Parlare di persone con disabilità senza le donne?

di Gruppo Donne FISH*
«Sembra anacronistico - scrivono dal Gruppo Donne della Federazione FISH - un Forum che si intitola “Scenari e visioni delle persone con disabilità”, con relatori solo maschili. L’assenza infatti di relatrici, oltre che dannosa, fornisce una rappresentazione distorta della realtà: le donne ci sono, vi sono anche donne con disabilità impegnate nel rendere visibili le disuguaglianze di genere e le discriminazioni multiple. La partecipazione delle donne, inoltre, è importante anche per rappresentare modelli di ruolo che riflettono la propria condizione e da cui trarre ispirazione»
"No Women No Panel", logo
Il logo di “No Women No Panel”, campagna di sensibilizzazione lanciata nel 2018 dalla commissaria europea Maryia Gabriel, per aumentare la consapevolezza sull’equilibrio di genere nei panel e negli eventi pubblici, impegnandosi a garantire che per ogni panel o evento pubblico a cui fosse stata invitata, vi fosse almeno un’altra donna tra i relatori

Nel mese di marzo del 2018 la commissaria europea Maryia Gabriel lanciò la campagna di sensibilizzazione No Women No Panel, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sull’equilibrio di genere nei panel e negli eventi pubblici, impegnandosi a garantire che per ogni panel o evento pubblico a cui fosse stata invitata, vi fosse almeno un’altra donna tra i relatori.
Quella campagna si ispirava all’iniziativa di The Bruxelles Binder, progetto inizialmente ideato da una rete informale di donne, allo scopo di costruire una banca dati di esperte e una piattaforma per favorirne i contatti.

Nel 2020 La campagna No Women No Panel è stata rilanciata da RAI Radio 1, in collaborazione con la Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, ricevendo numerose adesioni da parte di Enti, Istituzioni e Organizzazioni di tutta Italia. In particolare la RAI ha predisposto un Memorandum di Intesa, che ha visto tra i primi firmatari, il Dipartimento Pari Opportunità del Consiglio dei Ministri, la CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), l’Accademia dei Lincei, la Conferenza delle Regioni e vari altri soggetti istituzionali, che hanno inteso in tal modo codificare il proprio impegno per una rappresentanza paritaria di genere nello spazio pubblico della comunicazione, ciascuno a seconda delle attività che gli sono proprie.

Sembra quindi anacronistica la prima edizione di Iura Forum con il titolo Scenari e visioni delle persone con disabilità, panel con rappresentanti solo maschili, organizzata dall’Agenzia Iura per il prossimo 19 ottobre a Roma.
L’assenza di relatrici, oltre che dannosa, fornisce una rappresentazione distorta della realtà: le donne ci sono, vi sono anche donne con disabilità impegnate nel rendere visibili le disuguaglianze di genere e le discriminazioni multiple. L’inclusione si può realizzare rispettando l’equilibrio di genere, utilizzando un linguaggio rispettoso delle differenze, promuovendo eventi più inclusivi e attenti alle differenze. La partecipazione delle donne, inoltre, è importante anche per rappresentare modelli di ruolo che riflettono la propria condizione e da cui trarre ispirazione.
Nel Forum di Iura le donne sono rese invisibili e ciò occulta la loro esperienza di attiviste, esperte, studiose e formatrici.

Gruppo Donne della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (gruppodonne@fishonlus.it).

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