«Ho vent’anni e mi reputo un giovane “speciale”. Uso questo aggettivo, perché sono affetto da una sordità totale all’orecchio sinistro in seguito ad una forma tumorale (colesteatoma) e profonda all’orecchio destro, dove mi servo di una protesi acustica. Nel 2019, poi, al Bambino Gesà di Roma ho avuto un’altra diagnosi, riguardante la sindrome di Usher, rara malattia degenerativa con retinite pigmentosa e aggravio di edema maculare, curata nel reparto Telethon del Policlinico Vanvitelli di Napoli. Ad oggi il mio visus è solo centrale e sono ipovedente soprattutto in assenza di luce, ma la prospettiva è quella della cecità»: si presenta così Alessandro Coppola, per spiegare perché ha deciso di mettere nero su bianco la propria vita e di scrivere il libro recentemente uscito, Le mie orecchie parlano (Edizioni Graus), arricchito tra l’altro da un contributo di Geolier, il rapper assurto recentemente a popolarità anche nazionale al Festival di Sanremo e che con poche ma intense righe ha dato ulteriore valore alla testimonianza di Alessandro.
A supporto del libro, inoltre, sempre Alessandro ha dato vita anche al progetto di inclusione sociale denominato SuperAbile, che ha avuto il patrocinio della Regione Campania, e che si rivolge alle scuole secondarie di primo e secondo grado, alle Università, alle Accademie, ai Club Sportivi e agli Istituti Penitenziari Minorili, «per raccontare la mia testimonianza di resilienza – spiega Coppola – e condividere le mie esperienze tramite il mio linguaggio, che è lo stesso che utilizzano i giovani. Molti di loro, infatti, si rispecchiano, cominciando a credere a volte anche molto di più in se stessi. Posso dirlo, essendo già intervenuto in varie scuole con riscontri molto positivi».
«Nei miei incontri – prosegue -, porto ciò che sono: leggerezza, ironia, ma anche intensità, alcuni esperimenti sociali sulla fiducia e tratto temi per me fondamentali che risaltano anche nel libro, quali la disabilità, l’inclusione, l’empatia, il bullismo, la solitudine, il valore dell’amicizia e della scuola, la resilienza, la bellezza della diversità, la realtà delle malattie rare e l’importanza della ricerca. Penso infatti che in questo particolare momento storico in cui stiamo vivendo, in cui i giovani hanno pochi obiettivi, tra mancanza di autostima e tanta insicurezza, per questo scelgano spesso di intraprendere “strade più facili”, compromettendo la loro vita; giovani come me, che invece convivono costantemente con ostacoli e disagi oggettivi, derivanti dalle disabilità e non solo, si creano delle opportunità e per questo dovrebbero essere valorizzati e supportati, soprattutto se vogliono loro aiutare gli altri».
Partenopeo “doc”, Alessandro Coppola si è diplomato al liceo scientifico e da anni insegue il proprio sogno legato a campagne pubblicitarie per brand di moda, lanciando un messaggio di inclusione che esalti ogni forma diversa di bellezza. In sostanza, quella che oggi ritiene la sua “missione” è di raccontare le proprie esperienze soprattutto ai coetanei e alle coetanee, per comunicare che la vita va vissuta al massimo poiché il tempo è il valore più prezioso che esista.
Sin dal titolo scelto, il suo libro Le mie orecchie parlano racconta un’esperienza che merita certamente la maggior visibilità e diffusione possibile. (S.B.)
La scheda del libro di Alessandro Coppola Le mie orecchie parlano (con la possibilità di acquistarlo) è disponibile a questo link.