Quel regolamento europeo viola i diritti umani delle persone con disabilità

Grande preoccupazione viene espressa dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, per la “Proposta di regolamento sulla protezione transfrontaliera degli adulti” avanzata alcuni mesi fa dalla Commissione Europea. Ritenendo quindi che il testo presentato non sia conforme ai trattati internazionali sui diritti umani, e in particolare alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, lo stesso EDF propone alcuni emendamenti volti a sanare le criticità riscontrate

Primo piano di persona con la SLA«Siamo estremamente preoccupati per l’attuale testo della Proposta di regolamento sulla protezione transfrontaliera degli adulti»: lo si legge in una nota diffusa dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, facendo riferimento ad un’iniziativa intrapresa dalla Commissione Europea nello scorso mese di maggio, la cui denominazione estesa è Proposta di regolamento sulla competenza giurisdizionale, sulla legge applicabile, sul riconoscimento e sull’esecuzione delle misure e sulla cooperazione in materia di protezione degli adulti (disponibile a questo link).
La Legge riguarda le persone – per lo più persone con disabilità e anziane –ritenute «non in grado di proteggere i propri interessi» e che si trovano in quella che viene definita una situazione transfrontaliera. In tale situazione, infatti, possono trovarsi persone che possiedono beni o proprietà in un altro Paese, oppure che cercano cure mediche all’estero o che si trasferiscono in un altro Stato Membro dell’Unione Europea.

Già in agosto due esperti delle Nazioni Unite avevano criticato quella Proposta di regolamento perché non conforme ai trattati internazionali sui diritti umani, e in particolare alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (se ne legga già anche a questo link).
Anche l’EDF, dunque, si unisce alle critiche degli esperti ed esprime preoccupazione in particolare sui seguenti aspetti:
° Il riconoscimento della privazione della capacità giuridica in tutta l’Unione: la Proposta faciliterebbe il riconoscimento automatico delle misure che privano le persone della loro capacità giuridica – ad esempio, tutela e curatela – anche nei Paesi che hanno abolito la privazione totale della capacità giuridica.
° La mancanza di chiarezza riguardo al riconoscimento dei meccanismi decisionali supportati: la Proposta non menziona esplicitamente il riconoscimento dei meccanismi decisionali supportati. Tali misure sono richieste dalla citata Convenzione ONU e stabilite dalla Legge in tredici Stati Membri dell’Unione Europea. Qualsiasi Legge sulla protezione transfrontaliera degli adulti dovrebbe incentrarsi sui meccanismi decisionali supportati.
° Collocamento transfrontaliero agevolato negli istituti, compresi gli istituti residenziali e psichiatrici: la Proposta agevola il collocamento degli adulti negli istituti in tutta l’Unione. Ciò va contro gli obblighi dell’Unione Europea e di tutti gli Stati Membri ai sensi della citata Convenzione ONU e contro l’attuale sforzo di deistituzionalizzazione.

Per questi motivi l’EDF chiede al Parlamento Europeo e al Consiglio dell’Unione Europea di modificare la Proposta di Regolamento, per evitare violazioni dei diritti umani ai danni delle persone con disabilità e di quelle anziane.
«Pur riconoscendo l’importanza di una legislazione che mira a evitare conflitti di legge – spiegano dal Forum –, in particolare di leggi nazionali, e che garantisce una maggiore certezza giuridica, deploriamo profondamente che il regolamento proposto includa disposizioni che porterebbero a violazioni dei diritti delle persone con disabilità. Infatti, nonostante la Convenzione ONU sia menzionata nel considerando della Proposta di regolamento, diverse disposizioni vincolanti non sono in linea con gli obblighi stabiliti dalla Convenzione stessa».

Per garantire quindi che l’Unione Europa e tutti gli Stati Membri rispettino la Convenzione ONU, il Forum propone emendamenti ai seguenti articoli:
° Modificare l’articolo 2 sulla possibilità di evitare che l’incapacità giuridica sia legittimata e prendere in considerazione l’evoluzione della legislazione e della politica sulla capacità giuridica negli Stati Membri dell’Unione Europea.
° Modificare la definizione contenuta nell’articolo 3 per includere il concetto di volontà e preferenze della persona.
° Modificare l’articolo 13 sul divieto di revisione nel merito, per garantire il massimo livello di tutela dell’autonomia degli adulti.
° Eliminare l’articolo 21 sui collocamenti che violano i diritti fondamentali delle persone con disabilità.

Il Forum propone inoltre emendamenti ai considerando basati sulla Convenzione ONU e su come essa dovrebbe essere interpretata in relazione a questa Proposta di regolamento e alla Convenzione dell’Aia sulla protezione internazionale degli adulti del 2000.
Nel settembre scoro, sempre l’EDF ha incaricato gli avvocati pro bono William Audland KC e Annahita Moradi, tramite EMG Solicitors, allo scopo di ottenere un’ulteriore consulenza sulla compatibilità della Proposta della Commissione Europea con le leggi internazionali sui diritti umani e la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea. Il loro Parere legale, espresso il 1° novembre e disponibile a questo link, ha rilevato che la Proposta di regolamento, e in particolare l’articolo 21, se attuato nella sua forma attuale, rischia di non salvaguardare adeguatamente una serie di diritti umani fondamentali previsti dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, dalla Carta dell’Unione Europea, e dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
In particolare il Parere evidenzia questioni relative alla tortura o trattamenti crudeli, inumani o degradanti; alla libertà e sicurezza della persona; alla famiglia e alla vita privata; all’uguaglianza e non discriminazione; all’assistenza sanitaria. Esso, inoltre, rileva preoccupazioni riguardanti la mancanza di disposizioni esplicite per sancire un sistema di supporto decisionale che imponga agli Stati Membri di garantire che tutti gli individui ricevano il supporto necessario di cui hanno bisogno, ciò al fine di esercitare la propria capacità giuridica rispetto a qualsiasi decisione, prima che siano ritenuti o presupposti privi di tale capacità; e anche, nel contesto degli articoli 21 e 22, la mancanza di disposizioni che stabiliscano quale rappresentante sarebbe il decisore ultimo in una situazione internazionale (vale a dire, il tutore nazionale o il rappresentante nominato all’estero).

L’EDF ha partecipato a tutte le consultazioni organizzate dalla Commissione Europea sulla Proposta di regolamento di cui si parla e, come evidenziato, ha ripetutamente sollevato preoccupazioni circa la potenziale mancanza di conformità con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Dunque, proprio allo scopo di sostenere il lavoro della Commissione Europea, nel mese di marzo dello scorso anno ha pubblicato un Documento di sintesi sui diritti delle persone con disabilità nella cooperazione giudiziaria civile (disponibile a questo link). (Simona Lancioni)

Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: Marine Uldry (responsabile dell’Ufficio per i Diritti Umani dell’EDF), marine.uldry@edf-feph.org.
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti dovuti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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