«Come abbiamo appreso da un articolo di “Superando.it” di qualche giorno fa – ci scrive l’avvocata Ivana Consolo, con riferimento al nostro testo L’Ordine dei Giornalisti al lavoro per una guida sul linguaggio della disabilità -, il giornalismo italiano sta cercando di prendere provvedimenti per imparare a parlare di disabilità. Ma gli episodi di gravi, gravissimi errori di comunicazione continuano e, quando avvengono sulla TV di Stato, pagata dai cittadini (anche quelli con disabilità), fa ancora più male».
«In quanto avvocato che si occupa dei diritti e della tutela di persone con autismo, non potevo tacere dinanzi a ciò che è successo il 28 agosto in occasione della messa in onda del programma di RAI Uno Estate in diretta. Ho scritto dunque all’Ufficio Stampa RAI, auspicando che ciò possa portare ad una rettifica e a scuse pubbliche nei confronti delle persone autistiche di questo Paese».
Ben volentieri, quindi, riprendiamo qui di seguito la lettera di Ivana Consolo all’Ufficio Stampa RAI.
Chi scrive è un avvocato civilista che, tra le altre cose, si occupa anche dei diritti e della tutela dei ragazzi autistici. Ho creato un gruppo Facebook dedicato all’autismo che ad oggi conta oltre 3.300 follower tra famiglie di ragazzi fragili, Associazioni, attivisti, professionisti, ragazzi autistici, semplici persone sensibili al tema, e proprio tutti loro mi hanno segnalato quanto accaduto in occasione della puntata del programma Estate in diretta andata in onda su RAI Uno il 28 agosto.
Se oggi sono qui a scrivere, è perché dopo essermi doverosamente informata mediante visione in replay della puntata, ho deciso di raccogliere e rappresentare le legittime doglianze provenienti dal “mondo dell’autismo” che qui rappresento.
Ebbene, in occasione di un dibattito che i due conduttori di Estate in diretta hanno organizzato per affrontare il terribile episodio di cronaca dello stupro di gruppo verificatosi a Palermo, uno dei giornalisti in collegamento video, esattamente Andrea Di Consoli, ha utilizzato un’espressione che fa sobbalzare e inorridire chiunque viva l’autismo personalmente, o se ne occupi a vario titolo. Il giornalista, infatti, ha parlato di «autismo di gruppo», facendo riferimento alla violenza perpetrata dagli stupratori di Palermo.
L’avere utilizzato una tale espressione durante una trasmissione seguita da milioni di telespettatori, meriterebbe un intervento serio nei confronti del giornalista che si è espresso in tal modo, e dei conduttori di Estate in diretta che non hanno battuto ciglio dinanzi ad una tale bestialità proferita da un loro ospite.
Associare l’autismo alla violenza, anzi alla delinquenza, significa far passare un messaggio del tutto distorto e falso, nonché estremamente grave! Ciò che è accaduto a Palermo, non è “autismo di gruppo”, ma becera delinquenza di gruppo.
Ma ciò che è ancora più grave è che sia stata la TV di Stato a rendersi protagonista di un tale accadimento. Ricordo alla RAI che noi tutti cittadini paghiamo un canone per poterne vedere le reti; anche gli autistici adulti e le famiglie dei ragazzi autistici pagano il canone, e di sicuro non sono lieti di pagare un servizio pubblico che non esita a porre in essere condotte del tutto irrispettose nei loro riguardi!
È chiaro ed evidente che nessuno dei giornalisti di Estate in diretta sappia cosa sia l’autismo. E visto che non lo sanno, appare il caso di fornire loro elementi per poter conoscere, capire e quindi rispettare.
L’autismo è una condizione del soggetto, del suo neurosviluppo, che si presenta con un’estrema varietà di manifestazioni e/o forme. Ricondurre l’autismo ad un fattore di pericolo per sé e gli altri significa ignorare l’esistenza di migliaia di persone autistiche, di ogni età, che invece sono l’immagine della sensibilità e della dolcezza; che non farebbero mai del male a nessuno; che (nei cosiddetti casi “ad alto funzionamento”) si prodigano per sensibilizzare la società sul tema, cercando di creare i presupposti per una piena e autentica inclusione; che troppo spesso sono esse stesse vittime di un sistema ancora incapace di accoglierle e di dare loro tutto ciò che serve per poter vivere un’esistenza dignitosa.
I ragazzi autistici e le loro famiglie, conducono una vita che rassomiglia ad una guerra quotidiana: lottano per poter frequentare le scuole, lottano per potere avere accesso alle terapie, lottano per poter veder riconosciuti i loro diritti, lottano per il “Dopo di Noi”, lottano contro ogni forma di discriminazione.
A questo punto chiedo: se la televisione offre visioni distorte di tematiche così serie e rilevanti dal punto di vista sociale, a che servono le lotte quotidiane delle famiglie? A cosa serve il lavoro delle Associazioni, degli attivisti, degli educatori e di professionisti come la sottoscritta, che si rivolge ai Tribunali per esigere il rispetto dei diritti dei più fragili? Basta infatti una sola puntata “mal costruita” di un programma televisivo offerto dal servizio pubblico per mandare in frantumi l’impegno di tantissime realtà, ma, soprattutto, per respingere ancora una volta, nell’antro dello stigma sociale e dell’ignoranza, migliaia di esseri umani che non hanno alcuna colpa e che non meritano di essere “etichettati” in modo sgradevole e irreale!
La trasmissione Estate in diretta dovrebbe informare, con un taglio giornalistico, il pubblico pomeridiano di RAI Uno, ma se davvero la RAI ambisce a svolgere una sana funzione divulgativa e informativa, allora sarebbe il caso che vigilasse sul grado di preparazione dei propri conduttori e giornalisti, e intervenisse adeguatamente ogni volta che costoro commettono “svarioni” tali da ledere la dignità di una notevole percentuale di popolazione italiana e mondiale.
Auspico dunque che il gravissimo errore di comunicazione che è stato commesso venga compreso, che si provveda a rettificare con un comunicato durante una nuova puntata della trasmissione Estate in diretta e che si porgano anche e doverosamente le scuse alle tante persone autistiche di questo Paese.
Qualora poi questo mio appello restasse “lettera morta”, non esiterò a trasmettere il tutto all’Autorità di Vigilanza RAI e all’Ordine Nazionale dei Giornalisti, affinché valutino e adottino i più opportuni provvedimenti.