Con l’insediamento dell’Osservatorio per l’Inclusione e l’Accessibilità, previsto nel programma dell’XI Consiliatura del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), si è avviato il percorso per la promozione di una società inclusiva ed equa nella quale le persone abbiano pari opportunità e diritti, accesso ai servizi e piena partecipazione alla vita sociale ed economica.
Il presidente di tale organismo Vincenzo Falabella, consigliere del CNEL, ha illustrato ai componenti, presso la sede dello stesso CNEL di Palazzo Lubin a Roma, i tre pilastri fondamentali su cui si fonderà l’attività programmatica: ricerca e analisi riguardanti le questioni legate all’inclusione, in termini di raccolta dati, studio delle tendenze, identificazione delle sfide e analisi delle buone prassi a livello nazionale e internazionale, il tutto con l’obiettivo di fornire una base solida di conoscenza, per supportare la formulazione di osservazioni, pareri e proposte sul tema. Quindi comunicazione, dove l’organismo concorre, con gli altri soggetti istituzionali a ciò dedicati, alla sensibilizzazione delle parti rappresentate nel CNEL sui diritti e le esigenze delle persone con disabilità e dei loro familiari, nonché di altri target fragili, per promuovere la consapevolezza dell’importanza dell’inclusione e dell’accessibilità, sostenendo politiche e pratiche che favoriscano un ambiente inclusivo. Infine, supporto alla trasformazione, avviando una collaborazione con i diversi portatori d’interesse, per sviluppare e promuovere strategie concrete utili a migliorare l’inclusione, con l’obiettivo di fungere da catalizzatori per il cambiamento, facilitando il dialogo e la cooperazione tra le parti interessate al fine di tradurre la conoscenza e la consapevolezza in azioni positive.
«L’impegno dell’Osservatorio – ha precisato in tal senso Falabella – è lavorare per eliminare le barriere ed ostacoli, promuovere l’uguaglianza di opportunità e creare un contesto socio economico nel quale ciascuna persona, indipendentemente dalle proprie condizioni di disabilità o abilità, età o aspetto, possa godere appieno dei diritti e della partecipazione alla società».
«Ecco perché – ha continuato il Presidente dell’Osservatorio – faremo di tutto per sostenere lo sviluppo di un modello sostenibile di società che metta al centro la persona, nella sua interezza, ripensando le relazioni tra le persone e i contesti di vita, organizzativi, economici, fisici, lavorativi, di partecipazione politica e sociale».
Su tali princìpi, dunque, l’Osservatorio si impegna sul tema della disabilità a richiamare le basi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dal nostro Paese con la Legge 18/09, per rilanciare, attraverso l’Osservatorio stesso, tale confronto attorno alle future politiche per la disabilità e agli aspetti organizzativi e funzionali necessari alla loro realizzazione, perché, seppure esista già un riferimento ideale e politico proprio nella Convenzione ONU, è altrettanto vero che le persone con disabilità continuano a incontrare ostacoli nella loro partecipazione alla società e a subire violazioni dei loro diritti umani in ogni parte d’Italia e in diversi momenti della loro vita.
«Sullo specifico focus dell’intergenerazionalità e dell’invecchiamento attivo – ha concluso Falabella – l’Osservatorio, ferme restando le competenze della Commissione Istruttoria Permanente di riferimento, potrà fornire un utile apporto anche con riferimento ai provvedimenti attuativi della Legge 33/23 [“Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane”, N.d.R.] di recente approvazione».
Tra i numerosi argomenti trattati c’è stata piena condivisione da parte dei presenti, tra l’altro, sulla mobilità urbana inclusiva, da non considerare affatto come una condizione finalizzata solamente ad un obiettivo da raggiungere, ma che sia un processo continuo di apprendimento, adattamento e miglioramento.
Le leggi e le normative italiane delineano un quadro per l’accessibilità, ma è l’attuazione pratica di questi princìpi che trasforma le città in luoghi veramente accoglienti per tutti. Ogni passo verso un’infrastruttura più accessibile, ogni miglioramento nei sistemi di trasporto pubblico, e ogni iniziativa per rendere gli spazi urbani più inclusivi, contribuisce a costruire una società più equa e solidale.
La sfida è quella di guardare oltre le normative, abbracciando un approccio olistico che integri accessibilità, tecnologia assistiva e sensibilizzazione. Solo così si potrà garantire che l’accesso universale diventi una realtà tangibile, portando beneficio non solo alle persone con disabilità, ma a tutta la comunità.
L’impegno per una mobilità urbana inclusiva è un viaggio che richiede collaborazione, innovazione e, soprattutto, un cambiamento di mentalità. È un percorso che ci invita a riconsiderare e ridefinire cosa significhi vivere in una città, per garantire che ogni suo cittadino e cittadina possa godere pienamente della vita urbana.
Il presente contributo è già apparso sulla testata «La Discussione» e viene qui ripreso – con alcune modifiche dovute al diverso contenitore – per gentile concessione.