Era il 2017, quando ci eravamo occupati per la prima volta dell’Associazione Il forno di Vincenzo e dell’omonimo progetto promosso a Eboli (Salerno), che il suo ideatore e primo sostenitore, Vito Bardascino, aveva definito come «una sperimentazione sociale volta a rimodulare welfare e criteri assistenziali, sottolineando un nuovo modello di protagonismo attivo e di autodeterminazione delle persone con disabilità».
Ne era protagonista Vincenzo Bardascino, trentenne che non ha mai accettato la propria condizione di fragilità, legata alla sindrome dell’X Fragile, come un limite insormontabile per raggiungere i suoi obiettivi e i suoi desideri, perseguiti anche attraverso un percorso scolastico che grazie soprattutto agli ultimi anni nell’Istituto Alberghiero Ancel Keys di Castelnuovo Cilento (Salerno), gli avevano consentito di diplomarsi felicemente e successivamente di specializzarsi nella realizzazione del pane e delle pizze.
A quel punto, dunque, Vincenzo aveva bisogno della struttura fisica necessaria ad operare, ovvero di quello stesso forno che dà il nome all’intero progetto. E nel 2019, come avevamo ulteriormente raccontato, l’allora Sindaco di Eboli aveva assegnato all’Associazione Il forno di Vincenzo un locale comunale da ristrutturare, nel quale Vincenzo, nonché altri giovani con e senza disabilità, potessero realizzare il loro sogno.
Poi, nel 2020 è arrivata la pandemia che ha rallentato, se non bloccato, il percorso del Forno di Vincenzo, senza però fermare in alcun modo il cammino e la determinazione di Vincenzo.
E così, un anno fa, si è potuti finalmente arrivare alla posa della prima pietra.
Ebbene, allora come ora, in coincidenza con la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, siamo alla svolta: nella mattinata del 3 dicembre, infatti (ore 9), i locali del Forno di Vincenzo, in Via Antonio Giudice, 1, nell’Centro Antico di Eboli, verranno pubblicamente inaugurati, suscitando segnatamente una grande emozione nel protagonista di questo storia, che dice: «La forza dei legami che permettono la lievitazione del pane è uguale alla forza delle persone che credono in un progetto e lo aiutano a crescere. Sono emozionato e orgoglioso di quanto abbiamo realizzato fino a oggi, ma ancora di più per le cose belle da costruire insieme in futuro».
«Questo progetto – racconta Vito Bardascino, coordinatore dell’Associazione Il forno di Vincenzo e papà di Vincenzo – è stato una sfida sociale, una sperimentazione di welfare rigenerativo che pone al centro la persona, un percorso per la costruzione del “Durante e Dopo di Noi”. La maggior parte dei giovani con disabilità vivono l’esperienza di progetti che non hanno senso per la loro vita. Vincenzo oggi è il primo giovane in Italia con sindrome dell’X fragile a gestire un forno, a sfornare il suo pane della felicità in maniera autonoma, ma allo stesso tempo “fianco a fianco” con la comunità allargata e diffusa del Centro Antico di Eboli. Le attrezzature sono state scelte per rispondere a due requisiti principali: garantire la massima sicurezza e la massima autonomia possibile a Vincenzo. Non si tratta di un’attività commerciale, ma di un punto di riferimento a disposizione della comunità: la nostra Associazione, infatti, ha come mission l’orientamento e l’inserimento lavorativo dei giovani con disabilità intellettiva, relazionale e sindrome dello spettro autistico, allineato coerentemente alla loro qualità di vita».
«Scegliere il pane realizzato da Vincenzo – aggiunge – significa sostenerne il progetto di vita e quello di altri giovani che come lui vivono una condizione di fragilità. Il forno distribuirà il pane una volta alla settimana, mentre almeno una volta al mese la comunità potrà utilizzare il forno anche per cuocere il proprio pane. Nei prossimi mesi Vincenzo terrà dei corsi di panificazione. La sua libertà, la sua autodeterminazione passano attraverso il pane che è diventato un facilitatore nelle relazioni, nella crescita umana e professionale di mio figlio».
«Prima ancora del forno sociale – afferma dal canto suo Elena Merola, rappresentante dell’Università Popolare per la Qualità di Vita e mamma di Vincenzo – si è creata la comunità. L’accompagnarsi si è dimostrato essere un punto di forza in cui noi crediamo molto. Definire la qualità di vita di una persona non è semplice, può essere diversa per ognuno di noi e ci sono parametri specifici per misurarla. L’esigibilità dei diritti è sacrosanta per tutti, le famiglie non possono essere l’unico punto di riferimento per chi vive una condizione di fragilità. Noi genitori, come tutti, progressivamente, dovremo allontanarci dai nostri ragazzi. C’è bisogno di persone che siano formate nell’accompagnamento di coloro che vivono una condizione di disabilità, c’è bisogno di comunità, di condivisione di percorsi per consentire a questi ragazzi di autodeterminarsi e costruire la propria vita indipendente e autonoma in un contesto sociale e relazionale di reale inclusione».
Da segnalare in conclusione che a corollario dell’inaugurazione del Forno di Vincenzo, ci saranno anche alcuni momenti di riflessione sui temi dell’inclusione e della qualità di vita per e con le persone con disabilità, rispetto ai quali rimandiamo Lettori e Lettrici a questo link. In questa sede diamo conto in particolare del convegno previsto per il pomeriggio del 2 dicembre presso la Sala San Lorenzo di Eboli (ore 15.30-19), denominato Dall’inclusione al welfare generativo di comunità. Niente su di Noi senza di Noi – Progettare Qualità di Vita per e con le Persone con Disabilità, cui prenderanno parte tra gli altri il sindaco di Eboli Mario Conte e il presidente del Comitato dei Garanti della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) Salvatore Nocera. (S.B.)
Ricordiamo ancora il link al quale è disponibile il programma completo degli eventi di Eboli del 2 e 3 dicembre. Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: vito.bardascino@gmail.com.