Riceviamo da Silvia Lisena il seguente ricordo del nostro direttore responsabile Antonio Giuseppe Malafarina e ringraziandola sentitamente, ben volentieri pubblichiamo.
Trovare le parole giuste per commemorare Antonio è un’impresa praticamente impossibile. Perché l’imprevedibilità della sua scomparsa annebbia la mente, paralizza le dita, silenzia la voce. Allora vado indietro nel tempo, a quella mattinata di metà aprile del 2011.
Lo incontrai quando in realtà non dovevo neanche farlo. La mia classe non era iscritta alla conferenza che lui, assieme a Myriam Altamore, avrebbe tenuto nella nostra scuola superiore. Ma la vita, a volte, sconvolge i piani. E per fortuna.
Ero timida, come ebbi modo di precisare subito una volta connessi su Facebook, ma interessata a entrare più a fondo nel mondo della disabilità. E Antonio mi aprì le porte della sua vita, un po’ alla volta, perché anche la luce improvvisa può spaventare chi ha sempre vissuto nel buio.
Antonio ha contribuito a insegnarmi a camminare nelle vie impervie della società. Aveva la straordinaria capacità di trattare argomenti complessi e spinosi con un linguaggio limpido e raffinato.
La sua saggezza, che si coglieva anche in una conversazione semplice, era come un raggio di sole che filtra tra le nuvole dopo la pioggia.
Sapeva osservare le cose del mondo in un modo che difficilmente ho ritrovato in altri.
E, soprattutto, Antonio vedeva il buono in tutti e in tutto. Ho sempre ammirato questa sua trascendenza e credo che sia la principale eredità che noi tutti dovremmo cogliere.
Ti sento nell’aria, Antonio. Fragile e impetuoso come il vento che trascina via. È stato un privilegio essermi fatta trascinare nella tua vita.
Un sorriso, eternamente. Silvia
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