Il tempo passa, ma le iniziative dedicate alla sensibilizzazione per una vera società inclusiva aumentano e diventano sempre più vissute. È il caso della Giornata dei calzini spaiati, arrivata nel 2024 all’11ª edizione e che invita tutti, grandi e piccoli, a riflettere sulle diversità che non dividono, ma arricchiscono le persone, per immaginare un presente e un futuro dove i concetti di accoglienza e uguaglianza possano far parte di questo mondo.
La Giornata non ha una data fissa, ma cade ogni primo venerdì di febbraio, per consentire a studenti e studentesse di festeggiarla.
Quante volte vi sarà capitato di perdere un calzino in giro per casa, prendendone un altro al volo ritrovandovi così ad avere un paio calzini appunto spaiati? Certo, prima o poi la coppia tornerà a riunirsi ed è così, con questa metafora, che è nata la Giornata dei calzini spaiati, per celebrare l’unicità e la ricchezza che si possono trovare nella diversità di ognuno di noi, per relazioni amicali e di altro genere, senza alcun giudizio.
In una bella intervista pubblicata da «Famiglia Cristiana», l’insegnante di scuola primaria Sabrina Flapp, ovvero colei che nel 2012 ha ideato la Giornata, spiega il motivo di un’iniziativa sempre più conosciuta e apprezzata: «L’ho trovato un modo diverso, forse originale, per spiegare ai bambini quanto siamo tutti unici, diversi e speciali: insieme possiamo essere ancora più importanti, efficaci, positivi. Siamo tutti un pezzettino di puzzle del mondo e tutti possiamo aiutarci, fare la differenza. Come i calzini, che possiamo indossare anche se spaiati, così rispettando ogni compagno e amico possiamo rendere le nostre giornate “delle buone giornate”».
Ma come si partecipa alla Giornata dei calzini spaiati? Semplice: indossando dei calzini spaiati e facendoli vedere a tutti, naturalmente passando dai social alle chat sul proprio smartphone, così da far conoscere a più persone possibile un bellissimo momento di condivisione. (G.R.)
Per partecipare anche sui social alla Giornata dei calzini spaiati clicca qui.
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