Scuola: perché dover sollecitare ogni anno il rispetto di un diritto?

di Stella Di Domenico
«Mia figlia con disabilità - scrive Stella Di Domenico - frequenta la quinta elementare in un Istituto Comprensivo di Roma e non è in grado di comunicare, se non viene supportata da una figura specialistica quale l’assistente all’autonomia e alla comunicazione che la conosce molto bene. Ad oggi, purtroppo, quell’assistente all’autonomia e alla comunicazione non è ancora entrata in servizio e ritengo non sia ammissibile che ogni anno si debbano sollecitare le Istituzioni preposte – senza per altro ricevere ancora risposta – per richiedere un diritto»

Classe di scuolaMia figlia con disabilità frequenta la quinta elementare in un Istituto Comprensivo di Roma e non è in grado di comunicare, se non viene supportata da una figura specialistica quale l’assistente all’autonomia e alla comunicazione che la conosce molto bene. Anche un solo giorno di ritardo costituisce per lei un grande danno, oltreché un grave limite alla sua capacità di comunicare.
Quest’anno, poi, per mia figlia è ancora più importante che la sua assistente sia presente sin dagli inizi, perché si trova ad affrontare un nuovo anno senza i suoi compagni e in una classe nuova.
Ad oggi, purtroppo, quell’assistente all’autonomia e alla comunicazione non è ancora entrata in servizio e ritengo non sia ammissibile che ogni anno si debbano sollecitare le Istituzioni preposte – senza per altro ricevere ancora risposta – per richiedere un diritto.

La scuola di mia figlia ha fatto pienamente il proprio dovere, inviando come sempre tutto per tempo e mi chiedo come mai ancora non parta un servizio fondamentale, previsto dalla Legge 104/92. Tutte le figure professionali, infatti, devono essere presenti sin dal primo giorno di scuola, come stabilisce il PEI (Piano Educativo Individualizzato).

Sui diritti fondamentali di mia figlia non posso e non voglio transigere. Mi auguro quindi che quanto prima abbia ciò che le spetta, perché lei non ha tempo di aspettare questa folle burocrazia cui le nostre famiglie con disabilità devono sin troppo spesso sottostare.

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