Bene ridurre i tagli ai contributi dei caregiver, ma le preoccupazioni restano

Inizialmente ricompresi tra i 200 e i 350 euro mensili, saranno invece di 65 euro mensili, con l’esclusione delle persone con disabilità con bisogni complessi, le decurtazioni ai contributi per i caregiver familiari della Lombardia, in attuazione del Piano Regionale per la Non Autosufficienza. Se questo viene giudicato positivamente dalla Federazione lombarda LEDHA, per quest’ultima, però, permangono altri due motivi di grave preoccupazione

Particolare di uomo che medita«Avere ridotto i tagli ai contributi per i caregiver è un fatto positivo»: lo dichiara Alessandro Manfredi, presidente della LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità, componente lombarda della FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), a margine dell’incontro tra Elena Lucchini, assessora alla Famiglia, alla Solidarietà Sociale, alla Disabilità e alle Pari Opportunità della Regione Lombardia, e i rappresentanti di diverse organizzazioni, tra cui quelli della stessa LEDHA e della FAND Lombardia (Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità), per discutere le proposte della propria Regione in merito all’attuazione del Piano Operativo Regionale sulla Non Autosufficienza. A differenza di quanto paventato in questi mesi, infatti, dall’incontro è emerso che le decurtazioni, inizialmente ricomprese tra i 200 e i 350 euro mensili, passeranno a 65 euro mensili, con l’esclusione delle persone con disabilità con bisogni complessi, che invece non vedranno nessuna decurtazione.

Due elementi, però, continuano a destare la preoccupazione della LEDHA, come si legge in una nota diffusa dalla Federazione lombarda, il primo dei quali «riguarda l’impostazione di fondo del provvedimento regionale, che deriva dal Piano Nazionale per la Non Autosufficienza. Se questo infatti non sarà modificato, il prossimo anno le persone con disabilità della Lombardia si ritroveranno nella stessa situazione di questi ultimi mesi».

«Ma la seconda e più grave criticità – proseguono dalla LEDHA – quella che ci preoccupa in modo particolare, concerne i contributi previsti dal Piano per la Non Autosufficienza erogati attraverso la cosiddetta Misura B1, finalizzata a garantire la permanenza a domicilio e nel proprio contesto di vita delle persone con disabilità gravissima. Tale misura prevede l’erogazione di un buono concesso a titolo di riconoscimento per l’assistenza fornita dal caregiver familiare o da personale di assistenza impiegato con regolare contratto».
«Ebbene – sottolinea Manfredi – fino ad oggi la Regione Lombardia è sempre riuscita a garantire a quanti ne facevano richiesta l’erogazione di questo contributo e attualmente le persone con gravissima disabilità che beneficiano della Misura B1 sono circa 11.000. A partire da quest’anno, però, non sarà possibile accogliere nuove domande. A causa infatti della carenza di risorse disponibili, molti di quanti presenteranno domanda quest’anno rischiano di non trovare risposta. E questo per noi non è accettabile». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it.

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