«Nasce l’Intergruppo Parlamentare sull’Accessibilità Digitale per permettere a 13 milioni di italiani di accedere al web. Solo il 2-3% di siti web è accessibile a chi ha problemi di disabilità»: lo ha denunciato il vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera, Luciano Ciocchetti, presentando a Montecitorio l’Intergruppo sull’Accessibilità Digitale a cui, ha spiegato, «hanno già aderito 22 tra deputati e senatori per promuovere iniziative culturali e legislative che permettano ai 13 milioni di italiani che hanno deficit di varia natura di accedere alle informazioni e servizi digitali».
Con questa frase, dunque, è stata lanciata l’iniziativa dell’Intergruppo Parlamentare, durante un evento di cui è disponibile anche la videoregistrazione e al quale ha partecipato tra gli altri il direttore dell’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale) Mario Nobile, il quale ha sottolineato che il tema dell’accessibilità è «un tema di civiltà che si estende al capitolo dell’intelligenza artificiale. Una rivoluzione che rischia di lasciare indietro qualcuno». «Per investire su questo tema – ha spiegato Nobile – il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha stanziato 80 milioni di euro che permetteranno a 55 amministrazioni tra Regioni, Comuni e Città Metropolitane di acquistare tecnologie e formazione per il personale».
Innanzitutto va chiarito cos’è un Intergruppo Parlamentare. Si tratta di un’associazione informale tra i membri di un’Assemblea Parlamentare, a prescindere da Camere e gruppi politici di appartenenza, per coordinarsi su specifiche tematiche d’interesse trasversale. Non è pertanto una commissione o un organo ufficialmente riconosciuto, ma un gruppo di parlamentari che vogliono lavorare per promuovere tematiche comuni. Su un tema similare, ad esempio, esiste già un Intergruppo Parlamentare dedicato alla disabilità, coordinato da Giusy Versace, che fa parte anche di questo Intergruppo dedicato all’accessibilità digitale.
Come sottolineato dal presidente dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) Mario Barbuto, è un’occasione per coinvolgere gli attori che operano nel campo dell’accessibilità digitale, tra cui realtà come l’INVAT (Istituto Nazionale Valutazione Ausili e Tecnologie).
L’intervento di Barbuto è stato chiarificatore sul fatto che il tema dell’accessibilità digitale è un patrimonio collettivo e non può essere legato a interpretazioni commerciali e/o iniziative di singole realtà. Il tema è particolarmente importante, come si è già avuto modo di dire in diverse occasioni anche su queste pagine, e deve portare il Legislatore ad un supporto normativo che sia volto alla progettazione accessibile “by default senza cadere in tentazione di soluzioni” rapide come gli Accessibility Overlay, già oggetto di contestazione proprio da parte delle Federazioni Europee di persone con disabilità e della stessa AgID.
L’Intergruppo dovrà quindi dotarsi di strumenti collaborativi, essere trasparente con la pubblicazione delle eventuali audizioni e – perché no – pubblicare le eventuali Proposte di Legge per una “collaborazione” collettiva, evitando le classiche “stanze di palazzo” in un’ottica di applicazione di piccoli miglioramenti sul tema.
Ed un’occasione ci sarà presto: come ogni anno, infatti, si terranno gli Accessibility Days, quest’anno a Roma il 16 e 17 maggio, ospitati dall’Università La Sapienza all’edificio Marco Polo, con la possibilità di essere seguiti anche online in modalità accessibile (sottotitoli e interprete LIS).
Giovedì 16 maggio, in particolare, è prevista la sessione dal titolo Il Parlamento e l’accessibilità digitale. Incontro con i parlamentari sensibili al tema, coordinata da Antonio Palmieri della Fondazione Pensiero Solido, che quest’anno, in occasione del convegno per i vent’anni della cosiddetta “Legge Stanca” (Legge 4/04: Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici), ha lanciato il Giubileo dell’Accessibilità.
In quell’occasione, pertanto, i Parlamentari potranno confrontarsi con gli attori che quotidianamente lavorano nel campo dell’accessibilità, potendo cogliere spunti importanti per la loro missione: supportare cioè l’accessibilità digitale.
“Il digitale accessibile”
La nostra rubrica Il digitale accessibile è firmata da Roberto Scano, che da oltre vent’anni si occupa di accessibilità informatica, ossia dal 2002, anno in cui entrò nel W3C (World Wide Web Consortium), come rappresentante dell’IWA (International Web Association), partecipando allo sviluppo delle WCAG 2.0 (Web Content Accessibility Guideline), le Linee Guida per l’accessibilità dei siti web. Nel corso degli anni si è occupato del tema dell’accessibilità anche in àmbito normativo, supportando la nascita della cosiddetta “Legge Stanca” (Legge 4/04: Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici), in materia di accessibilità ICT (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione) e avviando iniziative a livello nazionale, per diffondere il tema dell’accessibilità “by design”.
Attualmente presiede l’Associazione dei Professionisti Web IWA e le Commissioni UNI dedicate alle professionalità digitali e all’accessibilità digitale. Svolge inoltre l’attività di consulente per aziende e Pubblica Amministrazione.
Nella colonnina qui a fianco (Articoli correlati), i contributi che abbiamo finora pubblicato, nell’àmbito della rubrica Il digitale accessibile.