Per 8 italiani su 10 il Servizio Sanitario Nazionale non fornisce risposte adeguate alle persone con disabilità. Per il 63% della popolazione italiana, inoltre, non c’è neanche una risposta efficace ai bisogni sanitari relativi alla disabilità. E ancora, quasi 4 italiani su 10 si spostano dalla propria Regione per trovare cure e supporti adeguati. Se poi le lunghe attese nelle strutture ospedaliere, le difficoltà nell’accesso alle prestazioni mediche, la scarsa qualità di strutture e attrezzature sono ritenute come delle criticità per una larga maggioranza di cittadini, è invece il personale medico a costituire ancora il vero “fiore all’occhiello” del sistema sanitario: l’86% degli intervistati, infatti, ha una percezione fortemente positiva della formazione e capacità dei medici incontrati.
È questa la fotografia scattata per il 2023 dalla terza indagine dell’Osservatorio Cittadini e disabilità, con commento di SWG, studio dedicato al rapporto tra persone con disabilità e Sanità, presentato, come avevamo segnalato nei giorni scorsi, nell’àmbito della cerimonia di consegna del Premio Giornalistico Bomprezzi-Capulli, a Roma e in contemporanea a Milano, iniziativa dedicata rispettivamente a Franco Bomprezzi, colui che fu giornalista e scrittore, direttore responsabile del nostro giornale «Superando.it» fino alla sua scomparsa nel 2014, e a Maria Grazia Capulli, giornalista del Tg2, che fu tra l’altro ideatrice e conduttrice della rubrica Tutto il Bello che c’è.
L’evento si è rivelato un positivo momento di confronto con il mondo dei media su informazione, disabilità, giornalismo costruttivo e sociale e ad aprirlo sono stati i saluti della ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli, che per l’occasione ha dichiarato: «Ritengo che questa sia un’iniziativa capace di cogliere tutti gli aspetti dell’inclusione e dell’attenzione agli altri, che di anno in anno viene coltivata anche grazie alle storie raccontate dai giornalisti in concorso. È importante informare e comunicare correttamente questi temi che spesso vengono adombrati da tanti altri. Il mondo degli Enti di Terzo Settore e i progetti che vengono portati avanti a favore delle persone più fragili rappresentano un’eccellenza del nostro Paese: dobbiamo quindi impegnarci a valorizzare sempre queste esperienze».
Dal canto suo, Simonetta Morelli, presidente del Premio Bomprezzi, ha anticipato le novità per il 2024 che riguarderanno il Premio: «Siamo già al lavoro per celebrare il prossimo anno i dieci anni dalla scomparsa di Franco Bomprezzi, un collega e un amico che ci manca e di cui avvertiamo il bisogno umano e la capacità di visione. Abbiamo inoltre deciso di centrare l’indagine statistica del report 2024 Cittadini e disabilità sulla violenza nei confronti delle donne con disabilità e sul lavoro, temi fondamentali per garantire i diritti della persona».
All’evento di Roma, presso la Stampa Estera, e con la conduzione di Valeria Ciardiello (A tutto campo di RAI Sport), hanno preso parte la già citata Alessandra Locatelli; Esma Cakir, presidente dell’Associazione della Stampa Estera; Paola Spadari, consigliera e segretaria dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti; Paolo Corsini, direttore dell’approfondimento RAI e presidente della giuria del Premio Bomprezzi-Capulli; Paolo Petrecca, direttore di Rainews24 e vicepresidente della giuria del Premio Bomprezzi-Capulli; Angelo Mellone, direttore di Day Time RAI e membro della giuria del Premio Bomprezzi-Capulli; Roberto Natale, direttore di RAI per la Sostenibilità ESG; Peter Gomez, direttore del «Fatto Quotidiano»; Edoardo Buffoni, direttore di Radio Capital; Francesco Bei, vicedirettore di «la Repubblica»; Fabio Insenga, vicedirettore dell’Agenzia AdnKronos; Marco Pratellesi, vicedirettore di «Oggi»; Giovanni Parapini, direttore di RAI Umbria; Silvia Vaccarezza della rubrica di TG2 RAI Tutto il bello che c’è; Maurizio Montobbio, presidente del Consorzio del Gavi; Stefano Malfatti, direttore della Comunicazione e della Raccolta Fondi per l’Istituto Serafico di Assisi; Martina Fuga del CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), componente del Comitato Scientifico Premio Bomprezzi; Simonetta Morelli, presidente dell’Associazione Premio Bomprezzi.
A Milano, invece, presso la Sala Bomprezzi della Casa dei Diritti, con la moderazione della vicecaporedattrice del «Corriere della Sera» Enrica Roddolo, hanno partecipato Lamberto Bertolè, assessore al Welfare e alla Salute del Comune di Milano; Diana De Marchi, presidente della Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili del Comune di Milano; Carlo Marchetti, presidente della Fondazione di Comunità Milano; Arianna Petra Fontana, consigliera della Fondazione di Comunità Milano e presidente di Confartigianato Milano; Lorenzo Sani, consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti; Haydée Longo, presidente della Consulta di Milano per le Persone con Disabilità dell’Ordine dei Giornalisti; Stefano Arduini, direttore di «Vita»; Claudio Arrigoni, giornalista e voce delle Paralimpiadi in RAI; Massimo Maggio, direttore di CBM Italia; Enrico Negrotti di «Avvenire»; Simona Lancioni, responsabile di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa); Eliana Liotta, direttrice della collana editoriale “Scienze per la vita Sonzogno”; Antonio Giuseppe Malafarina, direttore responsabile del nostro giornale «Superando.it»; Valentina Tomirotti di «la Repubblica».
«Franco Bomprezzi è stato un grande milanese – ha sottolineato Carlo Marchetti, presidente della Fondazione di Comunità Milano e main partner del Premio – e la Fondazione di Comunità Milano, che sostiene il benessere di chi vive nella nostra città, non lo dimentica. Proprio nella Casa dei Diritti a lui intitolata, tra l’altro, abbiamo presentato il nostro Decalogo del Parco Giochi Inclusivo che condivide le lezioni apprese realizzando nove aree gioco accessibili e inclusive nei nove Municipi di Milano, insieme ad organizzazioni che operano per una nuova cultura della disabilità e contando sulla sensibilità della stampa locale. Per queste ragioni ci è sembrato lineare accompagnare la strada del Premio Bomprezzi Capulli, che valorizza la missione di responsabilità sociale dei giornalisti e delle giornaliste».
Un impegno ribadito anche da CBM Italia, la nota organizzazione umanitaria che opera nel Sud del mondo per la prevenzione e la cura delle disabilità visive, e in Italia per l’inclusione delle persone con disabilità, che sostiene il Premio sin dalla sua prima edizione: «Una missione che ci lega al Premio – ha dichiarato il direttore Massimo Maggio -, ricordando sempre che le parole hanno una forza incredibile e in tema di disabilità possono essere macigni: scegliere con cura i termini da usare quando si parla di una persona con disabilità è infatti un gesto di consapevolezza, che aiuta a combattere gli stereotipi».
E veniamo ai premiati, dopo avere ricordato che da quest’anno, legato all’iniziativa, è stato anche promosso un grant europeo, per sostenere i progetti giornalistici dei freelance in tutta Europa, centrato sui 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030, al quale sarà possibile partecipare sino al 30 giugno del prossimo anno (per informazioni accedere a questo link).
Per il Premio Bomprezzi i primi tre classificati sono stati rispettivamente, dal primo al terzo posto, Lidia Scognamiglio (TG2 Medicina 33), Chiara Dall’Angelo con Luca Capponi («Quattro Colonne», testata della Scuola di Giornalismo di Perugia) e Gabriella Meroni (periodico della sacra Famiglia).
Per il Premio Capulli, invece, dedicato al giornalismo positivo, i riconoscimenti, sempre dal primo al terzo posto, sono andati a Monica Matano (RaiSport), Paolo Maria Alfieri («Avvenire») e (terzo posto ex aequo) a Linda Dorigo (Tgr RAI Basilicata) e Benedetta Sangirardi («Effe»).
Quattro menzioni speciali, su proposta della giuria, sono andate poi a Valerio Nicolosi (Gruppo Mediaset – autore di Chora Media), Marina Cuollo e Francesca Gastaldi («Vanity Fair») e a Luigi Ripamonti («Corriere della Sera», caporedattore di «Corriere Salute»), quest’ultimo scelto in collaborazione con il neonato Premio Cernuschi, dedicato alla memoria di Edoardo Cernuschi, che fondò e fu presidente della LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, oggi componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), oltre ad essere stato uno dei motori della nascita del progetto DAMA (Disabled Advanced Medical Assistance, ossia “Assistenza medica avanzata per le persone con disabilità”) presso l’Ospedale San Paolo di Milano, modello innovativo di accoglienza delle persone con disabilità grave e gravissima all’interno delle strutture ospedaliere, oggi divenuto una rete di ben venti centri sparsi in Italia e in Europa.
Per quanto poi riguarda il “Progetto dell’anno”, qui ad essere selezionato tra oltre venti buone prassi dal Comitato Scientifico del Premio Bomprezzi è stato Autonomia e Disabilità della Fondazione CRC di Cuneo, «per l’idea di sperimentare soluzioni non convenzionali e integrate, volte a incrementare l’autonomia, la piena inclusione sociale, abitativa, lavorativa e culturale delle persone con disabilità, sviluppando una comunità sempre più coesa e inclusiva che favorisca il benessere sociale e culturale delle persone».
«Il nostro progetto Autonomia e Disabilità – ha dichiarato con particolare soddisfazione Ezio Raviola, presidente della Fondazione CRC – rappresenta la conferma dell’impegno che da tempo e con convinzione stiamo mettendo in campo nell’àmbito della disabilità. Questo Premio, che siamo particolarmente lieti di ricevere, riconosce la costanza dell’impegno e i risultati raggiunti grazie ad un importante gioco di squadra, che coinvolge diversi Enti del nostro territorio, con l’obiettivo comune di promuovere una comunità sempre più inclusiva».
E torniamo in conclusione da dove avevamo iniziato, ovvero all’indagine Cittadini e disabilità, centrata sul rapporto tra le persone con disabilità e la Sanità. «La percezione dell’opinione pubblica italiana – ha spiegato in sede di presentazione Maurizio Pessato, vicepresidente di SWG – è molto negativa riguardo alla capacità dei servizi sanitari di rispondere ai bisogni delle persone con disabilità. E anche rispetto ai percorsi prioritari o specifici per persone con disabilità sperimentati dai cittadini il giudizio è negativo: per il 21%, infatti, vi è una totale assenza degli stessi e per il 44% è accaduto solo raramente di poterne usufruire. Eppure, il problema pare non riguardare le barriere architettoniche in àmbito ospedaliero. Ad essere ritenute scarse. per il 63% degli intervistati, sono le risposte efficaci ai bisogni di salute, risposte che per il 36% vengono ricercate al di fuori della propria Regione di residenza. Il contesto, per altro, risulta difficoltoso anche per chi resta a casa propria, visto che il 67% dichiara di doversi avvalere di più strutture sanitarie per poter rispondere alle proprie necessità di salute e solo il 28% trova assistenza in un’unica struttura».
«Le principali difficoltà incontrate dalle persone con disabilità – ha sotrtolineato ancora – sono legate alle ore di attesa che trascorrono in strutture sanitarie e all’accesso alle liste di attesa. Un punto di merito, invece, va al personale sanitario italiano, valutato in via complessiva positivamente nell’86% dei casi, mentre 6 persone su 10 bocciano le strutture e le attrezzature. Il miglioramento richiesto vede per il 38% la necessità di adottare specifici protocolli per le persone con disabilità, il 19% chiede invece di migliorare le liste di attesa e anche i tempi di attesa pre-visita; il 17%, infine, si concentra sull’abbattimento delle barriere architettoniche e il 7% chiede un aumento della durata delle visite specialistiche».
«Questi dati – ha commentato Stefano Malfatti, direttore della Comunicazione e della Raccolta per l’Istituto Serafico di Assisi – restituiscono una situazione complessa, aggravata anche dalle difficoltà innescate dalla pandemia degli ultimi anni. Nella maggior parte delle strutture sanitarie italiane, infatti, mancano dei veri e propri protocolli specifici per le persone con disabilità, in aggiunta a un’importante carenza di personale formato in maniera adeguata. Il Serafico, ad esempio, essendosi sempre ispirato alla volontà di coniugare il “curare” con il “prendersi cura”, lavora quotidianamente per rendere i servizi ambulatoriali per persone con disabilità sempre più adatti al loro stato di salute; ma il nostro Servizio Sanitario Nazionale, purtroppo, è ancora cucito su misura per il malato e non per il malato con disabilità. Ecco perché il tema dell’accessibilità alle cure deve diventare una priorità su cui fondare la nostra società, attraverso una vera e propria svolta culturale che ci porti al pieno riconoscimento della dignità e dei diritti dei più fragili, e che sia in grado di abbattere le disuguaglianze in tutti i settori della Sanità».
Una doverosa nota finale per i patrocini del Premio Bomprezzi-Capulli (Fondazione di Comunità Milano, RAI per la sostenibilità ESG, Comune di Milano, Ordine dei Giornalisti del Lazio, dell’Emilia Romagna e della Lombardia), per le media partnership, che oltre a quella del nostro giornale «Superando.it», sono state quelle di «la Repubblica», Rainews 24, «Avvenire», Radio Capital, «Oggi», «Il Fatto Quotidiano.it», AdnKronos, «Vita» e SWG, e per il sostegno dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, del Consorzio di Tutela del Gavi, dell’Istituto Serafico di Assisi, di WS Group, di CBM Italia e della Fondazione Mantovani Castorina. (S.B.)
Per ulteriori informazioni: segreteria@premiobomprezzi.it (Elisabetta Piselli).