Avevamo dato ampio spazio, nel giugno scorso, alla presentazione del seminario pubblico denominato L’inclusione si fa solo insieme, organizzato a Cinisello Balsamo (Milano) nell’àmbito dell’omonima campagna intinerante promossa dalla LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, componente lombarda della FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e realizzata in collaborazione con CSVnet Lombardia, la FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), il Forum Terzo Settore Lombardia e l’Università di Milano Bicocca, per presentare alla maggior parte delle persone la Legge Regionale della Lombardia 25/22 (Politiche di welfare sociale regionale per il riconoscimento del diritto alla vita indipendente e all’inclusione sociale di tutte le persone con disabilità), facendo emergere quali possano essere i cambiamenti possibili per renderne effettiva l’implementazione.
Curato da L-inc – Agenzia per la vita indipendente Nord Milano, di cui è capofila l’ANFFAS Nordmilano (Associazione di Famiglie e Persone con Disabilità Intellettive e del Neurosviluppo), l’incontro ha visto confrontarsi proficuamente leader associativi, genitori, ricercatori, consulenti alla pari e un gruppo di persone con disabilità intellettiva che fanno parte del Gruppo di Autorappresentanza della stessa ANFFAS Nord Milano. A questi ultimi è stata posta la medesima domanda, «Che cosa significa per te vita indipendente?», «perché – come ha sottolineato Monica Pozzi, responsabile di L-inc – la Legge 25/22 parla di loro, dei loro desideri e dei loro progetti, della possibilità di trovare una propria strada e di essere più soddisfatti della propria vita. Per questo motivo abbiamo pensato che fosse importante far sentire la loro voce».
Il portale Persone con disabilità.it ne ha pubblicato le risposte che ben volentieri riprendiamo qui di seguito.
Leo: «Vita indipendente è il lavoro, andare a vivere con le persone che ci piacciono, è avere un conto in banca, se uno non lavora è difficile aprire un conto in banca, vita indipendente è anche essere autonomo, fare quello che si può da solo, quello che non si riesce si può chiedere aiuto, chi può, non tutti, possono prendere la patente, avere una relazione con una ragazza, avere rapporto con amici, guardare i film porno».
Micol: «Cercare un lavoro che ti piaccia, essere aiutati nelle cose in cui ho bisogno, un’insegnate di sostegno per chi ha bisogno a scuola».
Tony: «Uscire fuori e trovare un lavoro, avere i soldi da parte per me, avere una casa tutta mia, senza la mia famiglia, ma con altre persone, vivere in quartieri sicuri con i servizi di cui ho bisogno, vuol dire non avere sempre una persona che ti dice quello che devi fare, ma ricordarti da solo».
Gaia: «Trovare degli amici e vivere insieme, usciamo e conosciamo altre persone, avere degli spazi privati, fare le cose che mi piacciono con altre persone, essere rispettata, fare le cose che mi piacciono».
Gianfri: «Frequentarsi tra amici, pulire, gestire l’immondizia, tenere la casa pulita, vestirsi bene, gestire i soldi».
Mirko: «Avere una casa tutta mia, nonostante la mia difficoltà nella gestione del denaro, potermi recare autonomamente dove voglio nelle giornate di sole e godermi i miei momenti».
Andrei: «Non stare con la mia famiglia, avere i miei spazi, avere i miei orari, avere un letto, vivere con gli amici, andare al cinema, in biblioteca a leggere i libri, vedere i film, andare in chiesa quando voglio io e non quando decide mamma».
Greta: «Andare in giro con gli amici, trovare un lavoro stabile (cameriera in un ristorante, mi piacerebbe provare), fare la spesa».