Antonio, che continua a parlarci da quel ritratto

È apparso in “InVisibili”, il blog del «Corriere della Sera», un bel contributo di Elisabetta Piselli su Antonio Giuseppe Malafarina, il nostro direttore responsabile scomparso l’11 febbraio scorso, che di quel blog era pure una delle “colonne”. Ben volentieri lo riprendiamo sulle nostre pagine, oltre a complimentarci vivamente per l’iniziativa del ritratto dedicato ad Antonio, inaugurato nei giorni scorsi a Milano

È apparso in InVisibili, il blog del «Corriere della Sera», un bel contributo di Elisabetta Piselli su Antonio Giuseppe Malafarina, il nostro direttore responsabile scomparso l’11 febbraio scorso, che di quel blog era pure una delle “colonne”.
Ben volentieri lo riprendiamo, oltre a complimentarci vivamente per l’iniziativa del ritratto dedicato ad Antonio, inaugurato nei giorni scorsi a Milano.

Ritratto di Antonio Giuseppe Malafarina

Il ritratto di Antonio Giuseppe Malafarina

Non è facile trovare le parole giuste per parlare di Antonio Giuseppe Malafarina, perché per lui le parole hanno rappresentato per quarant’anni l’unica forma di espressione e, per questo, ne aveva cura, ha avuto tempo e modo di studiarle e non le utilizzava mai a caso. Il saluto che usava e che tutti ricordano era “un sorriso,” perché per Antonio quella era la forma massima di contatto e di vicinanza.

Tetraplegico dall’età di 18 anni, per quello che lui ha sempre raccontato come «un tuffo venuto male», è riuscito a trovare il suo modo per vivere in questo mondo ed è diventato un’attivista per i diritti delle persone con disabilità, ma soprattutto per le parole da utilizzare, affinché l’inclusione potesse essere qualcosa di concreto e di magico.
La sua persona ha rappresentato e continua a rappresentare un simbolo di resilienza, coraggio e poesia: Antonio era un poeta e un uomo delicato, a cui però non mancavano ironia e testardaggine. Perché le sue parole e le sue battaglie continuino anche in futuro, si sta lavorando su diversi progetti e il primo che vedrà la luce è un suo ritratto, dipinto nella Parete dei Giusti che si trova all’interno della Biblioteca Chiesa Rossa di Milano, che in queste settimane festeggia i suoi vent’anni con tantissimi eventi, e che è stato inaugurato il 23 marzo, in occasione della Giornata Internazionale della Poesia, all’interno dell’evento Sbocciano poesie, organizzato da Zero5 Laboratorio di Utopie Metropolitane, Sistema Bibliotecario Milano, PASSin e in collaborazione con il Festival delle Abilità.

Il ritratto di Antonio è stato realizzato da Davide Ratzo, street artist e autore di tutti gli altri personaggi ritratti nella sala, che includono personaggi come John Nash, Margherita Hack e Stephen Hawking, Un progetto, quello della Parete dei Giusti, nato nel 2021 e che ha reso la sala studio della Biblioteca Chiesa Rossa uno spazio incredibile.
Antonio era presidente onorario della Fondazione Mantovani Castorina, che attraverso le parole del presidente di essa, Stefano Mantovani, racconta come nasce questo progetto. «In queste settimane ci siamo più volte chiesti quale fosse il modo giusto di portare avanti l’azione e il pensiero di Antonio, presidente onorario e figura chiave della nostra Fondazione. Difficile cogliere solo un tratto della sua poliedricità: era guizzo e testardaggine, riflessione osservazione e risposta inattesa, spesso spiazzante… perché allora non disseminare Milano di stille del suo pensiero? Così abbiamo colto al volo l’occasione offerta dall’amica Martina Gerosa e dalla collaborazione, ormai biennale, con la Coop Zero 5 e il bellissimo progetto Da gioco nasce gioco, legato al parco giochi accessibili, per costruire un momento suo. Il primo che sarà seguito da una sorpresa alla Design Week. Abbiamo voluto riportarlo etereo tra noi proprio nella Giornata Internazionale della Poesia. Le sue amate poesie, le sue amate parole. Parole che diventano immagini oniriche e segni come quelli che compongono il ritratto inaugurato durante l’evento Sbocciano Poesie, eseguito da Davide Ratzo, street artist che a anni ci accompagna nella creazione del Festival delle Abilità di cui Antonio era uno degli organizzatori. Dall’alto, tra i savi dipinti all’interno della Biblioteca Chiesa Rossa, col borsalino in testa, il sorriso enigmatico e quello sguardo che ti indagava ora veglia sugli studenti di ogni condizione, nazione ed età che in biblioteca arrivano per aprire un libro, per raccogliere parole e sensi. A guardare il suo ritratto, così realistico, viene un po’ il magone, ma sappiamo che è lì con noi! Con la sua testarda caparbietà a fare sempre meglio».

L’emozionante inaugurazione, alla quale hanno partecipato tra gli altri anche il padre di Antonio, colleghi ed amici, è stata l’occasione per ascoltare nuovamente alcune delle poesie tratte dal suo libro Poesia (Rayuela Edizioni), lette dall’editore Milton Fernández, con sottofondo musicale curato da Tizio Tiziano.
E, per un attimo, è stato come avere di nuovo Antonio tra noi. E per chi volesse, è sempre possibile ritrovare le sue parole anche sul muro della Biblioteca Chiesa Rossa, dove sono impresse le parole de Il Muro Liberato. Ciao Antonio, un sorriso.
Muri / proteggono / delimitano / isolano. / Minacciosi / placidi / rassicuranti / fieri / giovani e consunti / variopinti e anonimi / demoliti / supponenti ed eleganti / altezzosi, smarriti / poveri e agonizzanti. / Disteso / lungo il parco della Chiesa Rossa / narra / di musica e persone / culture e storia / un murale aggrappato a una parete / come l’esistenza / appesa all’umanità.
Antonio Giuseppe Malafarina

Il presente contributo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it», con il titolo “Un ritratto per delineare la grandezza di Antonio” e viene qui ripreso – con minime modifiche dovute al diverso contenitore – per gentile concessione.

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