Una terapia non invasiva di trattamento del dolore cronico neuropatico

«Nella nostra struttura l’impegno per offrire sollievo ai pazienti è massimo, poiché la sofferenza è una posta aggiuntiva di stress a quella “meccanica” vissuta a causa di un trauma»: lo dichiara Mario Tubertini, direttore generale dell’Istituto Riabilitativo Montecatone di Imola (Bologna), la nota struttura di riferimento per la riabilitazione di persone con lesione midollare o grave cerebrolesione, a proposito dell’avvio presso la stessa della “Scrambler Therapy”, apparecchiatura per la terapia non invasiva di trattamento del dolore cronico neuropatico tramite elettroanalgesia
Montecatone, "Scrambler Therapy", settembre 2023
L’équipe di Montecatone impegnata nella “Scrambler Therapy”

Diventa operativa in queste settimane, presso l’Istituto Riabilitativo Montecatone di Imola (Bologna), la nota struttura di riferimento per la riabilitazione di persone con lesione midollare o grave cerebrolesione, la Scrambler Therapy, apparecchiatura per la terapia non invasiva di trattamento del dolore cronico neuropatico tramite elettroanalgesia.
«A differenza dell’elettroanalgesia convenzionale – spiega Monika Zackova, che dirige l’Area Critica di Montecatone – il principio attivo della Scrambler Therapy non è quello di inibire la trasmissione del dolore, ma di sostituire all’informazione di dolore un’informazione sintetica di non dolore. Nell’àmbito di tale metodologia, infatti, sono stati sviluppati neuroni artificiali per trasmettere al sistema nervoso centrale informazioni riconoscibili come self e non dolore in maniera non invasiva tramite i recettori di superficie».
«Nella nostra struttura – commenta infatti Mario Tubertini, direttore generale di Montecatone -l’impegno per offrire sollievo ai pazienti è massimo, poiché la sofferenza è una posta aggiuntiva di stress a quella “meccanica” vissuta a causa di un trauma».

«Non vediamo l’ora di iniziare – prosegue Zackova – confortati dagli ottimi risultati riportati in letteratura scientifica che attestano una regressione rapidissima della sintomatologia col perdurare dell’analgesia molte ore dopo il trattamento, nessuna assuefazione e, non da ultima, l’assenza di effetti indesiderati e una risposta significativa su alte percentuali di pazienti».

Le patologie più comunemente trattate in ambito neuropatico, va ricordato in conclusione, sono neuropatie post erpetiche, lombo-sciatalgie, cervicale e brachiale, neuropatie diabetiche, nevralgie trigeminali, nevralgie post-traumatiche e sindrome dell’arto fantasma. (S.B.)

Per ulteriori approfondimenti: Vito Colamarino (vito.colamarino@montecatone.com).

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