Quella di cui ci occupiamo oggi non è la prima buona notizia che arriva dalla Spagna e che fa a dir poco riflettere: basti pensare alle facce stupite, quando nel corso di un convegno o di un qualunque altro incontro pubblico, si segnala come già nel 2010 il nostro giornale si fosse occupato del professor Pablo Pineda, docente di Educazione Speciale all’Università spagnola di Malaga e persona con sindrome di Down, o che sempre in Spagna, nel 2013, Ángela Covadonga Bachiller, giovane donna con sindrome da Down, era divenuta consigliera comunale a Valladolid. E che dire della più recente notizia che Mar Galcerán, donna con sindrome di Down, era approdata al Parlamento iberico, divenendo deputata?
Ebbene, quanto segnalatoci ora dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, è forse ancora più significativo, se è vero che con voto praticamente bipartisan (312 voti favorevoli, 32 contrari), il Parlamento del Paese iberico ha modificato l’articolo 49 della propria Costituzione, facendo dichiarare al primo ministro Pedro Sánchez che «oggi è un grande giorno per la nostra democrazia, in cui saldiamo un debito morale che abbiamo con oltre 4 milioni di nostri concittadini». Lo stesso Sánchez si è anche «scusato a nome del Paese per avere impiegato così tanto tempo per apportare il cambiamento».
Ma in cosa consiste esattamente il cambiamento di quell’articolo della Costituzione? Lo si evince chiaramente leggendo il nuovo testo approvato: «Articolo 49. 1. Le persone con disabilità esercitano i diritti previsti dal presente Titolo in condizioni di reale ed effettiva libertà e uguaglianza. Sarà regolata dalla legge la speciale tutela necessaria per detto esercizio. 2. I poteri pubblici promuoveranno politiche di piena garanzia autonomia personale e inclusione sociale delle persone con disabilità, in ambienti universalmente accessibili. Allo stesso modo, incoraggeranno la partecipazione delle loro organizzazioni, nei termini stabiliti dalla legge. Verrà prestata particolare attenzione ai bisogni specifici delle donne e dei minori con disabilità».
“Persone con disabilità”, quindi e non più “portatori di handicap”, come nel testo precedente; pari diritti, in condizioni di libertà ed eguaglianza; autonomia personale, inclusione e accessibilità; particolare attenzione a donne e minori con disabilità: tutti passaggi direttamente connessi con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, all’insegna, come sottolineato dall’EDF, «dell’abbandono di un approccio medico/sanitario, in favore, appunto, di un nuovo approccio legato ai diritti umani». Un bel “calcio al passato”, non c’è che dire.
«Ci congratuliamo con la Spagna – ha dichiarato Yannis Vardakastanis, presidente dell’EDF -, e in particolare con la lunga campagna condotta per arrivare a questo risultato da parte del movimento spagnolo delle persone con disabilità, rappresentato dal CERMI (Comitato Spagnolo dei Rappresentanti delle Persone con Disabilità), per questa storica riforma costituzionale la quale corregge la convinzione errata che le persone con disabilità siano “meno di” e ci avvicina di più alla garanzia dei nostri diritti umani».
Non da ultima, particolarmente apprezzabile anche la libera disponibilità a tutti del testo approvato (Preambolo e nuovo articolo 49 della Costituzione), anche in linguaggio facilitato, in simboli e in Lingua dei Segni Spagnola. (S.B.)
Per approfondire ulteriormente, si può fare anche riferimento a un articolo di «Associated Press» (a questo link).