La condizione sociale delle persone con disabilità in Italia è sempre più preoccupante per le enormi difficoltà ad esercitare i propri diritti e a partecipare ai processi decisionali; a causa della presenza, invasiva, dì barriere architettoniche e sociali, le persone con disabilità si vedono inoltre precluso l’accesso sia all’ambiente fisico che all’ambiente non fisico, il che costituisce un serio ostacolo alla loro realizzazione personale, alla loro piena integrazione nella società e alla loro partecipazione significativa e costruttiva alla vita democratica. Incontrano, quindi, una serie di difficoltà per avere accesso all’educazione e alla formazione professionale, all’assistenza sanitaria, all’occupazione, a un alloggio, tutte condizioni utili a mantenere una qualità di vita adeguata.
L’impatto negativo, poi, della crisi economica attuale ha ulteriormente compromesso i progressi verso la piena realizzazione della loro cittadinanza, perché le misure di austerità e i tagli di bilancio ai programmi di protezione sociale contribuiscono a esporle a maggiori rischi di esclusione, povertà, discriminazione, emarginazione, analfabetismo digitale e stereotipi negativi.
Tutto questo accade nonostante la nostra Carta Costituzionale, che non solo sancisce la piena uguaglianza formale di tutti i cittadini e le cittadine, o meglio le persone, ma riconosce anche l’uguaglianza sostanziale, attribuendo alla Repubblica il compito di «rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese» (articolo 3).
Io ho un obiettivo, ambizioso ma legittimo, che un domani il nostro Paese sarà in grado di trasformarsi in un luogo senza barriere e senza frontiere, di perfetta armonia, dove vigerà la lealtà e dove le iniquità saranno bandite. Io ho un obiettivo, ambizioso, ma legittimo, che un domani l’Italia metterà al centro la persona con il suo nome, con il suo volto, con il bene che potrà fare e il male che potrà soffrire. Io ho un obiettivo, anche questo ambizioso ma legittimo, che un giorno l’Italia sarà il luogo dove la persona bisognosa di cure non sarà considerata una spesa che grava sul bilancio della comunità, ma una mano da stringere, un dolore da alleviare, una sfida che la scienza saprà raccogliere. Io ho un obiettivo, ancora ambizioso ma legittimo, che un giorno l’Italia sarà accessibile, equa e universale, capace di fornire un’educazione e un’assistenza sanitaria di qualità, una protezione sociale che assicuri, sempre, il benessere fisico e mentale.
Continuo ad impegnarmi, con le tante meravigliose persone che ho incontrato in questi anni, perché presto l’Italia diventi il luogo dove lavorare insieme significhi non sgomitare per fare carriera, ma collaborare per un’impresa comune capace di rendere favolosa la vita di tutti.
Ho sempre davanti a me un grande sogno, che un giorno l’Italia sarà il luogo dove le risorse, i traguardi raggiunti dalla ricerca e la potenza delle tecnologie non saranno orientate a moltiplicare i guadagni, ad accumulare tesori, a imporre un dominio, ma a essere l’occhio per il non vedente, la protesi per l’amputato, l’esoscheletro per il paraplegico, l’apparecchio acustico digitale per il non udente, il puntatore ottico per il tetraparaplegico.
Non smetterò mai di sognare finché avrò la forza di nuotare*.
*Persona amputata della gamba destra, in questi anni Salvatore Cimmino ha portato avanti un vero e proprio giro del mondo a nuoto, seguito anche dal nostro giornale e denominato A nuoto nei mari del globo, per dare visibilità al proprio progetto Un mondo senza barriere e senza frontiere.