Nell’augurare a tutti gli studenti della nostra Provincia [Ragusa, N.d.R.] un buon inizio di anno scolastico, data l’ormai imminente riapertura delle scuole, prevediamo però un inizio difficile per gli studenti con disabilità, dato che in molti Comuni del territorio, come ogni anno, non partiranno dal primo giorno servizi essenziali quali l’insegnante di sostegno, il trasporto e l’ASACOM (assistente all’autonomia e alla comunicazione).
Il problema, poi, non è solo garantire l’avvio del servizio, ma anche assicurarne la qualità: con almeno la metà degli insegnanti di sostegno che cambia scuola ogni anno e addirittura con studenti che cambiano insegnante più volte nel corso dell’anno, la continuità didattica rimane un obiettivo solo su carta. Per non parlare del fatto che senza assistenza molti alunni non riescono a seguire, con il risultato che spesso i genitori preferiscono tenerli a casa.
Sempre in tema di inclusione scolastica e diritto allo studio, non sarebbe solo la disabilità a meritare maggiore attenzione. Dati alla mano, il nostro Paese investe nel settore solo il 4,1% del Prodotto Interno Lordo contro una media europea del 4,8% cui si aggiunge la carenza di servizi come mense, asili nido e tempo pieno.
La percentuale di dispersione scolastica in Italia è tra le più alte (la “maglia nera”, purtroppo, spetta alle Regioni del Sud). A farne le spese sono soprattutto le fasce più deboli, come gli studenti stranieri sempre più numerosi anche nelle classi della nostra Provincia.
Una recente ricerca evidenzia come l’11% degli alunni con background migratorio abbia avuto periodi di interruzione della frequenza scolastica superiori a sei mesi, per ragioni che non fanno onore al nostro sistema educativo, come la mancanza di posti a disposizione e la conoscenza limitata della lingua italiana. È anche vero che, nel nostro àmbito provinciale, alcuni Comuni sono più virtuosi e sono riusciti ad organizzare i servizi in modo da avviarli con l’apertura delle scuole, altri sono in maggiore difficoltà per fattori sia endogeni che esogeni.
Settembre porta quindi con sé problematiche ormai note (la mancanza di fondi, quando partiranno i servizi, chi si occuperà dell’assistenza igienico personale ecc.), che naturalmente richiedono tempo per essere risolti. Come cercare di prevenirle? Iniziando a programmare i servizi per il nuovo anno già con la chiusura delle scuole, a giugno.