«Quarant’anni di attività in Italia, trentacinque di Giochi Nazionali Invernali e il riconoscimento più grande dei traguardi raggiunti è rappresentato dalle testimonianze dei nostri atleti, così come dal volto e dalle espressioni gioiose dei loro familiari in occasione degli eventi. I Giochi Nazionali Invernali Special Olympics tracciano un percorso umano che va oltre lo sport e le gare: avvicinano le persone, generano empatia, una comune passione senza pietismo»: lo ha dichiarato Angelo Moratti, presidente di Special Olympics Italia, componente nazionale del movimento di sport praticato da persone con disabilità intellettive, in occasione della recente presentazione di Torino dei XXXV Giochi Nazionali Invernali Special Olympics, in programma in Piemonte, tra Sestriere, Pragelato, Entracque e Borgo San Dalmazzo dal 4 all’8 marzo prossimi, evento particolarmente atteso, poiché farà da “apripista” ai Giochi Mondiali Invernali di Special Olympics, previsti per la prima volta in Italia dall’8 al 16 marzo 2025.
Alla presentazione presso il Museo del Cinema nella Mole Antonelliana di Torino, hanno presenziato tra gli altri anche Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i Giovani, Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, Rosanna Purchia, assessora alla Cultura del Comune di Torino, Lorenzo Miceli, che ha portato il messaggio di Alessandra Locatelli, ministra per le Disabilità, Gianni Poncet, sindaco di Sestriere, Giorgio Merlo, sindaco di Pragelato, Raffaele Di Gennaro, vicepresidente del CONI, Pietro Marocco, consigliere della FISI (Federazione Italiana Sport Invernali) e, in rappresentanza degli atleti Special Olympics, Flavio Ferrero, Desirée Palumbo e Fabio Procopio.
«C’è ancora tanta strada da percorrere – ha aggiunto Moratti -, ma l’organizzazione, per la prima volta nel nostro Paese, dei Giochi Mondiali Invernali in Piemonte nel 2025 è un’opportunità unica da vivere che sarà in grado di avvicinare chiunque, invitandolo a conoscere, attraverso lo sport come linguaggio universale, gli atleti e soprattutto le persone oltre le disabilità intellettive. Un evento di questo genere rappresenta pertanto un’opportunità culturale, per insegnare al nostro Paese e al mondo intero a non avere paura delle differenze, a fare tesoro della conoscenza e a non fermarsi mai all’apparenza in un’epoca che scorre sempre più veloce». (S.B.)
A questo link è disponibile un testo di ulteriore approfondimento. Per altre informazioni: stampa@specialolympics.it (Giampiero Casale).