Solo un lavoro di rete può realmente portare a un nuovo welfare

Una serie di azioni e strumenti innovativi hanno caratterizzato “Welfare 4.0”, progetto promosso dalla Federazione FISH, insieme a LEDHA e UILDM, che ha voluto formare gli operatori pubblici e privati operanti nei diversi sistemi regionali, basandosi sui princìpi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, al fine di “dare carburante” a un welfare comunitario d’inclusione fondato su una nuova cultura, immagine e rappresentazione della disabilità. «Solo un lavoro di rete - è emerso con chiarezza durante il seminario conclusivo - potrà realmente portare a un nuovo welfare»

Progetto "Welfare 4.0"

«Come facciamo ogni giorno, anche attraverso Welfare 4.0 ci siamo impegnati a promuovere e a difendere i diritti delle persone con disabilità in Italia. Riteniamo infatti che il welfare debba essere un pilastro fondamentale della nostra società, garantendo un accesso equo e inclusivo a servizi di qualità per tutti i cittadini e le cittadine. Le persone con disabilità hanno il diritto di vivere una vita dignitosa, di partecipare attivamente alla società e di avere accesso ai servizi, con la piena garanzia dell’inclusione sociale e dell’uguaglianza di opportunità. Come Federazione continueremo dunque a lavorare con tutte le parti interessate, inclusi Governo e Parlamento, per promuovere una società più inclusiva, equa e consapevole dei diritti umani. Solo attraverso un impegno condiviso e una cooperazione attiva potremo garantire un futuro migliore per tutti, indipendentemente dalla loro abilità»: lo ha dichiarato Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), nel corso del seminario conclusivo di Roma (se ne legga anche la nostra presentazione), di Welfare 4.0 – Per una definizione di un welfare comunitario di inclusione, progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che ha visto la stessa FISH quale capofila, insieme ai partner UILDM Nazionale (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), aderente alla stessa FISH, e alla LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che della FISH è la componente lombarda, oltreché avvalendosi della collaborazione esterna di varie Università, Enti Locali e organizzazioni del Terzo Settore.

In un anno e mezzo di intenso lavoro, l’obiettivo di tale iniziativa è stato quello di formare, attraverso tutti gli strumenti culturali e tecnici basati sui princìpi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, gli operatori pubblici e privati che operano nei diversi sistemi regionali, al fine di “dare carburante” a un welfare comunitario d’inclusione basato su una nuova cultura, immagine e rappresentazione della disabilità. Un’iniziativa, quindi, che, come è emerso anche dall’incontro conclusivo, ha voluto essere anche un indirizzo al mondo della politica da una parte, a quello dell’associazionismo e del Terzo Settore, presentando azioni e strumenti innovativi per un nuovo welfare, affrontando altresì anche il tema del linguaggio della comunicazione e supportando i progetti di vita indipendente.

Particolarmente positivi i risultati raggiunti, se è vero, ad esempio, che sono già più di seicento gli iscritti ai due corsi di alta formazione online (“MOOC – Massive Online Open Courses”) proposti nell’àmbito di Welfare 4.0, in collaborazione con la struttura Federica Web Learning dell’Università Federico II di Napoli, e dedicati rispettivamente a La discriminazione sulla base della disabilità e a Per un welfare comunitario di inclusione. Circa settecento, inoltre, sono stati i partecipanti ai seminari del ciclo I sorrisi non bastano, dedicati alla comunicazione a linguaggio sulla disabilità. E da ultimo, ma non ultimo, il manuale prodotto nell’àmbito del progetto è già stato adottato da alcune delle maggiori Università italiane.

«Occorre superare l’attuale impostazione del sistema di welfare – ha affermato Alessandro Manfredi, presidente della LEDHA – e ragionare in termini di vita indipendente. Questo significa chiedere che sostegni, servizi, prestazioni del welfare siano destinati a sostenere la persona nella sua libertà e autodeterminazione».
«Siamo lieti di essere stati coinvolti in questo progetto – ha aggiunto dal canto suo Marco Rasconi, presidente nazionale della UILDM – perché ci ha permesso di lavorare su uno dei nostri capisaldi, la vita indipendente e i percorsi di autonomia delle persone con disabilità, e di condividere il nostro know how su questo tema. C’è ancora tanto da fare, a livello di attuazione e sensibilizzazione, ma crediamo che il lavoro di rete tra Associazioni possa portare a un cambiamento all’interno delle nostre comunità».

Ad aprire i lavori del seminario finale, insieme a Falabella, è stata la ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli. Sono inoltre intervenuti, oltre ai citati Manfredi e Rasconi, Roberto Speziale vicepresidente vicario della FISH e coordinatore della Consulta Welfare nel Forum Nazionale del Terzo Settore; Ciro Tarantino e Giampiero Griffo, rispettivamente coordinatore e membro del Comitato Scientifico di Welfare 4.0; Giovanni Merlo, direttore della LEDHA; Michele Adamo, segretario nazionale della UILDM; Andrea Tonucci della FISH Umbria; Nunzia Coppedé della FISH Calabria.
Le conclusioni sono state affidate ad Alessandro Lombardi della Direzione Generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it (Ciro Oliviero).

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