Uno screening nutrizionale sulle persone con lesione midollare

Spesso le persone con lesione midollare in fase acuta o subacuta sono soggette a un’elevata velocità di degradazione delle sostanze nel corpo (iper-catabolismo). È dunque importante gestire attentamente la loro dieta per contrastare il processo e promuovere il recupero. Per questo l’Unità Spinale dell’Istituto Riabilitativo Montecatone di Imola (Bologna) ha avviato uno screening su tutti i pazienti ricoverati per determinarne la composizione corporea, allo scopo di individuare le cause di un eventuale stato di malnutrizione o denutrizione, e prescrivere le più adeguate abitudini alimentari
Istituto Montecatone di Imola (Bologna)
L’Istituto Riabilitativo Montecatone di Imola (Bologna)

«Spesso – viene spiegato dall’Istituto Riabilitativo Montecatone di Imola (Bologna), la nota struttura di riferimento per la riabilitazione di persone con lesione midollare o grave cerebrolesione – le persone con lesione midollare in fase acuta o subacuta sono soggette a iper-catabolismo, ossia ad un’elevata velocità di degradazione delle sostanze nel corpo, come ad esempio la rottura delle proteine nei muscoli a un tasso più cospicuo del normale, che può verificarsi in situazioni di stress, malattia grave o in condizioni di sottoproduzione energetica che possono condurre a una rapida perdita di massa corporea e muscolare. In questi specifici casi è importante gestire attentamente la dieta per contrastare il processo e promuovere il recupero».
È da tale consapevolezza che l’Unità Spinale di Montecatone, diretta da Laura Simoncini, ha avviato uno screening su tutti i pazienti ricoverati – prevedendo che ciò avverrà anche per quanti accederanno per la prima volta in ospedale – per determinare, con l’ausilio di un “analizzatore di bioimpedenza” progettato per la valutazione dello stato nutrizionale, muscolare e idro-elettrolitico, la composizione corporea del singolo. Il tutto con l’obiettivo di individuare le cause, intervenire e, a regime, prescrivere al paziente abitudini alimentari coerenti col proprio status.

«I parametri che l’analizzatore recentemente acquisito dal nostro Istituto può rilevare nei due macro insiemi considerati (idrico e nutrizionale) – sottolineano da Montecatone – sono numerosi e tutti importanti: acqua totale, extra o intra cellulare, massa magra, grassa, cellulare, muscolare totale, muscolo-scheletrica, appendicolare e così via. Oltre al dato analitico, il dispositivo medico fornisce la visione d’insieme. L’esame avviene con l’apposizione di due elettrodi (tra nocche della mano e polso) e dura qualche minuto».
I risultati dei test effettuati su una ventina di pazienti in fase acuta e subacuta ricoverati a Montecatone hanno confermato dunque lo stato di malnutrizione da moderata a severa.
«Gli esiti degli screening che stiamo effettuando su tutti i pazienti in queste settimane – dichiara Simoncini – ci consentiranno di ridurre criticità che possono condurre a complicanze cliniche (lesioni da decubito e frequenza degli stati infettivi), di modificare terapie farmacologiche in atto e, non da ultimo, di ridurre esami radiologici ed ecografici con sollievo per la qualità della vita del paziente e positive ricadute economiche per l’Istituto».

Da ricordare, in conclusione, che la malnutrizione delle persone con lesione midollare è anche l’oggetto di uno studio congiunto tra Montecatone e l’IRCCS Santa Lucia di Roma, effettuato su oltre 250 pazienti, che è stato recentemente in Scozia presentato all’ISCOS di Edimbutgo (International Spinal Cord Society).
Anche tale ricerca ha dimostrato che un’ampia percentuale di pazienti, al momento del ricovero in riabilitazione, era denutrita o gravemente denutrita. (S.B.)

Per ulteriori approfondimenti: Vito Colamarino (vito.colamarino@montecatone.com).

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