L’articolo 32 (Cooperazione internazionale) della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità invita gli Stati che hanno ratificato tale Trattato ad adottare misure per «far sì che la cooperazione internazionale, compresi i programmi internazionali di sviluppo, includa le persone con disabilità e sia a loro accessibile; agevolare e sostenere lo sviluppo di competenze, anche attraverso lo scambio e la condivisione di informazioni, esperienze, programmi di formazione e buone prassi di riferimento; agevolare la cooperazione nella ricerca e nell’accesso alle conoscenze scientifiche e tecniche; fornire, ove del caso, assistenza tecnica ed economica, anche attraverso agevolazioni all’acquisto ed alla condivisione di tecnologie di accesso e di assistenza e operando trasferimenti di tecnologie». Proprio su quell’articolo della Convenzione ONU si basa la nuova edizione (a questo link la nostra presentazione dell’edizione precedente) del corso di alta formazione La dimensione della disabilità nell’Agenda 2030: sviluppo inclusivo nella cooperazione internazionale, promosso da CBM Italia, la nota organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e nella cura della cecità e della disabilità evitabile, oltreché nell’inclusione delle persone con disabilità in Africa, Asia, America Latina e anche Italia.
«L’obiettivo – spiegano i promotori del corso – è quello di far conoscere meglio ai partecipanti il mondo della cooperazione internazionale e gli interventi per la promozione e la protezione dei diritti delle persone con disabilità alla luce dell’Agenda ONU 2030, degli strumenti concreti di policy e dei programmi che quel documento delle Nazioni Unite sugli Obiettivi di sviluppo sostenibili, offre a chi si occupa di cooperazione internazionale e di inclusione delle persone con disabilità. Il tutto all’insegna dello sviluppo sostenibile e inclusivo (Inclusive Sustainable Development) quale filo rosso che unisce i contenuti delle diverse unità di apprendimento del corso, in modo tale che tutti e tutte possano acquisire le conoscenze e le competenze utili ad elaborare progetti inclusivi».
In sintesi, quindi, i partecipanti impareranno a utilizzare gli strumenti grazie ai quali la società civile, oggi, può agire in modo efficace per realizzare uno sviluppo inclusivo.
Realizzato in modalità online, in collaborazione con la Scuola di Alta Formazione del VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), il corso si avvarrà di docenti esperti di advocacy e programmi internazionali di CBM Italia.
L’avio è previsto per il 21 marzo, la conclusione per il 10 giugno. Il termine ultimo per le iscrizioni è stato fissato per il 19 marzo. (S.B.)
A questo link è disponibile una scheda di approfondimento. Per ulteriori informazioni: Caterina Argirò (caterina.argiro@leacrobate.it).
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