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