Nel 2023 quattro milioni di persone hanno visitato Pompei, mai così tanti da quando gli scavi sono aperti al pubblico. Sessantasei ettari di cui circa cinquanta scavati, uno spaccato di vita dell’antica Roma unico al mondo, un’immagine vivida della quotidianità degli abitanti preservata dalla cenere e dai lapilli che seppellirono la città in seguito all’eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo, Pompei è riconosciuta dal 1997 come Patrimonio dell’Umanità Unesco. A questi dati da primato se ne aggiunge un altro di non poco conto: il Parco Archeologico è dotato di un percorso accessibile alle persone con disabilità, il più grande itinerario fruibile in un’area archeologica in Italia.
L’iniziativa fa parte del progetto Pompei per tutti, partito nel 2016 [se ne legga a suo tempo anche sulle nostre pagine, N.d.R.], che viene ogni anno implementato per consentire una visita agevole alle persone con disabilità motorie, sensoriali e cognitive. Ad ulteriore dimostrazione che Pompei è un luogo aperto al futuro e al benessere della comunità, le aree verdi al suo interno sono diventate un laboratorio di agricoltura sociale per bambini, giovani e adulti con autismo e disabilità cognitive che con il loro lavoro promuovono la sostenibilità ambientale e la filiera corta dei prodotti. Ma andiamo per gradi, cominciando a parlare di accessibilità.
Il percorso da record che dicevamo è pensato per persone in sedia a rotelle, ma è perfetto anche per i genitori con il passeggino e per le persone anziane che prediligono una passeggiata più confortevole. Sono oltre tre chilometri e mezzo che vanno da Piazza Anfiteatro al Santuario di Venere e al Foro, attraverso un sentiero pavimentato battuto lungo le principali arterie cittadine, con accesso alle domus e agli edifici più importanti anche tramite scivoli metallici.
Terminato il tour, si esce dal varco di Piazza Anfiteatro oppure da Piazza Esedra, dove è possibile utilizzare l’ascensore dell’Antiquarium. Con la supervisione degli archeologi, della Soprintendenza di Pompei e la collaborazione dell’Università di Napoli Federico II, è stata messa a punto una speciale miscela di calce idraulica senza cemento per intervenire in alcuni settori della città, limitando l’impatto visivo, e delle passerelle in legno percorrono i giardini delle case degli antichi romani più abbienti. Quanto ottenuto si integra con la bellezza e la fragilità del patrimonio storico-archeologico, lo completa rispettandolo, e in alcune zone ci si è fermati per non compromettere l’integrità degli scavi: difatti alcune rampe hanno un’inclinazione superiore all’8% e in altre zone vi sono piccoli dislivelli superabili con l’aiuto di un accompagnatore.
I margini di miglioramento ci sono, secondo il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel, che all’inizio di quest’anno è “salito a bordo” di una delle sei sedie a rotelle a disposizione dei visitatori con difficoltà motorie e, calato nei loro panni, ha testato il percorso senza barriere. Esame superato, a Pompei non ci sono più ostacoli insormontabili, ma alcuni punti richiedono una revisione.
Numerose anche le soluzioni per le persone con disabilità sensoriali. Un protocollo d’intesa stipulato con l’ENS di Napoli (Ente Nazionale Sordi) consente di prenotare una cosiddetta “visita silenziosa” con accompagnatori sordi madrelingua LIS (Lingua dei Segni Italiana), che mediante tale strumento trasmettono appieno la suggestione della storia.
In una stalla e nel complesso della conceria sono invece presenti modellini tattili 3D e supporti esplicativi in Braille che, nel primo caso, fanno toccare con mano i resti di un cavallo ritrovato nel 1938, mentre nel secondo si possono comprendere i processi di lavorazione delle pelli.
Di concerto con la FIADDA (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone sorde e Famiglie) e con il Centro Nazionale del Libro Parlato, è stata messa a punto una guida in linguaggio visivo facilitato e con voce narrante che supera le diverse barriere sensoriali.
Negli ambienti principali delle Ville di Stabia, della Villa di Poppea ad Oplontis e di Villa Regina a Boscoreale, inoltre, sono installati monitor per itinerari multimediali in Lingua dei Segni, frutto del progetto Enjoy LIS Art – Percorsi multimediali inclusivi sul patrimonio artistico e culturale della Campania accessibili per le persone sorde, promosso dall’Assessorato alla Scuola, alle Politiche Sociali e alle Politiche Giovanili della Regione Campania, in collaborazione con l’ENS.
Una pluriennale convenzione con la Cooperativa Sociale Il Tulipano di Napoli ha quindi aperto per la prima volta il Parco Archeologico alle persone con autismo e/o disabilità cognitive[se ne legga ampiamente anche sulle nostre pagine, N.d.R.] e l’ha fatto su più fronti, declinando le iniziative sui valori dell’inclusione sociale e lavorativa, dell’accessibilità, della sostenibilità ambientale e della cultura. Ne è un esempio l’agenda visiva interattiva Pompei in blu – Viaggio nella casa del Menandro, messa a punto con il Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università Federico II di Napoli.
Lo strumento rientra nella collana “Percorsi museali inclusivi” del programma Tulipano Art Friendly che attualmente si compone di cinque guide volte a favorire la fruizione dell’arte e dell’archeologia da parte delle persone con autismo e disabilità cognitive che possono godere della bellezza del Parco Archeologico con la famiglia, gli amici e i compagni di classe, tutti protagonisti alla pari per un’occasione di apprendimento e socializzazione. Un’innovazione che può fare la differenza anche sul numero degli ingressi, perché le scuole possono ora organizzare le gite certe di poter coinvolgere in maniera inclusiva tutti gli studenti.
Ma Pompei non è soltanto reperti e scavi, comprende infatti un’inesplorata ricchezza ambientale con specie arboree e da frutto che meritano di essere tutelate. Da questo è nata l’idea di unire la cura del verde all’inclusione lavorativa proprio delle persone seguite dalla citata Cooperativa Il Tulipano che da alcuni anni, grazie al progetto ArcheoAgriAut, hanno adottato Pompei e partecipano a ogni intervento di recupero.
È quanto accaduto nel 2022 con l’apertura della Villa di Diomede, nella quale, oltre a garantire la percorribilità in sedia a rotelle dei due piani dell’edificio, bambini e adolescenti con autismo e disabilità cognitive del Centro Riabilitativo di Pompei, insieme alle loro famiglie e con il supporto della Cooperativa, raccolgono nei giardini, nel vivaio e nei frutteti melograni e mele cotogne, biancospino, agrumi e sorbole, per trasformarli in succhi e marmellate con le ricette di autori antichi come Plinio.
La rigenerazione ambientale prosegue con rinnovato slancio dopo la vincita, lo scorso scorso, del bando Coltiviamo Agricoltura Sociale, realizzato da Confagricoltura, Senior L’età della Saggezza ONLUS e Reale Foundation, in partnership con la Rete Fattorie Sociali e l’Università di Roma Tor Vergata. In continuità con le iniziative già avviate, con la collaborazione dell’azienda agricola Di Landro, verranno inseriti in un contesto lavorativo ventuno giovani e adulti con autismo e disabilità cognitive che seguiranno un percorso formativo e avranno l’opportunità di affinare competenze utili per trovare un impiego nel settore agricolo.
Altri due bandi pubblici lanciati nel 2023, Azienda Agricola Pompei e Orti Didattici – Horti Plinii – L’Orto Didattico di Plinio, consentiranno di riqualificare ampie aree agricole ed edifici rurali in abbandono, coinvolgendo sia giovani con disabilità sia ragazzi con bassa scolarità; verranno così riscoperti prodotti coltivati nelle epoche antiche e ci sarà posto per ulivi, viti, cereali, fiori e api. Le tecniche di coltivazione saranno aggiornate e infine i prodotti verranno trasformati e commercializzati in loco, un sistema di economia circolare a chilometro zero. Una fattoria didattica che occuperà anche altre zone di competenza del Parco, come il Polverificio Borbonico di Scafati, illustrerà il rapporto uomo-natura nell’antichità, giardini e orti nasceranno sulla base dei dati archeologici e lo studio di autori romani esperti di coltivazione.
Pompei è un mondo che sta tornando in vita, un modello di cittadinanza attiva che diventa motore di sviluppo per una nuova fruizione del Parco Archeologico, non più soltanto luogo di conservazione del passato, ma un patrimonio da vivere nel presente, un propulsore di attività sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale, alla portata di tutti.
Il presente servizio è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it» (con il titolo “Accessibilità, inclusione sociale e sostenibilità ambientale: la rinascita virtuosa di Pompei”). Viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.
Articoli Correlati
- Dopo di noi da creare “durante noi“* L'organizzazione del futuro di una persona con disabilità: quali sono le tutele giuridiche esistenti? In quali ambienti si potrà svolgere la vita di quella persona? E con quali fondi? Un…
- Sviluppo sostenibile e cultura accessibile al Parco Archeologico di Pompei Nel quadro del “Festival dello Sviluppo Sostenibile”, vi sarà il 21 maggio, all’Auditorium del Parco Archeologico di Pompei, la tavola rotonda “BenEssere Persone Cultura Sostenibilità e Territorio. Il Parco Archeologico…
- Per un mondo dei diritti per tutti «L’oggetto della fratellanza - scrive Francesco (Franco) Colizzi - è il valore dei valori, cioè il valore vivente che è la persona, ogni persona. Lo si scopre come una folgorazione…