«Inclusione è una parola magica. Quando esiste svanisce»: è introdotta da questo aforisma di Antonio Giuseppe Malafarina, giornalista scomparso l’11 febbraio scorso, già direttore responsabile di questo giornale, e a lui è dedicata Comunicare la disabilità. Prima la persona, la guida per una comunicazione adeguata e rispettosa delle persone con disabilità, progetto promosso e ideato dal Coordinamento per le Pari Opportunità dell’Ordine dei Giornalisti, curata dallo stesso Malafarina, co-autore del progetto, assieme ai giornalisti Claudio Arrigoni e Lorenzo Sani (consigliere nazionale e componente del citato Coordinamento).
La guida è ora consultabile e scaricabile dal sito del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti a questo link.
La guida stessa è anche un omaggio a Franco Bomprezzi (1952-2014), anch’egli giornalista, persona con disabilità, e anch’egli a lungo direttore responsabile di «Superando.it», che già nel 1999 provò ad individuare delle regole per fare della “buona informazione sulla disabilità”. Dopo l’aforisma di Malafarina sono infatti le parole di Bomprezzi quelle che accolgono i Lettori e le Lettrici all’inizio dell’opera, e li/le congedano alla fine. Quasi a chiudere un cerchio, nell’anno in cui ricorre il decennale della scomparsa di Bomprezzi.
Il testo della guida si apre con un richiamo all’articolo 6 del Testo Unico dei doveri del giornalista, che, tra le altre cose, prescrive al giornalista di rispettare i «diritti e la dignità delle persone malate o con disabilità siano esse portatrici di menomazioni fisiche, mentali, intellettive o sensoriali» (pagina 6, grassetti nostri in questa e nelle successive citazioni). Un «“rispetto” [che] si esprime soprattutto con la terminologia adeguata», osserva Carlo Bartoli, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, nella parte introduttiva (pagina 7), incardinando la riflessione nel solco tracciato dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (ratificata anche dall’Italia con la Legge 18/09).
«Le parole sono importanti. Pesano. Per i giornalisti e le giornaliste sono lo strumento di lavoro fondamentale, che deve essere usato in modo responsabile, nella consapevolezza che il linguaggio possa contribuire a cambiare lo sguardo della società su quelle persone che la nostra cultura, basata sull’efficienza, sull’eccellenza e sulla competizione, ma ancora densa di pregiudizi e stereotipi, relega spesso ai margini, se non tra gli “invisibili”», argomentano Elisabetta Cosci e Margherita Agata, due componenti del medesimo Coordinamento (pagina 9). E quanto possano pesare le parole diventa ancora più evidente se si considera che «le persone con disabilità rappresentano la più grande minoranza sociale al mondo, circa il 20% della popolazione globale», e solo in Italia sono quasi 13 milioni (pagina 10).
Si parla di cifre, nella guida, evidenziando come l’evoluzione del concetto di disabilità e l’adozione del modello bio-psico-sociale abbiano introdotto elementi di complessità che richiedono di inquadrare il tema in una prospettiva multidimensionale. L’approccio evolutivo è utilizzato anche nei paragrafi dedicati agli aspetti terminologici e storici della disabilità.
Dopo la trattazione di questi elementi che possiamo definire di carattere generale, la guida affronta alcuni aspetti specifici, vediamone alcuni.
Viene illustrata con appropriatezza di linguaggi e di toni la condizione di discriminazione multipla delle donne con disabilità, come pure di quella dei/delle caregiver (anche con indicazioni in merito alla trattazione di vicende particolarmente delicate, come quella degli omicidi-suicidi che vedono coinvolti caregiver e persone con disabilità). Un contributo, quest’ultimo, curato da GiULiA Giornaliste Sardegna/Gruppo Carta di Olbia.
Si parla poi di sport, del movimento paralimpico, di Special Olympics – il movimento di sport praticato da persone con disabilità intellettive -, anche qui, ovviamente, prestando puntuale attenzione alle questioni terminologiche, ma allargando la riflessione all’atteggiamento da tenere, essendo anch’esso parte integrante della comunicazione e potenziale veicolo di stereotipi abilisti.
Altre parti della guida affrontano la “questione dei titoli” e il fatto che, purtroppo, alcuni termini afferenti all’area semantica della disabilità sono usati come insulto.
Si parla quindi della violenza nei confronti delle persone con disabilità che spesso si riscontra nei social, dei rischi di emulazione, e dei filmati postati in rete e rilanciati dai mezzi di informazione.
Un approfondimento, inoltre, è dedicato alla comunicazione sulla disabilità intellettiva e a metodi di comunicare alternativi, mentre un focus affronta i temi della vita indipendente e del “dopo di noi”.
Un altro tema è quello dell’inspiration porn, o “pornografia ispirazionale”. Specifiche indicazioni sono proposte riguardo alle persone con sindrome di Down. È proposto un glossario dei termini e delle espressioni di uso comune, indicando quelle scorrette e fornendo un’alternativa rispettosa delle persone con disabilità, e anche un “mini vocabolario” con le definizioni di concetti che è necessario conoscere, a partire da quelli di abilismo e accessibilità e procedendo in ordine alfabetico.
Nel complesso la guida si configura come uno strumento fondamentale non solo per i giornalisti e le giornaliste, ma anche per chiunque, a vario titolo, si occupa di informazione e comunicazione. Essa è di agevole consultazione, fornisce gli elementi di base per una comunicazione adeguata e rispettosa delle persone con disabilità, e merita la più ampia diffusione.
Chi, come chi scrive, ha avuto la fortuna di conoscere personalmente sia Franco Bomprezzi che Antonio Giuseppe Malafarina, può scorgere nell’approccio narrativo utilizzato la loro impronta. Sembra di sentirlo Franco, mentre invita a mettere la persona al centro, o Antonio Giuseppe mentre puntualizza che quella usata dalle persone con disabilità è la carrozzina e non la carrozzella, giacché quest’ultima è quella trainata dai cavalli. Un bel modo di tenere in vita il loro pensiero.
Come accennato, la guida si chiude con alcune parole di Bomprezzi. Ci piace riproporle a conclusione di questa presentazione: «Le parole sono contenitori. Dentro c’è la vita. Ci sono le persone. Con la loro dignità». (Simona Lancioni)
Estremi della pubblicazione:
Ordine dei Giornalisti: Coordinamento per le pari opportunità, Comunicare la disabilità. Prima la persona, a cura di Antonio Giuseppe Malafarina, Claudio Arrigoni e Lorenzo Sani, Zonamista (stampa e progetto grafico), 68 pagine. Il progetto grafico dell’opera, dalla scelta dei font (Open Sans font ad alta leggibilità), alle spaziature del testo, all’utilizzo del colore, è accessibile anche alle persone cieche e con dislessia. La guida è liberamente consultabile e scaricabile dal sito del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (www.odg.it).
Il presente contributo è già apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso – con alcune modifiche e integrazioni dovute al diverso contenitore – per gentile concessione.
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