Una campagna (e un adesivo) per rappresentare disabilità visibili e invisibili

Solo il 20% delle disabilità risulta immediatamente visibile il che significa che vi sono milioni di persone le quali affrontano in silenzio i condizionamenti che le cosiddette “disabilità nascoste” comportano a livello professionale, personale e sociale. Parte da questo presupposto la campagna di sensibilizzazione “Disabilità. C’è anche se non la vedi”, promossa dall’AICCA (Associazione Italiana Cardiopatici Congeniti bambini e Adulti) e centrata su un adesivo volto a rappresentare l’intero ventaglio delle disabilità
Adesivo AICCA
L’adesivo su cui è centrata la campagna dell’AICCA “Disabilità. C’è anche se non la vedi”

«L’idea di questa campagna è nata dal mio vissuto personale, non sopportavo più di trovare bigliettini intimidatori sul parabrezza dell’automobile», spiega Giovanna Campioni, direttrice dell’AICCA, l’Associazione Italiana Cardiopatici Congeniti bambini e Adulti, raccontando la genesi di Disabilità. C’è anche se non la vedi, una campagna di comunicazione nata per sensibilizzare sull’esistenza delle cosiddette “disabilità invisibili”. «Mi sentivo molto avvilita, non puoi sempre uscire di casa con il coltello tra i denti. E così, quando mi sono resa conto che in altri Paesi si usava un adesivo in grado di rappresentare l’intero ventaglio delle disabilità, ho pensato che dovessimo adottarlo anche noi».

Avere una disabilità non immediatamente percepibile espone frequentemente a fastidiosi equivoci e discriminazioni, come dover giustificare la titolarità del contrassegno auto per le persone con disabilità, dover spiegare perché si chiede il posto a sedere in un treno affollato o di saltare la fila al supermercato, ritrovarsi a dover sempre raccontare aspetti personali di sé per spiegare che alcuni atti della vita quotidiana possono creare delle difficoltà ad alcune persone. Situazioni che talvolta possono anche portare a doversi difendere da accuse e aggressioni verbali.
Solo il 20% delle disabilità risulta immediatamente visibile, spiegano dall’AICCA, il che vuol dire che ci sono milioni di persone che affrontano in silenzio i condizionamenti che le “disabilità nascoste” comportano a livello professionale, personale e sociale. Solo in Italia le persone con una cardiopatia congenita sono circa 100.000, 2 milioni e 300.000 in Europa. E ovviamente, tra gli “invisibili” non ci sono solo coloro che hanno una cardiopatia, congenita e non, ci sono anche le persone sorde e quelle ipoacusiche e iperacusiche, le persone con disabilità visive, quelle con autismo, con sclerosi multipla o altre malattie croniche, con patologie autoimmuni o reumatologiche, con disabilità psicosociali, e tante altre ancora con caratteristiche, difficoltà ed esigenze specifiche ma “non apparenti”.

Come accennato, il fulcro della campagna è costituito da un adesivo, qui sopra riprodotto, dove l’icona della persona con disabilità in sedia a rotelle è divisa in due e l’altra metà è raffigurata da una sagoma umana dimezzata in senso longitudinale, senza disabilità apparenti, ma con accanto i simboli delle cardiopatie, delle disabilità sensoriali, delle disabilità intellettive e della lingua dei segni.
Sull’adesivo compaiono due scritte, una con caratteri più grandi, «Non tutte le disabilità sono visibili», l’altra quasi un sottotitolo, «L’attenzione a non ferire è la miglior forma di rispetto».
L’adesivo stesso è pensato per essere utilizzato in luoghi pubblici o aperti al pubblico, come autobus e metropolitane, aeroporti, ristoranti, centri commerciali, scuole di ogni ordine e grado.
La campagna è stata lanciata nel 2021 e ha coinvolto diversi media e partner aziendali e istituzionali, tra i quali il Comune di Milano, che ha condiviso sui propri canali social i contenuti del progetto. Essa è ancora attiva, e «questo è solo l’inizio», chiosa Campioni, mentre annuncia che l’AICCA sta organizzando numerose iniziative per promuoverne la diffusione a livello nazionale. (Simona Lancioni)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: aiccaonlus@gmail.com.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso – con minimi riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.

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