La notizia che per l’entrata in vigore dei nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), dopo un primo slittamento dal 1° gennaio al 1° aprile di quest’anno, si dovrà attendere ancora, getta sconforto nel campo della disabilità. Come reso noto infatti nei giorni scorsi, un nuovo Decreto prodotto dal Ministro della Salute di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha fatto ancora una volta slittare la data di entrata in vigore dei nuovi tariffari per la specialistica ambulatoriale e protesica, cui sono strettamente legate anche tutte le prestazioni a carico del Servizio Sanitario Nazionale introdotte nel 2017, al 1° gennaio 2025.
Nel caso specifico, la nostra organizzazione (DysNet-Dysmelia Network), che è una Federazione di Associazioni rappresentativa a livello europeo di persone con malformazioni agli arti, ritiene di richiamare l’attenzione in particolare su alcune criticità:
° Protesi moderne non coperte dal Nomenclatore Tariffario
L’attuale Nomenclatore copre protesi cosiddette estetiche o cosmetiche come pure protesi mioelettriche basate su una tecnologia che non è sostanzialmente cambiata negli ultimi quarant’anni. Le protesi robotiche di ultima generazione, con costi variabili da 20 a 50 k€ [da 20.000 a 50.000 euro, N.d.R.] sono coperte solo in parte (rimborso massimo di 8 k€ [8.000 euro, N.d.R.]) dall’attuale Nomenclatore Tariffario, il che le rende non accessibili dalla maggior parte dell’utenza. Con il paradosso che vede l’Italia tra i Paesi più avanzati nel campo della ricerca e della realizzazione di tali ausili ad alta tecnologia, senza purtroppo poterne prevedere una capillare divulgazione – indipendentemente da singole volontà e capacità – il che contribuirebbe fra l’altro ad una diminuzione dei costi se prodotti su più vasta scala.
° Ausili non coperti da Nomenclatore Tariffario
Sono disponibili sul mercato alcuni prodotti e ausili che offrono alle persone con disabilità grande valore aggiunto nel compiere attività specifiche, dal mangiare, allo sport, al suonare uno strumento. Questi ausili non sono necessariamente più costosi delle protesi cosmetiche, ma conferiscono una funzionalità che le protesi ordinarie non riescono a garantire. Il loro costo ammonta ad alcune centinaia di euro, esborso non trascurabile per una persona e la sua famiglia, che non ricevono alcun rimborso per tali ausili non essendo appunto previsti dal Nomenclatore. È necessario dunque che il Nomenclatore preveda tali ausili di grande valore per persone con disabilità agli arti.
° Le riparazioni di protesi sono incluse e come tali rimborsabili dalle Aziende Socio Sanitarie Territoriali: e tuttavia il ricorso a soluzioni “private” è spesso quello scelto dagli utenti in quanto fissare un appuntamento con il fisiatra che deve certificare la necessità della riparazione richiede regolarmente molti mesi, spesso anche fino ad un anno di attesa almeno in diverse Regioni d’Italia. Ciò crea enormi problemi in quanto la rottura di una protesi non è certo programmabile e ha necessità di trovare soluzione immediata.
Sono questi alcuni dei punti sottoposti all’attenzione anche del presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) Vincenzo Falabella, con cui si è consolidato un percorso proattivo di reciproca attenzione e collaborazione rispetto ai temi richiamati. In tal senso, sono in programma prossimamente altri incontri di maggior dettaglio, finalizzati a sottoporre ai livelli istituzionali preposti le esigenze già esposte e qui sinteticamente richiamate a titolo esemplificativo e come tale non esaustivo.
Dal canto nostro confidiamo in un’autentica capacità di ascolto nei confronti di tutti coloro che attendono da anni un aggiornamento del Nomenclatore Tariffario al passo con i tempi e con una tecnologia evoluta che consentirebbe di migliorare sensibilmente la qualità della vita di persone con disabilità agli arti.