Come viene segnalato dalla LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), la Giunta Regionale della Lombardia ha dato il via libera alle prime disposizioni relative all’avvio dei Centri per la Vita Indipendente, in attuazione di quanto previsto dalla Legge Regionale 25/22 (Politiche di welfare sociale regionale per il riconoscimento del diritto alla vita indipendente inclusione sociale di tutte le persone con disabilità).
«Quella Legge Regionale – ricordano dalla LEDHA – è il frutto di un lavoro durato più di tre anni, che ha portato all’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio Regionale della Lombardia nel novembre dello scorso anno. Essa mette al centro uno dei temi per noi più importanti, ossia garantire a tutte le persone con disabilità il diritto a vivere nella società con la stessa libertà di scelte di tutte le altre persone. Libertà della persona con disabilità di scegliere, accesso e fruizione dei servizi, valutazione multidimensionale, Progetto di Vita personalizzato e partecipato, Budget di progetto come strumento per la ricomposizione delle risorse (nella logica del Fondo Unico per le Disabilità): sono questi i pilastri di tale normativa».
Con la prima Delibera, dunque, la cui approvazione è stata comunicata il 25 settembre dalla Regione Lombardia – sono state definite le linee guida per il funzionamento e la gestione dei Centri per la Vita Indipendente, per i quali sono stati stanziati 2 milioni di euro per il biennio 2023-2024, con l’obiettivo di attivarne almeno 33 su tutto il territorio regionale.
«I Centri per la Vita Indipendente – sottolineano ancora dalla LEDHA – vogliono essere il principale strumento operativo messo a disposizione delle persone con disabilità a sostegno dell’elaborazione, definizione e implementazione del proprio Progetto di Vita. Luoghi di “progettazione” cui le persone con disabilità possono rivolgersi quando sentono una necessità di cambiamento esistenziale, ma senza la pressione di emergenze o urgenze; luoghi dove poter incontrare persone e operatori preparati e competenti sia sul profilo tecnico che su quello relazionale e che possono sostenere concretamente il percorso verso la vita indipendente».
«Siamo soddisfatti per questo primo, importante, passo – commenta Alessandro Manfredi, presidente della LEDHA -. Ora la palla passa ai Comuni e agli Ambiti Territoriali. Da parte nostra auspichiamo la migliore applicazione possibile di quanto previsto dalla Delibera Regionale, con il coinvolgimento attivo delle Associazioni Locali. La nostra Federazione si rende disponibile fin d’ora a collaborare con gli Enti e le Istituzioni locali». (S.B.)
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