Si sono svolti recentemente in Piemonte i XXXV Giochi Nazionali Invernali di Special Olympics, il movimento di sport praticato da persone con disabilità intellettive e che quasi sempre lo fanno insieme ad atleti senza disabilità, all’insegna dello “sport unificato”.
All’evento, già da noi ampiamente presentato come un test particolarmente importante in vista dei Giochi Mondiali invernali, che si terranno per la prima volta in Italia nel marzo del prossimo anno, hanno partecipato ben 593 atleti con e senza disabilità intellettive arrivati in Piemonte da ogni parte d’Italia e dall’estero, per dare prova di abilità e talento nello sci alpino, nello sci nordico, nello snowboard, nel floorball, nella corsa con le racchette da neve e nella danza sportiva.
Qui diamo spazio alle significative parole di chi grazie alle gare e alle successive premiazioni dei Giochi, ha vissuto un momento di svolta con un passato dove gli era stata prospettata, o addirittura sentenziata, una vita ben diversa.
È successo ad esempio a Mattia Boscolo, atleta dello sci alpino, che racconta: «Sciare è un’emozione folle per me. Lo sport è tutto, mi ha permesso di sentirmi adatto ad una vita normale. Anni fa, quando ero in ospedale, mi avevano detto che non avrei potuto camminare, che sarei rimasto seduto in carrozzina, che sarei stato cieco, e guardami ora… Penso che partecipare ai Giochi Nazionali Special Olympics possa essere stato importante non solo per gli atleti come me, ma anche per tutti gli altri, specie i giovani. Bisogna venire qui per incontrare e conoscere da vicino la disabilità intellettiva. In passato sono stato giudicato malamente e preso in giro, ma non importa, io vado dritto per la mia strada e la mia strada è lo sport. Lo sport è un’opportunità per migliorarmi, in Special Olympics percepisco la fiducia in me, Special Olympics, in tutto il mondo, è vita». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: stampa@specialolympics.it (Giampiero Casale).