Il prossimo 24 ottobre verrà presentato La gentilezza nelle relazioni di cura. Storie, studi e metodo come antidoto ai maltrattamenti, volume di Letizia Espanoli e Francesca Zedda (Editrice Dapero, 2023). In occasione dell’incontro, Fabio Ragaini, esponente del Gruppo Solidarietà di Moie di Maiolati Spontini (Ancona), l’Ente che promuove l’iniziativa, dialogherà con una delle Autrici, Letizia Espanoli. L’evento si svolgerà online (piattaforma Zoom) a partire dalle 17,30 (per partecipare è necessario compilare il seguente modulo online).
A parlare della necessità di introdurre la gentilezza nei percorsi di cura è stato anche Harry Urban, un attivista americano che convive con la demenza, ma che non si identifica con essa. «Io non sono la mia malattia!», è una delle sue affermazioni più note. Urban dirà anche: «Per le persone che vivono con demenza la gentilezza è importante, perché sono sole a vivere nel proprio mondo e hanno bisogno di un atto di gentilezza per sapere che non sono sole».
«La gentilezza nelle relazioni di cura – spiegano dal Gruppo Solidarietà – è un’opera che ambisce a seminare nuove possibilità nella cultura organizzativa delle residenze per anziani e nel cuore dei professionisti, attraverso molteplici elementi di valore. Si parte infatti con una storia di cura, articolata in più storie e più punti di vista, che arrivano dritti all’anima del lettore. Alla componente narrativa segue il resoconto rigoroso di tutti quegli studi scientifici che illustrano e confermano quanto bene la gentilezza possa fare agli individui e alle organizzazioni. Fiore all’occhiello del libro sono infine tutte le indicazioni pratiche su come coltivare la gentilezza in noi e nei nostri ambienti di lavoro, con uno speciale excursus sui “super-poteri” del professionista della cura, che sa essere gentile: le giuste attenzioni riposte agli sguardi, ai gesti, alla voce e allo spazio tra le persone».
«Essere comunità non si improvvisa, ma si organizza – osserva Espanoli in “Appunti sulle politiche sociali”, la rivista del Gruppo Solidarietà (n. 3/2023) –. Ecco allora che l’ambiente diventa attore non contenitore, diventa il fertilizzante delle relazioni e dei processi, diventa il concime per il benessere e l’appartenenza. E perché questo avvenga serve impastare idee innovative e gentilezza (uno sguardo gentile sulle possibilità delle persone). Il contrario è sotto ai nostri occhi. Dal punto di vista ambientale, molte residenze per anziani sono diventate i luoghi della marginalità, come i vecchi ospedali psichiatrici di un tempo, oppure i luoghi della pietà dove le persone “portano” il loro tempo per creare benessere più a se stesse che non ai residenti e agli operatori. L’ambiente fisico è la manifestazione più visibile della cultura di un’organizzazione (dimmi cosa c’è in giro, con cosa appendi le comunicazioni, come sono le bacheche, che odore c’è, come sono i ripostigli, se apro un cassetto cosa trovo, cosa c’è sopra la scrivania del direttore, quali quadri sono appesi… e ti dirò chi sei e quali valori sta perseguendo la tua organizzazione – potresti tristemente scoprire che sono molto diversi da quelli che porti nel cuore). Nel nostro caso l’edificio diventa attore per messaggi di riflessione e i valori diventano “spunti incarnati” che rafforzano l’identità».
Chi vuole approfondire può visionare anche i video dei precedenti incontri organizzati dal Gruppo Solidarietà sullo stesso tema. In particolare si segnalano Vita da vecchi. L’umanità negata degli anziani non autosufficienti con Antonio Censi e Il maltrattamento nelle RSA (ove RSA sta per Residenze Sanitarie Assistite), con Luca Fazzi.
Degni di nota anche gli articoli di Antonio Censi, Curare le ferite sociali degli anziani non autosufficienti, in «Appunti sulle politiche sociali» n. 1/2022 (238) e di Luca Fazzi, Il maltrattamento nelle strutture residenziali per anziani, in «Appunti sulle politiche sociali» n. 4/2021 (237). (Simona Lancioni)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: grusol@grusol.it.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti dovuti al diverso contenitore, per gentile concessione.
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