«La pedana non è a norma, non ha la giusta pendenza e quindi è invalicabile da una persona con disabilità motoria in carrozzina e poi è impossibile aprire la porta, che per le toilette rivolte a persone con disabilità dovrebbe essere scorrevole. Infine vi è la grandissima barriera dei prefabbricati costituita dalla cosiddetta “lama della porta”. A completare del tutto il ghiaino del suolo antistante, oltre alle depressioni e ai rigonfiamenti del terreno. Ma chi ha progettato e realizzato quei bagni riservati in teoria alle persone con disabilità?»: a dirlo è l’Associazione Genitori Tosti in Tutti i Posti, con tanto di diffusione dell’immagine qui a fianco pubblicata, a proposito dei cosiddetti “bagni per disabili” realizzati in un’area di Verona (ex Sporting club vicino al quartiere San Zeno e a Corso Milano), riconvertita a spazio per giochi e aggregazione.
Il caso specifico porta per altro la medesima Associazione a porre una serie di quesiti all’Amministrazione Comunale della città scaligera, su quella che viene sostanzialmente ritenuta come una mancanza di ascolto delle organizzazioni di persone con disabilità e delle loro famiglie sui temi dell’accessibilità e segnatamente quando vengono attuati progetti di riqualificazione come quello citato.
«In quale modo – è il quesito centrale dei Genitori Tosti in Tutti i Posti – viene applicata la Legge sui PEBA (Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche) a Verona?». Un quesito che inquieta l’Associazione, anche pensando alle non lontane Olimpiadi e Paralimpiadi Invernali del 2026 che vedranno anche la città di Verona ospitare alcuni eventi.
Le nostre pagine, naturalmente, sono aperte a ogni motivata replica e precisazione da parte, nello specifico, della stessa Amministrazione Comunale di Verona. (S.B.)
A questo link è disponibile un testo di ulteriore approfondimento sul caso segnalato. Per altre informazioni: genitoritosti@yahoo.it.
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