Un nuovo ambulatorio di ginecologia rivolto a donne con disabilità motoria

di Silvia Lisena
È diventato ufficialmente operativo nei giorni scorsi un nuovo ambulatorio ginecologico pubblico presso l’ULSS 6 Euganea a Padova la cui particolarità è quella di essere rivolto alle donne con disabilità motoria e quindi di essere accessibile in senso lato. Si tratta di un’importante realizzazione, che ci si augura possa essere l’inizio di una rivoluzione strutturale e culturale che si diffonda su tutto il territorio italiano

Padova, gennaio 2024, ambulatorio ginecologia disabilità motorieIl 25 gennaio scorso è diventato ufficialmente operativo un nuovo ambulatorio di ginecologia pubblico presso l’ULSS 6 Euganea a Padova la cui particolarità è quella di essere rivolto alle donne con disabilità motoria, e quindi di essere accessibile in senso lato. Esso è dotato infatti di un lettino automatizzato e altre attrezzature – cui prossimamente si aggiungerà un sollevatore – che offrono un servizio ginecologico su misura alle pazienti, nonché la possibilità di eseguire numerose prestazioni sanitarie, come prima visita e successivi controlli, pap-test ed ecografia transvaginale. Il tutto gestito da un team altamente qualificato, composto dalla ginecologa Chiara Pozzan, un’ostetrica, un infermiere e un operatore socio sanitario.

Molte donne con disabilità motoria incontrano spesso grandi difficoltà nell’accesso agli ambulatori ginecologici, proprio a causa del fatto che non risultano accessibili, non in termini di presenza o meno dell’ascensore, bensì di piccoli accorgimenti quali appunto il lettino automatizzato. Tali ostacoli comportano la rinuncia a effettuare visite ed esami ginecologici, con conseguente indebolimento della consapevolezza dell’importanza della propria salute.
Nel 2013 il Gruppo Donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) – e in particolare Simona Lancioni, che ne era allora componente e che oggi è responsabile di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) – aveva condotto un’indagine su un campione di 61 strutture ed enti pubblici situati sui territori di Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte, Sardegna, Toscana e Veneto, cui era stato sottoposto un questionario per raccogliere informazioni relative all’accessibilità alle donne con disabilità dei servizi di ginecologia e ostetricia.
Alla base c’era un approccio concettuale che considerava la disabilità come interazione dinamica tra la persona con disabilità e l’ambiente, indi per cui lo stesso termine “accessibilità” acquisiva un significato più ampio, andando a delineare i contorni di una progettazione inclusiva orientata a garantire un benessere ambientale e relazionale.
Era emerso un quadro abbastanza problematico,, dove si riscontrava la mancata presenza simultanea di tutti i requisiti che consentirebbero a una donna con disabilità motoria di scegliere quale sia la modalità di movimentazione più adatta alle proprie caratteristiche. Ad esempio, se un ambulatorio è sprovvisto di sollevatore, oppure se è presente ma il personale non sa farlo funzionare, la paziente si vede obbligata a ricorrere all’ausilio di figure esterne che operino lo spostamento dalla carrozzina manuale al lettino, senza la possibilità di essere autonoma.
Qui sorge un’altra domanda: sono presenti figure ausiliarie adeguatamente formate che sappiano entrare in contatto con i corpi diversi delle donne con disabilità? Non sempre. Così come anche il personale medico non è sempre formato sulle diverse disabilità per cui sovente rischia di trovarsi impreparato o di rivolgere domande e considerazioni inopportune che arrivano addirittura a ledere la dignità delle donne con disabilità.

Recentemente il Gruppo Donne UILDM – e in particolare Stefania Pedroni e Marta Migliosi – ha ripreso in mano l’indagine, rivolgendola anche alle stesse donne con disabilità per capire quali siano i loro effettivi bisogni e le difficoltà finora oggettivamente riscontrate.
Si può dunque constatare che un primo risultato è stato raggiunto con l’inaugurazione dell’ambulatorio ginecologico accessibile dell’ULSS 6 Euganea a Padova. Speriamo che possa essere l’inizio di una rivoluzione strutturale e culturale che si diffonda su tutto il territorio italiano.

Sul tema trattato nel presente contributo, suggeriamo anche la consultazione, nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa), del repertorio dedicato a Servizi per la salute sessuale e riproduttiva preparati ad accogliere donne con disabilità (a questo link).

Disfemminismo e altre storie
Si intitola così lo spazio fisso affidato da «Superando.it» alla cura di Silvia Lisena, insegnante, scrittrice e attivista con disabilità motoria, che con esso intende «raccontare, indagare e riflettere sulla realtà delle donne con disabilità in un’ottica femminista, inclusiva e intersezionale», come ha scritto lei stessa.
Nella colonnina a fianco (Articoli correlati) il link agli articoli finora pubblicati nell’àmbito di questo spazio.

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