Nato con il nome di Sentinelle di civiltà e divenuto successivamente Sentinelle di civiltà e di felicità, questo progetto è promosso ormai da anni da Claudio Ferrante, presidente dell’Associazione Carrozzine Determinate Abruzzo (che lo patrocina), per sensibilizzare il mondo della scuola sui vari temi legati alla disabilità e dall’inizio del corrente anno scolastico ha già vissuto numerose tappe, attraverso dialoghi nelle classi in cui parlare di felicità, gentilezza e solidarietà, per approdare poi al concetto di disabilità da approfondire insieme, chiedendo ad alunni, alunne, studenti e studentesse di decidere se essere “barriere o facilitatori”, con le cosiddette “passeggiate empatiche” in carrozzina o i percorsi per le persone cieche.
In settembre, quindi, l’incontro è stato con le terze della Scuola Secondaria di Primo Grado dell’Istituto Comprensivo Villa Verrocchio di Montesilvano (Pescara), in ottobre con il Liceo Scientifico Saffo di Roseto degli Abruzzi (Teramo), con l’Istituto Comprensivo Troiano Delfico ancora di Montesilvano e con la Scuola Primaria Ritucci di Città Sant’Angelo (Pescara); e ancora, in novembre con il Liceo Galilei di Pescara e con la Scuola Secondaria di Primo Grado di Collecorvino (Pescara); infine, in dicembre, con la Scuola Primaria Fabbiani di Marina di Città Sant’Angelo (Pescara).
Ora il 2024 è ripartito in questi giorni ancora una volta da Montesilvano – la città dove ha sede la stessa Associazione Carrozzine Determinate – e più precisamente dagli alunni e le alunne di sei classi quinte delle Scuole Primarie della Direzione Didattica di Via Vitello d’Oro e Via Valle d’Aosta che, come sottolinea Ferrante, «diverranno a breve tante nuove “Sentinelle di civiltà e di felicità”».
«Nella cornice del Pala Dean Martin, messo a disposizione dall’Amministrazione Comunale – spiega ancora il Presidente delle Carrozzine Determinate – abbiamo accompagnato i ragazzi e le ragazze in un percorso di analisi delle proprie emozioni e dei propri comportamenti, ponendo la felicità come centro e obiettivo del vivere quotidiano di tutti e cercando di apprendere gli strumenti per trovarla anche quando “lei si dimentica di noi”. Alunni e alunne hanno poi discusso delle parole da dire e da non dire, delle parole difficili, della discriminazione, del pregiudizio, arrivando ad interiorizzare un nuovo modo di concepire la disabilità, come condizione determinata dall’ambiente concettualmente separata dalla malattia che talvolta la determina».
«Seduti in carrozzina – prosegue Ferrante -, i ragazzi e le ragazze hanno poi concretamente messo in atto quanto studiato nell’articolo 1 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, rendendosi consapevoli che per partecipare in condizioni di uguaglianza alla società, le persone che vivono una condizione di disabilità necessitano di un mondo universalmente accessibile in cui tutte le barriere vengano abbattute. E qui marciapiedi troppo stretti, scivoli inesistenti, barriere architettoniche disseminate tutte intorno alla scuola hanno fatto comprendere come ci sia ancora molto da fare per consentire a tutti di esercitare i propri diritti. Appuntamento, dunque, alle prossime tappe di questa nostra iniziativa, per continuare l’opera di sensibilizzazione nelle scuole del territorio e creare una nuova coscienza sociale nelle future generazioni». (S.B.)
Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: carrozzinedeterminate@hotmail.it.