«Voglio vederti ballare, ballare, ballare / Il mare impetuoso al tramonto salì sulla luna / E dietro una tendina di stelle / Voglio vederti ballare / Senza tabù/ Un ballo da strappamutande / Fallo di più […] È un volo proibito / Amore e sesso, sesso, sesso».
Ascoltando questo brano del 1989 di Zucchero Fornaciari (Il mare impetuoso al tramonto salì sulla luna e dietro una tendina di stelle…), mi sono soffermato su alcune parole – “tabù”, “voglio vederti…”, “proibito”, “amore e sesso” – che emergono con forza per cercare di esprimere un pensiero, quantomai attuale, ma su cui esistono ancora pregiudizi e resistenze.
Mi riferisco ad aspetti, quali l’affettività e la sessualità, che dovrebbero essere parte integrante della vita di ciascuno di noi, ma che troppo spesso non vengono considerati con dignità quando si parla di persone con disabilità, e più in generale di quelli che la società considera “corpi non conformi”.
A tal proposito, il gruppo educativo Progetto Calamaio della Cooperativa Accaparlante di Bologna, che ormai da quarant’anni opera in tantissimi contesti socio-culturali, per sensibilizzare e diffondere i temi legati all’incontro con la diversità e l’inclusione sociale, decide la scorsa primavera di affrontare ancora una volta le questioni legate al corpo, all’identità sessuale delle persone con disabilità, affidandosi a un linguaggio artistico come quello teatrale.
Nasce così una bellissima collaborazione con la compagnia Gruppo Elettrogeno Teatro che rivolge agli educatori e animatori con disabilità del Progetto Calamaio il laboratorio teatrale formativo A Corpo Libero. Verso una poetica inclusiva.
La domanda che spinge entrambe le realtà a intraprendere questo percorso è la seguente: «Può il corpo delle persone con disabilità concepirsi come desiderante e desiderato, e non solo destinatario di cure e di assistenza?».
Una questione forte che spinge a una riflessione sull’argomento, o perlomeno a prendere contatto con la dimensione del desiderio, del piacere e della sensualità, mediante uno strumento espressivo potente e d’impatto come quello del teatro.
Da qui, la voglia di condividere il lavoro svolto negli scorsi mesi con la collettività e la comunità cittadina all’interno del Festival Gender Bender, perché è urgente il bisogno di cambiare l’immaginario, ancora oggi negativo e pieno di stereotipi, delle persone con disabilità [di tale iniziativa si legga già anche sulle nostre pagine a questo link, N.d.R.].
Il laboratorio in questione viene poi documentato da Anna Pierobon, fotografa di Blubanana Studio e OEAS (Operatrice all’Emotività, Affettività e Sessualità) del Comitato Lovegiver, che ha dato vita alla mostra-installazione A corpo libero. Esplorazioni sul desiderio, aperta al pubblico dal 2 al 5 novembre presso lo spazio CostArena di Bologna.
Ma non è finita qui! Perché ha fatto da cornice alla suddetta mostra il talk Racconto a più corpi, svoltosi il 2 novembre presso il MAMbo di Bologna.
A questo dialogo hanno partecipato Martina Palmieri, regista di Gruppo Elettrogeno Teatro; la citata fotografa e OEAS Anna Pierobon; Max Ulivieri, diversity manager del Comune di Bologna e presidente del Comitato Lovegiver – prima associazione in Italia a lottare per la legalizzazione dell’assistenza sessuale delle persone con disabilità; Sandra Negri, Tosca Barbara Rodi e Andrea Mezzetti, rispettivamente coordinatrice, educatrice, e animatore del Progetto Calamaio.
Per concludere, a colpirmi tra tutte le parole di Andrea Mezzetti: “vicinanza”, “imbarazzo” e “desiderio”.
Vicinanza come relazione, non improntata sulla cura e l’assistenza, ma in senso sia fisico che emotivo. Due dimensioni, quella della fisicità – intesa come esplorazione del piacere e del benessere – e quella della emotività, che sfociano nel desiderio della persona con disabilità, la quale può percepirsi sia come soggetto desiderato, sia che desidera.
Imbarazzo, una parola cara al nostro gruppo educativo che negli incontri a scuola parte da questo vissuto per cambiare l’immagine della disabilità.
In questo percorso, assieme ai/alle performer di Gruppo Elettrogeno l’obiettivo in fondo è lo stesso perché si vogliono rompere dei tabù, solo che in questo contesto è il linguaggio teatrale che dà forma, plasma le esperienze sia consapevoli che inconsapevoli di ciascuno/a.
E voi vi riconoscete in un corpo che desidera e/o che viene desiderato?
Scrivete a claudio@accaparlante.it oppure sulle mie pagine Facebook e Instagram.
Pensiero Imprudente
Dal mese di dicembre dello scorso anno Claudio Imprudente è divenuto una “firma” costante del nostro giornale, con questa sua rubrica che abbiamo concordato assieme di chiamare Pensiero Imprudente, grazie alla quale ha già incominciato a impreziosire le nostre pagine, condividendo con Lettori e Lettrici il proprio sguardo sull’attualità.
Persona già assai nota a chi si occupa di disabilità e di tutto quanto ruota attorno a tale tema, Claudio Imprudente è giornalista, scrittore ed educatore, presidente onorario del CDH di Bologna (Centro Documentazione Handicap) e tra i fondatori della Comunità di Famiglie per l’Accoglienza Maranà-tha. All’interno del CDH ha ideato, insieme a un’équipe di educatori e formatori specializzati, il Progetto Calamaio, che da tantissimi anni propone percorsi formativi sulla diversità e l’handicap al mondo della scuola e del lavoro. Attraverso di esso ha realizzato, dal 1986 a oggi, più di diecimila incontri con gli studenti e le studentesse delle scuole italiane. In qualità di formatore, poi, è stato invitato a numerosi convegni e ha partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche.
Già direttore di una testata “storica” come «Hp-Accaparlante», ha pubblicato libri per adulti e ragazzi, dalle fiabe ai saggi, tra cui Una vita imprudente. Percorsi di un diversabile in un contesto di fiducia e il più recente Da geranio a educatore. Frammenti di un percorso possibile, entrambi editi da Erickson. Ha collaborato e collabora con varie riviste e testate, come il «Messaggero di Sant’Antonio», per cui cura da anni la rubrica “DiversaMente”. Il 18 Maggio 2011 è stato insignito della laurea ad honorem dall’Università di Bologna, in Formazione e Cooperazione.
Nella colonnina qui a fianco (Articoli correlati), i contributi che abbiamo finora pubblicato, nell’àmbito di Pensiero Imprudente.