Domani, 12 ottobre, sarà la Giornata Mondiale della Vista (World Sight Day), che si celebra come ogni anno il secondo giovedì di ottobre, mese dedicato alla prevenzione e cura della vista, per ricordare che nel mondo sono circa 2 miliardi le persone che hanno problemi visivi, e più della metà – cioè oltre un miliardo di persone, concentrate nei Paesi in via di sviluppo – non ha accesso ai servizi oculistici. Eppure il 90% dei casi, come sottolineato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, si potrebbe prevenire o curare.
In occasione di tale evento, CBM Italia – componente nazionale della nota organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e nella cura della cecità e delle disabilità evitabili, oltreché nell’inclusione delle persone con disabilità nel Sud del mondo, ma anche nel nostro Paese – ricorda in una nota che «la salute della vista dev’essere un diritto di tutti».
«Un anno fa – spiega Massimo Maggio, direttore di CBM Italia – avevamo dato il via alla campagna di sensibilizzazione denominata Fuori dall’ombra, per il diritto di vedere ed essere visti [se ne legga anche sulle nostre pagine, N.d.R.], con l’obiettivo di garantire cure oculistiche nei Paesi del Sud del mondo grazie a progetti con approccio integrato, comprendenti la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle disabilità visive, insieme all’inclusione nella comunità. Ebbene, nel corso del 2022 abbiamo raggiunto oltre 700.000 persone con 21 progetti di salute visiva in 10 Paesi tra Africa, Asia e America Latina, che hanno ricevuto servizi medici di prevenzione e cura della vista».
L’occasione della Giornata della Vista è utile a CBM Italia anche per segnalare un dato positivo a livello mondiale, di recente decretato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: è diminuito in modo considerevole nel mondo il contagio del tracoma: da 125 milioni di persone a rischio nel 2022, si è passati oggi a 115,7.
Il tracoma, va ricordato, è una malattia batterica degli occhi, che costituisce la principale causa infettiva di cecità nel mondo. Fa parte delle malattie tropicali neglette (o dimenticate), malattie della povertà che colpiscono chi vive in zone con igiene inadeguata, mancanza di acqua pulita e di servizi medici e sanitari. «Sono chiamate “dimenticate” – spiegano da CBM – perché per lungo tempo sono state poco considerate nei programmi sanitari nazionali, mentre oggi sono citate nell’Obiettivo 3 dell’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, ove si scrive testualmente: “Entro il 2030, porre fine alle epidemie di AIDS, TBC, malaria e malattie tropicali neglette e combattere l’epatite, le malattie trasmesse dall’acqua e altre malattie trasmissibili”».
Per combattere il tracoma, CBM Italia interviene ad esempio in Etiopia e in Sud Sudan, con la strategia indicata dall’Orgaizzazione Mondiale della Sanità e denominata SAFE, acronimo da sciogliere con “Surgery” (chirurgia per trattare lo stadio avanzato del tracoma), “Antibiotics” (gli antibiotici che servono per eliminare l’infezione), “Facial cleanliness” (pulizia e igiene del viso), “Environmental improvement” (miglioramento dell’ambiente con accesso all’acqua e ai servizi igienici).
«Il nostro impegno – concludono da CBM – è in linea con la strategia 2030 In Sight di IAPB, l’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità, con tre obiettivi: tutti dovrebbero avere l’opportunità di fare un esame della vista, ricevere cure oculistiche a prezzi accessibili e avere gli occhiali quando ne hanno bisogno». (S.B.)
Per ogni ulteriore informazione: Caterina Argirò (caterina.argiro@leacrobate.it).