I Comitati Etici Nazionali in un mondo fatto di incertezze

Crescita delle calamità naturali o causate dall’uomo, cambiamenti climatici, le conseguenze della pandemia: come possono svolgere un ruolo attivo i Comitati Nazionali di Etica e Bioetica nell’affrontare queste sfide? Se ne parla in questi giorni nella Repubblica di San Marino, durante l’importante conferenza “Crisi, evoluzione, crescita: contributi e sfide dei Comitati Etici Nazionali in un mondo di incertezze”, organizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dall’Unesco e dal Comitato Sammarinese di Bioetica, con ampio spazio anche alla situazione delle persone con disabilità
Florida, 2016, Uragano Matthew
Una persona con disabilità in carrozzina lungo una parte di un’autostrada distrutta dall’Uragano Matthew a Flagler Beach, in Florida, il 9 ottobre 2016 (© Jewel Samad/AFP/Getty Images). Le persone con disabilità sono ancora sempre tra le più vulnerabili, in caso di emergenze climatiche

«Negli ultimi anni il numero delle calamità naturali o causate dall’uomo è cresciuto in modo esponenziale. Allo stesso tempo, stiamo osservando le conseguenze sempre più intense del riscaldamento globale sul nostro mondo e il conseguente sconvolgimento delle nostre società. Tutto ciò è stato ulteriormente aggravato dalla pandemia di Covid-19, portando a una maggiore incertezza sulle risorse disponibili, sugli equilibri geopolitici, sul futuro stesso della specie umana e della biodiversità sul nostro pianeta. È pertanto opportuno riflettere su come i Comitati Nazionali di Etica e Bioetica possano svolgere un ruolo attivo in prima linea nel trattare e nell’affrontare queste sfide che le società si trovano ad affrontare»: è il tema di cui si parla in questi giorni nella Repubblica di San Marino, e fino al 19 aprile, durante l’importante conferenza denominata Crises, Evolution, Growth : Contributions and Challenges of National Ethics Committees in a World of Uncertainty (“Crisi, evoluzione, crescita: contributi e sfide dei Comitati Etici Nazionali in un mondo di incertezze”), organizzata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), dall’Unesco e dal Comitato Sammarinese di Bioetica.

Avremo modo di tornare a parlare di tale appuntamento. Qui segnaliamo che tra le aree chiave di crisi previste, vi è stata anche quella dedicata al tema Contributions and Challenges of National Ethics Committees in Fostering Inclusion for Persons with Disabilities and Vulnerable Groups (“Contributi e sfide dei Comitati Etici Nazionali nel favorire l’inclusione delle persone con disabilità e dei gruppi vulnerabili”), articolata nella sessione parallela Inclusion, Exclusion and ‘Vulnerability’ (“Inclusione, esclusione e ‘vulnerabilità’”), che viene presentata così: «L’approvazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità ha cambiato la visione sulle persone con disabilità, passando da un modello medico a un modello sociale della disabilità basato sul rispetto dei loro diritti umani. Ha fornito inoltre un approccio trasformativo alla pratica etica in molti settori, anche in termini di preparazione alle emergenze, di accesso all’assistenza sanitaria e di cambiamenti nella ricerca sulla disabilità. Valutare e comprendere la relazione tra vulnerabilità e disabilità, riflettere sull’impatto della Convenzione ONU e sull’applicazione di essa in diversi contesti sono fondamentali per comprendere gli approcci futuri».
A introdurre tale sessione, che ha visto gli interventi di rappresentanti di Argentina, Belgio, Spagna, Svezia e Svizzera, è stato Giampiero Griffo, membro del Consiglio Mondiale di DPI (Disabled Peoples’ International) e componente del Comitato Sammarinese di Bioetica. (S.B.)

A questo e a questo link sono disponibili rispettivamente la presentazione e il programma completo della conferenza di San Marino.

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