È uscita il 19 ottobre scorso la Nota Ministeriale n. 4316 (Redazione dei PEI: apertura funzioni nella Partizione separata dell’Anagrafe nazionale studenti), che preme per inserire la compilazione del nuovo modello di PEI (Piano Educativo Individualizzato), rivolto ad alunni e alunne con disabilità, direttamente su piattaforma informatica.
Benché l’informatizzazione sia in sé una cosa buona e auspicabile, la costrizione della compilazione del nuovo modello di PEI in questo modo trasformerà automaticamente il “modello” in “modulo”. Questo ha effetti pedagogici devastanti sia per il GLO (Gruppo di Lavoro Operativo per l’Inclusione), che per gli alunni e le alunne con disabilità, perché di fatto impedirà quella “sartorialità” necessaria alla produzione di un buon documento.
Le aree che aiutavano analiticamente e in sinergia la compilazione diventeranno degli spazi da compilare e non degli stimoli a mettere al centro la Persona con disabilità e le sue potenzialità e le sue unicità, come richiede la base ICF [Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, N.d.R.]. In tal senso, la neo-modulistica sarà una barriera alla crescita e al buon servizio del GLO come piuttosto auspicato e chiesto da tutta la normativa precedente. Con la modulistica non si creeranno più alleanze educative virtuose famiglia-scuola/scuola-famiglia, ma compartimenti stagni che mal-interagiscono tra loro.
Eppure bastava un poco di buon senso, quell’et-et personalistico che fonda la retta pedagogia personalistica alla base della Costituzione. Bastava mettere a fianco da una parte l’informatizzazione di alcune parti e dall’altra la creatività fruttuosa, puntando ad un GLO di qualità che caricasse, a latere, un documento ben fatto in cartaceo con incontri di preparazione e di approvazione, pre-PEI e PEI. Niente, meglio l’aut-aut ideologico.
Altro effetto devastante è proprio sull’identità della scuola che sempre più smarrisce il suo senso educativo e di crescita nell’apprendimento, per capitolare in uno statalismo patinato e ben organizzato. Certo non più riconoscibile nell’Hitlerjugend, nei Balilla o nel Komsomol, ma legato in certo qual modo alle deformazioni che vengono sino a noi dalla Riforma Gentile. D’altronde meno si studia e meno si critica gli apparati burocratici e più si ripetono gli errori del passato con forme nuove e raffinate di statalismo. E pensare che la scuola dovrebbe essere proprio il luogo del vero vaccino a questo delirio febbricitante dell’uomo e della donna di incasellare, controllare, catalogare, veicolare ideologie. La disciplina e il merito, infatti, costituzionalmente intesi, sono ben altro.
Infine, fare uscire una Nota in questo periodo dove sono stati conclusi già alcuni PEI e altri sono in dirittura d’arrivo vuol dire proprio alimentare il caos. E infatti le segreterie delle scuole, già in affanno per problematiche logistiche e stressate dalla confusione continua intorno alla comprensione (anche alla comprensione gerarchica) della normativa, percepiranno tutto il peggio di questa Nota, e cioè come un’altra cosa da fare, mettendo in secondo piano il rispetto della privacy, anzitutto della Persona (che disciplina rettamente la normativa sulla privacy) ed “esonerando” in certo qual modo la famiglia con figli con disabilità, la quale verrà travolta nel turbine dei deliri della scuola e, ancora una volta, purtroppo, messa ai margini.
Il refrain delle amministrazioni, delle segreterie e delle funzioni strumentali sarà il seguente: «Cari genitori voi fate la Vostra parte che all’organizzazione ci pensiamo noi!». E così la “redazione congiunta”, quella preziosa intuizione del Legislatore di rispettare gli articoli 30 e 34 della Costituzione nel DPR del ’94 [Decreto del Presidente della Repubblica del 24 febbraio 1994, N.d.R.], verrà piegata alla mens di campi da riempire.
Ci sarebbe altro da dire ma ci sembra già abbastanza. Cercheremo di rispettare l’Istituzione facendo quello che più le serve, la sana critica con appartenenza.
info.progettoautismo.it.
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