Oggi, 2 aprile, Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell’Autismo, tutte le sedi dei Comuni e delle scuole italiane saranno illuminate di blu per iniziativa dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e del Ministero dell’Istruzione e del Merito, «con l’obiettivo – sottolineano dall’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori di perSone con Autismo) – di manifestare solidarietà e vicinanza ai problemi connessi ai disturbi dello spettro autistico. Il blu, dunque, per richiamare attenzione e consapevolezza su un tema che coinvolge in Italia 500.000 famiglie. Secondo dati del Ministero della Salute, infatti, un bambino su 77, nella fascia di età tra i 7 e i 9 anni, presenta disturbi del neurosviluppo. L’ISTAT, inoltre, ha recentemente registrato che la diagnosi di disturbo dello spettro autistico nell’interpretazione più ampia fra tutti gli allievi delle scuole nell’anno scolastico 2022-2023 è aumentata molto, fino a raggiungere 108.000 casi».
«Il blu – proseguono dall’ANGSA – illumina la fatica delle famiglie, la loro solitudine, le iniziative per rompere l’assedio dell’indifferenza, come quelle di Luna Blu in Liguria, i progetti per l’inserimento lavorativo, protocolli con gli Uffici Scolastici Regionali per superare i problemi di inserimento. Il blu illumina anche gli oltre 500 progetti in corso di realizzazione, per garantire una migliore assistenza ai ragazzi e sostegno alle famiglie. Il blu racconta che la cultura dell’inclusione ha fatto molti progressi nel nostro Paese e il Parlamento è stato generoso a licenziare provvedimenti orientati verso l’attuazione dei principi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Il blu illumina l’approvazione della Legge Delega 227/21 in materia di disabilità, che principalmente si qualifica nella garanzia del Progetto di Vita di ogni persona con disabilità. La generosità delle norme sta facendo però i conti con la mancanza di disponibilità economica e genera ombre nella vita reale».
«Nonostante il blu – dicono infatti dall’ANGSA – l’autismo continua a fare i conti con un’evidente discriminazione nell’accesso ai diritti più elementari. Il Progetto di Vita autonoma è uno strumento inaccessibile per una persona con autismo, le Regioni tagliano i fondi per sostenere i cicli di cura, come in Toscana, e in parte in Lombardia, nel Lazio 89 ragazzi assistiti nelle strutture socio assistenziali vivono da mesi sotto la minaccia di essere letteralmente “deportati” in strutture solo sanitarie per una querelle tra Regione e Comuni; le cronache, inoltre, riportano difficoltà di istituzioni fondamentali come la scuola a gestire ragazzi con autismo. E ancora, grandi ombre provengono dalla nuova Linea Guida per la diagnosi e il trattamento di bambini e adolescenti con disturbo dello spettro autistico, che riduce il ruolo del metodo ABA (Analisi Applicata del Comportamento), «nonostante negli ultimi tredici anni questo tipo di interventi – afferma Giovanni Marino, presidente dell’ANGSA – abbiano confermato la loro efficacia con molte migliaia di applicazioni e grande soddisfazione delle famiglie. Consideriamo questo un errore inaccettabile, che ci auguriamo venga emendato dalla Commissione di cui al recente Decreto Ministeriale del febbraio scorso. Così il blu sarebbe più blu!». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa ANGSA Nazionale (Luca Benigni), luca.benigni@gmail.com.