A proposito della Proposta di Legge Disposizioni per il riconoscimento e la promozione della mototerapia, approvata recentemente dalla Camera e in attesa ora di passare all’esame del Senato, testo in cui si parla di “mototerapia” «quale terapia complementare finalizzata a rendere più positiva l’esperienza dell’ospedalizzazione, contribuendo al percorso riabilitativo dei pazienti e accrescendo l’autonomia, il benessere psico-fisico e l’inclusione dei bambini, dei ragazzi e degli adulti con disabilità», la SIDIN (Società Italiana per i Disturbi del Neurosviluppo) ha diffuso un proprio documento (disponibile integralmente a questo link) in cui «suggerisce alla comunità scientifica e agli esperti del settore di NON considerare la “mototerapia” come un intervento atto a ridurre in modo specifico i sintomi nucleari di alcuno dei disturbi del neurosviluppo né delle disabilità che da questi sintomi derivano», nonché «di procedere all’effettuazione di studi di qualità elevata prima di poter considerare effetti terapeutici specifici, con inclusione anche della sicurezza, della fattibilità, dei costi e dei vantaggi rispetto ad altri interventi o ad altri contesti relazionali e supportivi spontanei o abituali».
È poi del tutto in linea con quanto scritto recentemente su queste stesse pagine da Vincenzo Falabella, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), la conclusione della SIDIN, quando si scrive: «È infine importante precisare che svolgere attività ricreative, sportive, culturali e socializzanti di qualsiasi tipo, secondo i valori e le preferenze personali, è certamente utile per altri motivi come, ad esempio, per il miglioramento del benessere fisico, per lo svago o per tessere e mantenere relazioni sociali. L’indicazione di non raccomandare la mototerapia si riferisce quindi unicamente alla prospettiva terapeutica, che richiede la verifica dell’efficacia dell’intervento su esiti clinici specifici».
«Attività ludico-ricreative utili a distrarre e intrattenere, magari a risollevare il morale, ma non da considerare come una terapia», aveva infatti scritto il Presidente della FISH. (S.B.)
Ringraziamo Giovanni Merlo per la segnalazione.
Per ulteriori informazioni: segreteria@sidin.org.
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