«Quella Proposta di Legge ci crea perplessità e sconcerto. Non ci pare infatti questo il bisogno più urgente per garantire ai nostri figli diritti e cure necessarie»: lo si legge in una nota diffusa dall’ANGSA Nazionale (Associazione Nazionale Genitori di perSone con Autismo), a proposito della Proposta di Legge approvata nei giorni scorsi alla Camera, che passerà ora al Senato e che prevede, come si legge in «Quotidianosanità.it», «lo svolgimento di esibizioni di motocross freestyle all’aperto e all’interno degli ospedali per i ragazzi con disabilità e i pazienti, in particolare pediatrici, con gravi patologie, nonché l’opportunità per gli stessi di salire in sella a una moto (a trazione elettrica, in caso di ingresso negli ospedali) per vivere un’esperienza nuova, sotto il controllo di un pilota esperto, in accordo con i genitori e i medici curanti».
«Non abbiamo bisogno di moto in corsia – aggiungono dall’ANGSA – ma che siano garantiti i Livelli Essenziali di Assistenza, il rispetto delle linee guida riconosciute dalla ricerca scientifica e non di leggi “passatempo”. Nel testo di quella Proposta di Legge si dice che la moto terapia dovrà essere introdotta entro sei mesi dall’entrata in vigore della norma, ma a “invarianza” di bilancio. I soldi andranno trovati, quindi, tra quelli già scarsi stanziati per la Sanità e pertanto si dovranno tagliare risorse da servizi essenziali per far spazio al “freestyle motocross therapy”, modalità di cura che non ha alcuna validazione scientifica. Così si aumenta la confusione su cosa è prioritario e utile e cosa non lo è». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa ANGSA Nazionale (Luca Benigni), luca.benigni@gmail.com.
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