Ho letto con piacere le dichiarazioni fatte qualche giorno fa dal ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara, secondo le quali il titolare del Dicastero di Viale Trastevere sarebbe pronto ad intervenire, già a partire dall’imminente “Decreto Semplificazioni”, per sfruttare l’ormai prossima attivazione dei corsi abilitanti all’insegnamento, aprendo una sorta di “corsia preferenziale” alla conferma per l’anno scolastico successivo dei supplenti annuali di sostegno e fino al 30 giugno, su richiesta della famiglia.
Ciò significherebbe applicare finalmente quanto stabilito dall’articolo 14 del Decreto Legislativo 66/17, ai sensi del quale, «al fine di agevolare la continuità educativa e didattica di cui al comma 1 e valutati, da parte del dirigente scolastico, l’interesse della bambina o del bambino, dell’alunna o dell’alunno, della studentessa o dello studente e l’eventuale richiesta della famiglia, per i posti di sostegno didattico possono essere proposti ai docenti con contratto a tempo determinato e con titolo di specializzazione per il sostegno didattico di cui all’articolo 12, ulteriori contratti a tempo determinato nell’anno scolastico successivo».
Tale misura, in pratica, rappresenterebbe il primo step che farebbe da “trampolino” alla volontà del Ministero di mettere mano e modificare il Regolamento delle supplenze, «in modo da consentire la conferma dei docenti precari sui posti ricoperti per tutta la durata del ciclo scolastico frequentato dagli studenti con disabilità che sono loro affidati, nel pieno accordo fra le famiglie e le istituzioni scolastiche».
E purtuttavia, nonostante le predette auspicabili novità del “Decreto Semplificazioni” e le modifiche al Regolamento delle supplenze vadano finalmente nella “sacrosanta” direzione di assicurare una maggiore continuità didattica agli studenti con disabilità, a mio modesto avviso sono tre le condizioni necessarie e ineludibili, senza le quali, risulterà impossibile garantirla pienamente:
1) la modifica dei criteri di costituzione degli organici dei docenti specializzati a livello nazionale: In proposito, mi sento di proporre al mondo della politica l’emanazione di una norma per sancire una volta per tutte il passaggio nell’organico di diritto dei posti in deroga sul sostegno, al fine di garantire continuità didattica e stabilizzare da subito 100.000 insegnanti di sostegno;
2) l’assunzione di un numero maggiore di docenti di sostegno di ruolo per abbassare considerevolmente l’attuale percentuale di posti attribuiti a supplenza. Da questo punto di vista, un’“àncora di salvezza” potrebbe arrivare dagli ormai prossimi concorsi per insegnanti di sostegno, ma se ciò non dovesse bastare, a causa a quanto pare dello scarso numero di candidati concorsuali al Nord, mi permetto di avanzare al Ministero l’ulteriore proposta di prorogare quanto stabilito dall’articolo 5 della Legge 74/23, in base al quale, una volta completata la fase ordinaria delle assunzioni in ruolo relative ai posti di sostegno (il 50% dei posti disponibili assegnato alle graduatorie a esaurimento e l’altro 50% alle graduatorie dei concorsi), si procede all’assegnazione dei posti ancora vacanti esaminando la prima fascia delle GPS sostegno [GPS=Graduatorie Provinciali per le Supplenze, N.d.R.] e, se necessario, gli elenchi aggiuntivi che verranno formati entro il 30 giugno;
3) l’obbligo di permanenza dell’insegnante specializzato di ruolo per l’intero ciclo d’istruzione seguito dal suo alunno con disabilità (infanzia, primaria e secondaria di primo e di secondo grado). Ma questa è un’altra triste storia!
Solo realizzando concretamente le tre condizioni “strutturali” di cui sopra, sarà possibile garantire un’effettiva continuità didattica e realizzare a pieno l’inclusione scolastica degli alunni/studenti con disabilità del nostro Paese.