«La Sentenza del 6 luglio 2023 della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo che ha stabilito che nel “caso Gilardi” l’Italia ha violato l’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali è divenuta ormai definitiva. L’ingerenza finalizzata a proteggere il benessere dell’anziano collocato per supposta protezione in una RSA a Lecco, dice infatti la Corte, non era né proporzionata né idonea alla sua situazione individuale»: lo si legge in una nota diffusa dal Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, in merito a quella Sentenza di condanna dell’Italia prodotta nell’estate scorsa, della quale anche il nostro giornale aveva dato notizia, in riferimento alla vicenda riguardante il professor Carlo Gilardi, rinchiuso per alcuni anni in una RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) contro la sua volontà, situazione da noi seguita sin dal 2021 (si vedano i contributi elencati nella colonnina a fianco), fino alla recente scomparsa dello stesso professor Gilardi.
«Le affermazioni a caldo di talune Istituzioni coinvolte – viene poi puntualizzato dall’Ufficio del Garante -, secondo cui la decisione di luglio era solo provvisoria e che la realtà dei fatti sarebbe emersa con il ricorso alla Grande Camera, sono state smentite. E dunque, la violazione dell’articolo 8 da parte dell’Italia è ora acclarata. In tal senso il Garante Nazionale si era astenuto dal commentare talune affermazioni che insinuavano che tale pronuncia avesse pedissequamente sposato la tesi dell’Autorità di garanzia, una valutazione offensiva per la Corte stessa».
«Il Garante Nazionale – conclude la nota – esprime inoltre rammarico per il fatto che il signor Gilardi non abbia potuto godersi le conseguenze di tale decisione e che l’uscita dalla RSA, da lui più volte richiesta, si sia risolta nel ricovero in un hospice per gli ultimi suoi giorni, dove è deceduto». (S.B.)
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